Coppa Bernocchi 2019, Phil Bauhaus supera Simone Consonni e Imerio Cima

Vittoria di Phil Bauhaus alla Coppa Bernocchi 2019. Il corridore della Bahrain-Merida conquista lo sprint davanti a Simone Consonni (UAE Team Emirates) e Imerio Cima (Nippo-Fantini-Faizanè) dopo che una caduta ha condizionato la volata conclusiva, perfettamente condotta dalla formazione emiratina. Un finale molto aperto, con numerosi attacchi, fra i quali il più pericoloso è stato quello che ha visto protagonista anche Elia Viviani (Italia), che ha dunque deciso per una corsa diversa piuttosto che aspettare uno sprint in cui sarebbe stato sicuramente l’uomo più atteso.

Le prime fasi di corsa sono subito molto movimentate in ragione di traguardi volanti che subito vedono i primi scatti. Ci vogliono così 15 chilometri prima che possa nascere un tentativo al quale il gruppo decide di concedere spazio. Alessandro Covi (Team Colpack), Mauricio Moreira (CajaRural-RGA), Marco Landi (Gazprom-Rusvelo), Nikita Stalnov (Astana) e Nicola Graziato (Sangemini-Trevigiani) riescono così a guadagnare senza preoccupare i grandi nomi, che li lasciano andare fino a raggiungere un vantaggio massimo di cinque minuti.

È con questo ritardo che si entra nel circuito di Valle Olona, sei tornate con il Piccolo Stelvio come ostacolo principale. Con Italia e Total Direct Energie a fare l’andatura il ritmo cala leggermente sin dalla prima tornata, dove Moreira è subito costretto a cedere il passo per farsi riassorbire dal gruppo. Nel corso dei giri il distacco continua a calare in maniera regolare, mentre davanti si stacca successivamente anche che lascia soli gli altri tre durante la terzultima tornata, durante la quale aumenta notevolmente anche il ritmo del gruppo specialmente dopo l’offensiva di Alexey Lutsenko (Astana). Il kazako saggia la gamba dei rivali con una azione di breve durata, ma che ne mostra le intenzioni bellicose.

Dietro intervengono altre squadre per aumentare il ritmo in vista della nuova ascesa, dove il gruppo arriva con un ritardo di 2’40” sulla coppia di testa. In vista del GPM perde contatto anche Graziato, con Covi ultimo a resistere al ritmo di Stalnov. Allo scollinamento il margine è di 1’50”, ma il gruppo si prende qualche momento per rifiatare prima di tornare a salire. A fare il ritmo arrivano nuovamente Arkéa – Samsic e Bahrain – Merida, con Giovanni Visconti (Neri-Selle Italia-KTM) primo a rompere gli indugi. Con lui si muovono anche Giulio Ciccone (Italia) e Warren Barguil (Arkéa-Samsic) formando una interessante azione di una decina di corridori che guadagna fino a dieci secondi.

Con la fine della salita si esaurisce tuttavia questo tentativo di inseguimento, che vede i fuggitivi scollinare con ancora una trentina di secondi di vantaggio. La loro sorte è tuttavia segnata e i due vengono ripresi poco dopo la conclusione del circuito, quando nuovi tentativi nascono dal gruppo. Simone Velasco (Neri-Selle Italia-KTM) porta via un bel gruppetto, che sfilaccia il gruppo in maniera importante, almeno sino a quando non è l’Italia a prendere in mano l’inseguimento, andando a chiudere in maniera decisa.

Entrando nei 40 chilometri conclusivi arrivano nuovi scatti. A muoversi sono Alexey Lutsenko (Astana), Alessandro Bisolti (Androni-Sidermec), Giovanni Visconti (Neri) e Marco Canola (Nippo-Fantini), ai quali si accoda anche Elia Viviani (Italia). Su di loro rientrano in due fasi Davide Gabburo (Neri-SelleItalia-KTM), Fabien Grellier (Total Direct Energie) e Pierre Rolland (Vital Concept), mentre si piantano a 15 secondi Manuele Mori (UAE) e Alexis Guerin (Delko Marseille), il cui tentativo si esaurisce dopo qualche chilometro tra coloro che stan sospesi.

Il gruppo inizialmente non trova subito l’organizzazione giusta per inseguire, concedendo così fino a 35 secondi. Ripresi i due inseguitori, tuttavia la situazione cambia grazie al grande lavoro soprattutto della Androni – Sidermec. Il distacco scende così a 25 secondi, mentre davanti una nuova accelerazione vede il gruppetto spezzarsi, con i soli Lutsenko, Visconti e Viviani a restare al comando. I tre insistono nella loro azione di comune accordo, entrando nel circuito cittadino, a 18 chilometri dalla conclusione, con un vantaggio di 22 secondi, dopo essere riusciti inizialmente a guadagnare sino a 35 secondi.

Il terzetto collabora con molto impegno, ma il distacco diminuisce inesorabilmente, con il gruppo che tiene sempre a vista gli attaccanti. La loro azione si esaurisce così dopo il secondo passaggio al traguardo, con due giri da compiere, quando è Aleksiandr Riabushenko (UAE Team Emirates) a provare un attacco in contropiede. Viviani si rialza subito, mentre Visconti si fa riassorbire, lasciando che sia Lutsenko a cercare di resistere all’azione del vincitore della Coppa Agostoni. Un tentativo che ha tuttavia vita molto breve e a dieci chilometri dalla conclusione il gruppo si ritrova compatto in testa alla corsa.

Simone Velasco (Neri-Selle Italia-KTM) prova nuovamente l’allungo, ma il gruppo risponde subito al suo tentativo, con la Arkéa – Samsic che decide di prendere in mano la situazione. Grazie al grandissimo lavoro di Warren Barguil viene annullato anche un tentativo di Davide Baldaccini (Team Colpack) che parte a cinque chilometri dal traguardo, dovendo tuttavia arrendersi dopo mille metri in avanscoperta. Ormai evitare la volata è impossibile e si organizzano i vari treni che prendono in mano la situazione in maniera decisa.

La Bahrain – Merida prende così il controllo del gruppo, preparando al meglio lo sprint per Phil Bauhaus. Il tedesco è perfettamente lanciato, con una caduta proprio alle sue spalle che non lo condiziona, potendo così far esplodere tutta la sua potenza al momento giusto. Unico a cercare di tenergli testa è Simone Consonni (UAE Team Emirates) che tuttavia deve accontentarsi della seconda posizione, mentre per il terzo posto è sfida tra Imerio Cima (Nippo-Fantini-Faizanè) e Alexander Konychev (Dimension Data), con il portacolori del team italo-giapponese che chiude il podio di giornata.

Risultato Coppa Bernocchi 2019

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