Giro d’Italia 2026, Simon Yates: “Mi piacerebbe tornare, ma vedremo cosa deciderà la squadra. Questo percorso è più equilibrato”

Simon Yates vuole essere al via del Giro d’Italia 2026. Il 33enne britannico era sul palco della presentazione del percorso ufficiale della prossima edizione, che si è tenuta ieri a Roma, commentando il tracciato e manifestando la volontà di tornare a correre sulle strade del Bel Paese. Dopo aver conquistato la Maglia Rosa con una memorabile azione sul Colle delle Finestre, il nativo di Bury cercherà di essere al via con il dorsale numero uno, anche se la sua partecipazione dipenderà chiaramente dai piani tattici della Visma|Lease a Bike, che non ha ancora svelato i programmi completi dei propri leader.  

Per me vincere e essere di nuovo qui a Roma è incredibile – le parole di Yates a Cyclingnews – Questa vittoria resterà con me per il resto della mia vita […] Mi piacerebbe tornare. Non sono molti i corridori che possono disputare un Grande Giro con il dorsale numero uno. All’interno del team ci sono ancora molte discussioni su quali corridori punteranno alle diverse corse. Lo scopriremo presto. Eravamo ad Amsterdam la scorsa settimana e ci sono state molte riunioni, abbastanza stancanti. È un puzzle complesso che include anche il mio ruolo al Tour de France e altri corridori”. 

Oltre alla decisione sulla partecipazione o meno al Giro, resterà soprattutto da definire il ruolo del britannico, visto che nel 2026 Jonas Vingegaard potrebbe decidere di partecipare alla Corsa Rosa, per provare a conquistare la Tripla Corona. Il danese ha recentemente ribadito il desiderio di vincere il Giro, che considera la corsa principale in cima alla lista, e Yates, che vorrebbe poter correre nuovamente da capitano, è allo stesso tempo consapevole del grande obiettivo del compagno: “Sarebbe difficile dissuadere chiunque dal tentare la tripla corona nei Grandi Giri, quindi vedremo cosa decideranno Jonas e la squadra“.

Il britannico ha poi analizzato il percorso dell’edizione 109, sottolineando le diversità rispetto a quello da lui vinto e soffermandosi sui momenti potenzialmente decisivi: “Il Giro di quest’anno è stato così duro che abbiamo dovuto costruire la forma giorno dopo giorno, il percorso 2026 sembra più equilibrato. C’è l’arrivo in salita al Blockhaus nelle prime fasi e poi la lunga cronometro. Potrebbero esserci distacchi significativi già dopo due settimane. Poi ci sono le tappe 19 e 20 nelle alte montagne, che saranno difficili e quindi decisive. La crono di 40 chilometri non è ideale per me. Posso fare una buona cronometro tecnica con qualche salita, ma una prova piatta e lineare lungo la costa potrebbe essere impegnativa. Ho anche sofferto sul Blockhaus nel Giro 2022, la mia corsa virtualmente finì lì, è una salita che può cambiare la corsa.. ”.

Infine, Yates ha espresso il proprio amore per il Giro e per l’unicità di questa corsa, che sa sempre regalare grandi emozioni: “I miei sentimenti per il Giro sono molto diversi rispetto agli altri Grand Tour […] Ho scoperto che se tratti il Giro con rispetto, è una corsa davvero gratificante a cui prendere parte. Alcune altre corse sembrano solo un business, al Giro senti che è una corsa vera. Amo la cultura italiana e quanto le persone siano accoglienti. Ti abbracciano davvero se impari a conoscerle. Penso che ci sia una passione condivisa. Amo tutte le corse italiane, sono diverse dalle altre”.

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