La nostra consueta rubrica che traccia il bilancio della giornata appena conclusasi al Giro d’Italia2024.
Pelayo Sanchez (Movistar): Il giovane spagnolo riesce a ritagliarsi una fantastica giornata di gloria alla sua prima stagione in un team WorldTour. Bravissimo ad attendere il momento giusto per andare in fuga, a non correre troppi rischi nei tratti in sterrato e a seguire Alaphilippe nei suoi attacchi in salita, per poi superarlo di cuore e di astuzia nella volata finale. Un corridore completo di cui sicuramente sentiremo parlare molto in futuro.
Luke Plapp (Team Jayco AlUla): L’unico tra gli uomini che puntano a un buon piazzamento in classifica generale che ha avuto il coraggio di attaccare in prima persona. Nel finale tira praticamente solo lui a testa bassa, sacrificando così la possibilità di tentare di conquistare la vittoria di tappa. Alla fine riesce a guadagnare 29 secondi più 8 di abbuono sugli altri big, scalando sei posizioni in classifica generale.
Filippo Fiorelli (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè): Abilissimo nel riuscire a infilarsi nella fuga giusta e tenace nel riuscire a resistere il più possibile in testa alla corsa in una tappa durissima e forse non completamente adatta alle sue caratteristiche. Si conferma molto combattivo in questa prima settimana di Giro.
Astana Qazaqstan: Molto attivi nei primi chilometri per cercare di mettere qualcuno nella fuga, la formazione kazaka si perde il tentativo giusto e poi non riesce a rimediare, finendo poi anche con quattro corridori nel gruppo principale e un decimo posto come miglior risultato di giornata.
EF Education-EasyPost: Per la squadra statunitense discorso simile a quello dell’Astana: tanti attacchi nella prima parte, ma la fuga sfugge via. Poi provano a rimediare con il coraggioso Mikkel Honoré, il cui attacco dopo il secondo settore di sterrato non porta però a niente, e con Andrea Piccolo, che nel finale riesce almeno a cogliere la quarta piazza.
Matteo Trentin (Tudor Pro Cycling): Grande cuore per il 34enne, che è spesso nei tentativi di attacco che si formano nella prima parte di tappa. Le energie spese in questa fase sono però tante e la loro mancanza si fa sentire nel momento decisivo, con il trentino che è praticamente il primo a perdere contatto tra i fuggitivi.