Giro d’Italia 2024, il direttore Mauro Vegni: “In quanto a percorsi abbiamo qualcosa che Tour e Vuelta non hanno, ma a maggio siamo sempre esposti a problemi meteo”

Con la boa di metà percorso superata, il Giro d’Italia 2024 può vantare finora un bilancio decisamente positivo, in quanto a spettacolarità. Fin dalla prima giornata di gara, con l’arrivo di Torino, si sono viste tappe avvincenti: c’è sì il dominio di Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) che sta condizionando, a suo favore, la lotta per la Maglia Rosa, ma il coefficiente di emozioni legato alle singole frazioni è stato sicuramente elevato. Questo per la soddisfazione degli appassionati e anche degli organizzatori, che si stanno godendo le scelte fatte in sede di disegno del percorso.

“In Italia abbiamo qualcosa che in Francia o in Spagna non hanno – le parole di Mauro Vegni, direttore del Giro, raccolte da Marca – E sono le montagne. È per questo che possiamo disegnare un percorso speciale. Queste sono le cose che ci differenziano dal Tour de France e dalla Vuelta a España. In questa edizione abbiamo deciso di cambiare qualcosa, in modo che ci fossero emozioni fin dal primo giorno e che non fosse tutto concentrato nell’ultima settimana“.

Rimane però un problema ormai annoso, quello delle condizioni meteo, anche se in questa edizione, per ora, le conseguenze sono state limitate. L’unica modifica al tracciato originale è infatti una “deviazione” in quota, dal Passo dello Stelvio all’Umbrail Pass, nella tappa numero 16: “Correndo a maggio – commenta Vegni – siamo sempre più esposti ai cambiamenti del tempo, che questo sia soleggiato, piovoso o nevoso”.

Vegni aggiunge un dettaglio sul futuro della Corsa Rosa: “Entro due anni ci sarà una Grande Partenza fuori dall’Italia – le parole del direttore del Giro – Ma non penso che questo avverrà in Spagna, perché la cosa non è di facile organizzazione”. Per il 2025, in tema prime tappe, si sono già fatte diverse ipotesi, fra cui la Sicilia, il Friuli Venezia Giulia e anche l’Albania. Da vedere se proprio quest’ultima non possa essere la “pista estera” prospettata da Vegni.

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