Giro d’Italia 2019, Roglic resta calmo: “Verona è ancora lontana e tutto può succedere”

Prima sconfitta per Primoz Roglic al Giro d’Italia 2019. Lo sloveno ha passato le prime due settimane di corsa a controllare, gestendo sempre la situazione, scegliendo così da chi e come perdere terreno dopo aver regolarmente guadagnato su tutti, grazie soprattutto alle due cronometro che gli hanno permesso di accumulare un prezioso tesoretto da gestire. Complice la sfortuna, per la prima volta ha dovuto invece rincorrere, concedendo così al traguardo un non indifferente gap di 40 secondi al rivale più temuto Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida) e alla Maglia Rosa Richard Carapaz (Movistar). Nella nuova generale ha dunque ora 47 secondi di ritardo dall’ecuadoriano, un distacco che per la prima volta lo porta ora a dover attaccare.

“Non è stata la mia giornata migliore, ma neanche la peggiore – commenta dopo il traguardo – Globalmente, posso accettare il risultato di questa tappa, tenendo conto della sfortuna. Ho dovuto cambiare bici prima del Civiglio (per un problema al cambio, ndr) ed è sempre diverso rispetto a correre con la propria bici. Nibali e Carapaz erano molto forti, ma in cima non ero lontano. Poi ho preso un po’ troppi rischi (fino alla scivolata che lo ha costretto a raddoppiare il proprio ritardo, ndr) Comunque, Verona è ancora lontana e tutto può succedere. Mi sento bene. Ora voglio godermi il giorno di riposo prima di vedere cosa succederà in seguito”.

Sulla stessa linea d’onda il suo direttore sportivo Addy Engels, che nel frattempo ha spiegato anche le cause della mancata assistenza immediata dell’ammiraglia visto che lui e il meccanico si erano fermati per una pausa fisiologica proprio in quel momento. “40 secondi sono molti, ma se vediamo quel che è successo non è troppo – aggiunge – Sarebbe potuta andare molto peggio. Abbiamo perso una battaglia, ma non siamo tagliati fuori dalla guerra per la Maglia Rosa. Continueremo a lottare”.

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