I Volti Nuovi del Gruppo, Giovanni Lonardi: “Il mio idolo è Boonen, voglio vincere già quest’anno”

Ha già debuttato con la sua nuova squadra ma rimane un neoprofessionista Giovanni Lonardi. Il corridore della Nippo Vini Fantini Faizané è il protagonista odierno dei Volti Nuovi del Gruppo, rubrica con cui approfondiamo la conoscenza con gli italiani alla loro prima stagione da pro’. Il veneto ha partecipato alla Vuelta a la Comunitat Valenciana, cogliendo un buon decimo posto nello sprint della frazione conclusiva. Un buon esordio considerando che il ragazzo è un classe ’96 e potenzialmente ha quindi diverse stagioni davanti a sé nel mondo del ciclismo. Il veronese ha poi rotto il ghiaccio con le classiche italiane prendendo il via al Trofeo Laigueglia 2019, soltanto una settimana dopo le fatiche spagnole. Vincitore della tappa di Forlì al Giro d’Italia under 23 nel 2018, il ragazzo ha attirato l’attenzione della Continental Pro italiana, che  gli ha offerto un contratto biennale.

Come ti sei avvicinato al ciclismo?

Da piccolo giocavo a calcio. Mio zio che correva in bici, soprattutto in pista, mi ha portato a vedere qualche corsa di juniores vicino a casa mia. Mi è piaciuto e ho voluto provare. Ho iniziato a 14 anni, ho fatto due anni da allievo, due da junior e quattro da dilettante. Avevo cominciato a giocare a calcio da piccolo e mi ero stancato, il ciclismo invece mi è piaciuto da subito e mi dava nuovo stimoli. Sono contento di questa scelta.

Che tipo di corridore sei?

Dicono che sono un velocista, però riesco anche a tenere su qualche salita breve e difendermi bene per arrivare alla volata.

Com’è stato il tuo impatto con il professionismo?

Avevo già corso un paio di gare con la nazionale due anni fa perché ero in rosa per il Mondiale. Quindi ero stato portato a fare il Matteotti e la Bernocchi. Avendo fatto la Valenciana ho notato che c’è tanta differenza, soprattutto nel ritmo gara. Vanno molto forte.

Com’è stata la tua prima esperienza in gara?

Mi è piaciuto correre di fianco ai campioni, con tanti velocisti esperti che hanno vinto tanto tappe al Tour. C’era anche Geraint Thomas, che ha conquistato la maglia gialla. Sicuramente è emozionante correre con loro. È stata dura, ma credo che crescendo piano piano un giorno potrò arrivare anche io a un buon livello.

Tra i velocisti con cui hai corso alla Valenciana, chi ti piacerebbe imitare nella tu carriera?

Penso che Groenewegen sia uno sprinter puro, molto potente, io mi ispiro di più a Kristoff e soprattutto a Colbrelli. Penso di avere caratteristiche simili a lui, anche se è ovviamente lui è un campione molto più forte di me. Mi piacerebbe un giorno arrivare a quel livello, le mie caratteristiche sono quelle. Vorrei andare forte in qualche classica.

Qual è il tuo ricordo più bello della tua carriera da dilettante?

Il ricordo più bello è la tappa che ho vinto al Giro d’Italia under 23, da lì ho capito che sarei potuto diventare professionista. E’ stato il momento migliore della mia carriera finora. In quel momento sono arrivati i primi contatti per passare tra i professionisti.

Qual è il tuo programma per questa stagione?

Ho fatto la Valenciana e il Trofeo Laigueglia, ora parto per il Tour of Antalya, poi si andrà più avanti. Abbiamo un calendario abbastanza pieno, siamo una buona squadra per poterlo affrontare e non ci mancano le gare per metterci in mostra.

Il tuo obiettivo principale?

Il mio obiettivo per questa stagione è sicuramente imparare come funziona questo mestiere, poi vorrei aiutare la squadra. Sarei felice se avessi la possibilità di mettermi in mostra vincendo una gara, non dico necessariamente di alto livello. Anche in una corsa di seconda o terza fascia sarebbe molto bello, vincere lo è sempre.

Come ti sei trovato con la Nippo Vini Fantini Faizané?

Mi trovo veramente bene. Ho appena iniziato le gare, ma anche in ritiro mi sono trovato bene, sia con i compagni nuovi sia con la dirigenza. Non ci manca niente, a livello Professional siamo tra le migliori squadre. Io sono stato in camera con Canola, essendo vicentino abitiamo vicini e ci siamo capiti da subito. Mi sta aiutando tanto, anche a Valencia mi ha aiutato a fare la volata e mi sta dando molti consigli. Poi lui è molto veloce, mi può insegnare molto.

La squadra come ha accolto la notizia della partecipazione al Giro d’Italia?

La squadra è contentissima. Lo staff, i corridori e gli sponsor ci contavano, è un’ottima vetrina.

Tu pensi di far parte della selezione o i ruoli sono già definiti?

È tutto da vedere, prima ovviamente vengono i corridori con più esperienza. Poi bisognerà vedere la condizione dei corridori in quel periodo, non è facile. Sicuramente se dovessi partecipare sarebbe un sogno per me, anche perché il finale è a Verona, la mia città. Arrivare nell’Arena sarebbe un sogno che mi porto dentro da sempre.

I DS ti hanno dato qualche indicazione particolare?

I DS mi hanno detto che all’inizio non è facile, bisogna farsi le ossa. Ma in fondo lo sapevo già, loro mi danno sempre qualche buona parola e qualche consiglio. Comunque mi sono trovato subito bene.

Quali sono le tue corse preferite?

A me piacciono le corse da un giorno. Le classiche del nord ma anche la Milano-Sanremo. L’ho sempre vista in televisione e mi piacerebbe partecipare. Tra i Grand Tour, da italiano dico il Giro d’Italia, anche se partecipare al Tour de France non sarebbe male. Se potessi scegliere una corsa da vincere comunque vorrei la Milano Sanremo, o una tappa al Giro d’Italia.

Chi è il tuo idolo?

A me è sempre piaciuto Tom Boonen. Sono cresciuto vedendo le sue grandi battaglie con Cancellara, io tifavo per il belga. È stato lui il mio idolo, anche se adesso non corre più per me è stato un esempio.

Qual è stata la cosa più difficile nel tuo impatto con il ciclismo professionistico?

Direi gli allenamenti a casa. Ora devi essere un po’ più autonomo. Da dilettante magari si va in ritiro, ci si allena insieme, qui è un po’ diverso, ti dicono cosa devi fare e ti devi arrangiare. Questa è la differenza principale, mi piace e mi sto adattando bene. Penso che questo lavoro faccio proprio per me.

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