#SpazioTalk, Stefano Zanatta (Polti-Kometa): “L’invito al Giro d’Italia? Tenute in conto le prestazioni degli anni scorsi – Piganzoli sta crescendo molto bene, se sarà in condizione lo porteremo”
La Polti-Kometa sarà al via del Giro d’Italia 2024. Uno dei momenti più importanti della stagione ciclistica mondiale vedrà quindi la squadra Professional italiana fra le protagoniste, come avvenuto nelle tre precedenti edizioni della Corsa Rosa (quando la squadra si chiamava ancora Eolo-Kometa). La formazione che vede Ivan Basso e Alberto Contador come numi tutelari avrà quindi la possibilità di mettersi in mostra su uno scenario fondamentale per una squadra che annovera tanti corridori italiani nel suo organico e che batte proprio bandiera bianco, rossa e verde. L’invito, da parte di RCS Sport, era tutt’altro che scontato, soprattutto per via dei regolamenti in vigore, e averlo ricevuto ufficialmente è stato un passo importante, come testimoniano le parole rilasciate dal direttore sportivo Stefano Zanatta in un’intervista esclusiva a SpazioTalk.
Come avete accolto la notizia dell’invito e come vi prepararete per un grande evento come il Giro d’Italia?
Naturalmente ne siamo stati molto contenti, ma ci speravamo anche. Negli ultimi tre anni ci siamo sempre comportati bene al Giro. Sotto l’aspetto sportivo, RCS ha tenuto conto del fatto che in passato siamo stati sempre protagonisti, riuscendo a vincere due tappe in tre edizioni. La speranza di esserci per noi era sempre stata molto alta, poi è arrivata la conferma che gli organizzatori hanno tenuto in considerazione le nostre prestazioni. Per noi, è sicuramente un punto di partenza per poter organizzare al meglio tutta la stagione, che è un altro aspetto importante.
I successi degli anni passati vi mettono addosso aspettative più alte?
Siamo consapevoli che non è stato facile ottenere quello che abbiamo ottenuto in questi anni. Lo abbiamo cercato, provando a farci trovare pronti a cogliere le occasioni. I ragazzi poi sono stati bravi a sfruttarle, prima con Lorenzo Fortunato allo Zoncolan (2021 – ndr), poi con Davide Bais l’anno scorso. Siamo convinti che lavorando bene a questo livello ci si può arrivare. Questo ci mette addosso sicuramente un po’ di pressione, ma è una pressione sana, che ci vuole quando si va a partecipare a una corsa importante come il Giro d’Italia. Sappiamo che i nostri 8 corridori che saranno scelti per essere al via saranno preparati e motivati a dare il meglio. Sappiamo comunque di avere buoni elementi in squadra: l’organico è giovane ma competitivo e vogliamo lavorare con serenità per arrivare al meglio all’appuntamento.
Rispetto alla scorsa stagione ci sono stati diversi movimenti di CicloMercato. Con l’arrivo di Matteo Fabbro state pensando anche alla classifica generale o vi concentrerete sulle tappe?
Per noi pensare di andare a fare classifica al Giro è utopia, con tutto il rispetto per Matteo. Lui viene da due stagioni non proprio brillantissime e credo che l’approccio al Giro vada fatto con la consapevolezza di far bene nelle tappe e magari lottare per la Maglia dei Gran premi della Montagna o dei Traguardi volanti. Poi, di conseguenza, viste anche le caratteristiche che ha Fabbro, potrà venire anche una buona classifica. Ma inizialmente non ci concentreremo sull’andare a contrastare squadroni che sono più attrezzati di noi per fare classifica. Sarebbe un suicidio, da parte nostra.
L’Italia ora guarda con particolare interesse a Davide Piganzoli, che quest’inverno ci aveva confessato che fra i suoi sogni c’è la partecipazione al Giro d’Italia. Sarà possibile vederlo debuttare già quest’anno, considerato che ormai è un ciclismo in cui si tende a lanciare i giovani molto presto?
Noi partiamo con l’obiettivo di dare spazio a tutti i corridori in squadra, in modo che possano meritarsi un posto per il Giro. Questa è la nostra filosofia di squadra. Davide sta crescendo molto bene ed è consapevole del fatto che, se starà bene, farà parte, a grandi linee, della squadra per il Giro. Con lui comunque non c’è fretta, il Giro non sarà il suo obiettivo primario. Lui dovrà dimostrare nelle corse minori di potersi giocare qualche traguardo (come ha appena fatto al Tour of Antalya, vincendo una tappa e classifica generale – ndr). Poi il Giro sarà una prima esperienza da provare, per lui. L’importante è che ci arrivi con serenità e con la consapevolezza che si sta parlando di un Grande Giro e che lui è un italiano che ha buone qualità. Sarà giusto portarlo, se ci arriva nella condizione ideale. Poi, lo ha detto anche lui, la sua volontà, che è anche il sogno di ogni corridore, soprattutto di uno che ha qualità, è quella di partecipare al Giro.
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