Vuelta a San Juan 2019, festa argentina con Tivani che premia la fuga e beffa i velocisti

Tango argentino nella sesta tappa della Vuelta a San Juan 2019, con partenza e arrivo nell’autodromo di El Villicúm. A condurre in porto la fuga confezionando un podio tutto locale è stato German Nicolás Tivani (Agrupacion Virgen de Fatima) che ha regolato in uno sprint a tre Daniel Diaz (Municipalidad de Pocito) e il suo compagno di squadra Daniel Zamora, con i quali si era sganciato nei primi chilometri insieme a Dayer Quintana (Neri-Selle Italia-KTM) che ha però perso contatto nelle fasi finali della frazione. Il gruppo ha sonnecchiato e non è riuscito a coronare il lungo inseguimento, fermandosi a 12′ dai coraggiosi di giornata e dovendosi così accontentare dello sprint per il quarto posto vinto da Sam Bennett (Bora-Hansgrohe) davanti a Fernando Gaviria (UAE Team Emirates) e Maximiliano Richeze (Deceuninck-Quick Step). A una tappa dell’epilogo della corsa a tappe argentina la maglia di leader resta sulle spalle di Winner Anacona (Movistar), che nel finale perde però 6” sul più immediato inseguitore Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step).

Le fasi iniziali della tappa servono a formare la fuga di giornata che si rivelerà decisiva. In avanscoperta si portano infatti, dopo 11 chilometri dal via, Daniel Zamora e Nicolas Tivani (Agrupacion Virgen de Fatima), Daniel Diaz (Municipalidad de Pocito) e Dayer Quintana (Neri-Selle Italia-KTM), ai quali viene lasciato un margine già superiore ai 2’30” dopo 30 chilometri di gara. Al loro inseguimento si forma un terzetto con Leonardo Rodriguez (Asociacion Civil Mardan), Gabriel Juarez e Higiño Daniel Lucero (Municipalidad De Rawson-Somos Todos) che riesce ad operare il ricongiungimento subito dopo lo sprint intermedio posto al chilometro 60 – conquistato da Zamora su Tivani e Diaz – ma perde contatto poco dopo ripristinando di fatto gli equilibri iniziali.

La fase centrale della tappa è invece caratterizzata dal maltempo, che costringe gli organizzatori a valutare la sospensione e provoca qualche scivolata in seno al gruppo principale. A farne le spese è soprattutto l’ex leader Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step), che scivola in ben due circostanze coinvolgendo nella seconda occasione anche Tom Bohli (UAE Team Emirates). I fuggitivi, arrivati a guadagnare fino a un massimo di 4’24”, si presentano sotto lo striscione dei -20 al traguardo con un gap superiore ai 150 secondi che lascia ben intatte le loro speranze di concretizzare la lunga azione. A questo punto a tirare il plotone principale si porta in prima persona il tre volte iridato Peter Sagan (Bora-Hansgrohe), la cui accelerazione allunga ulteriormente il drappello e provoca una nuova caduta in coda, di cui fa le spese Alejandro Parra (Cuba).

La violenta accelerazione prodotta dallo slovacco spacca il plotone in più tronconi e gli permette di rosicchiare repentinamente secondi, con il margine dai fuggitivi che scende sotto i 2′ a 16 chilometri dal traguardo, quando Zamora, che ha ormai ipotecato la maglia arancio della classifica a punti, perde la leadership virtuale della classifica generale guadagnata fino ad allora. Gli uomini al comando continuano però a procedere di comune accordo e con cambi regolari in prima posizione, con il fratello d’arte Quintana ad imprimere l’impulso maggiore all’azione. Il risultato della collaborazione è un tesoretto di 90 secondi da poter gestire ancora al passaggio sotto lo striscione dei -10 al traguardo, al quale il plotone del leader Winner Anacona (Movistar) si presenta pilotato sul filo dei 60km/h dagli uomini della Bora-Hansgrohe.

L’unico a perdere contatto tra i battistrada è Quintana, che si sfila quando all’arrivo mancano ancora 8 chilometri e si lascia riassorbire dal gruppo 3000 metri più avanti, quando gli ex compagni di avventura possono ancora difendere 49” al momento dell’ingresso nell’autodromo di El Villicum. A incaricarsi di mantenere elevata la velocità è per intero il tandem della Agrupacion Virgen de Fatima, con Diaz che sfrutta il lavoro degli avversari saltando qualche cambio, mentre da dietro è ancora una progressione di Sagan, intenzionato a favorire lo sprint del compagno di squadra Bennett, a ridurre le distanze. L’ingresso nell’autodromo favorisce il contatto visivo ma non permette comunque al gruppo di avvicinarsi più di tanto, con Diaz che torna a dare qualche cambio e la pratica che risulta essere già chiusa al passaggio sotto la flamme rouge, quando il terzetto in testa ha dalla sua ancora una trentina di secondi da amministrare.

Ormai provato dalla fatica, Zamora si mette a disposizione del compagno Tivani, che con una lunga volata va ad aggiudicarsi il secondo successo in carriera da professionista dopo quello ottenuto nella quinta tappa del Tour de San Luis 2016. Curiosamente anche allora fu Diaz a piazzarsi alle sue spalle, mentre il gruppo si gioca solo la simbolica medaglia di legno di giornata. Da segnalare i 6” persi nel finale da Anacona, che si presenterà così all’ultima frazione con un vantaggio, pur rassicurante, di 35” su Alaphilippe.

Ordine di arrivo Sesta Tappa Vuelta a San Juan 2019

Classifica Generale Vuelta a San Juan 2019

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