Davide Rebellin, il camionista che lo ha ucciso chiede domiciliari in Germania: “Mi scuso ma non l’ho visto”
Due ore di interrogatorio per Wolfgang Rieke, il camionista tedesco che ha travolto e ucciso Davide Rebellin. Interrogato dal gip di Vicenza, l’uomo ha risposto a tute le domande spiegando di non essersi accorto di quanto fosse successo e rivolgendo le sue scuse alla famiglia del campione vicentino. Arrivato in Italia pochi giorni fa dopo che era scattato il mandato di arresto europeo, l’uomo si è consegnato alla giustizia ed è detenuto nel carcere di Vicenza, ma tramite il suo avvocato ha richiesto una misura alternativa al carcere, chiedendo i domiciliari in Germania, o in alternativa a Vicenza, anche con la disponibilità per il braccialetto elettronico.
“Mi scuso ma non l’ho visto”, avrebbe dunque detto l’autotrasportatore al gip Nicolò Gianesini in merito all’incidente, dichiarandosi “addolorato” per l’accaduto. Tuttavia, secondo la ricostruzione della Procura di Vicenza, Rieke, dopo avere travolto Davide Rebellin, era sceso dal tir, si era anche avvicinato al corpo del ciclista, per poi risalire sul mezzo, e darsi alla fuga (circostanze che sarebbero confermate dai video delle telecamere di un locale adiacente). Fatti che dunque smentirebbero la tesi difensiva dell’uomo, che avrebbe detto di “non essersi accorto” di Rebellin né al momento dell’investimento, né successivamente.
Una decisione riguardo la richiesta di domiciliari è attesa già per la giornata odierna. Accusato di omicidio stradale e omissione di soccorso, il 62enne tedesco è recidivo nel nostro paese: risulta infatti già un patteggiamento al tribunale di Foggia del 2001 per essere fuggito dal luogo dell’incidente senza prestare soccorso e tre anni dopo, nel 2004, la polizia stradale di Chieti gli aveva ritirato la patente per guida in stato di ebbrezza.
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