Doping, Jarlinson Pantano annuncia il ritiro dopo la positività all’EPO: “Mi sento tradito, non voglio spendere i soldi di famiglia”

Jarlinson Pantano annuncia il ritiro. Licenziato dalla Trek – Segafredo in seguito alla sua positività all’EPO in un controllo effettuato nel mese di febbraio, il colombiano ha sempre sostenuto la sua innocenza, ma spiega di aver deciso di rinunciare a difendersi per non dover sostenere i costi di una lunga trafila giudiziaria che potrebbe risolversi solamente dopo anni. Classe 1988, lascia dunque il ciclismo nel modo peggiore, con una positività che fa seguito alle numerose di questi mesi che coinvolgono corridori del Sudamerica.

“Ho deciso di non combattere contro l’UCI perché mi costerebbe un sacco di soldi – spiega – Non penso valga la pena spendere tutti i soldi della mia famiglia per una risposta che mi arriverebbe nell’arco di uno o due anni. Non avrei mai pensato di chiudere la carriera in questo modo. Mi sento tradito. Non chiedo a nessuno di perdonarmi perché sono innocente”.

Incapace di spiegare come questa tristemente famigerata sostanza sia entrata nel suo corpo, Pantano ribadisce di “non avere idea di come sia entrata in circolo nel corpo”, aggiungendo che “ci sono molte cose che non tornano”. Cita dunque tutti i controlli negativi a cui è stato sottoposto, in particolare quelli nel mese precedente e un altro appena 12 giorni dopo quello che gli stravolge la vita. “Nessuno di qeusti è stato positivo – conferma – Nel quadro del passaporto biologico ho subito più di 60 controlli e i livelli son sempre gli stessi, tutto era nella norma. Ho sempre avuto tolleranza zero e avevo due anni di contratto, quindi non avevo motivi per farlo”.

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