CicloMercato, Alex Carera contro il tetto salariale ai corridori: “Se i dirigenti delle squadre sanno trovare risorse, è giusto che queste vincano più di altre”

Alex Carera, agente di Tadej Pogačar e di tante altre stelle del ciclismo, ha espresso il suo parere, negativo, sull’ipotesi di un salary cap nel mondo delle due ruote. Titolare dell’agenzia A&J All Sports insieme al fratello Johnny, Carera ha voluto spiegare il suo punto di vista in merito alla possibilità di applicare un tetto alle spese che le singole squadre possono affrontare per mettere sotto contratto i corridori in un lungo post apparso sul suo profilo Instagram. “Credo che sia una proposta senza senso – esordisce il bergamasco – In tutti gli sport devono vincere gli atleti migliori, quindi se i migliori dirigenti sono capaci di trovare maggiori risorse economiche, allora è giusto che le loro squadre siano più vincenti di altre”.

Il focus del pensiero di Carera si sposta poi sul confutare l’idea secondo cui le corse debbano essere per forza il più equilibrate possibile. “Sarebbe come chiedere a Tadej [Pogačar – ndr], Jonas [Vingegaard], Mathieu [Van der Poel] o Remco [Evenepoel] di iniziare a gareggiare con dei pesi sulla schiena per rendere le corse più equilibrate. Sarebbe invece più corretto investire in allenamento, nutrizione e materiali per avvicinarsi a questi atleti, anziché chiedere loro di mettere peso sulle loro spalle”.

L’agente vede inoltre di buon occhio l’ingresso nel mondo del ciclismo di sponsor importanti: “In NBA (dove la norma del tetto salariale viene applicata – ndr), tutte le squadre hanno lo stesso regime fiscale, quindi non si può paragonare il ciclismo WorldTour con quella lega. Negli ultimi 12 mesi, grossi marchi come Lidl, Red Bull, Decathlon, Tudor hanno scelto il ciclismo portando dei benefici all’intero movimento; la speranza è che altri possano seguire questa tendenza e rendere il nostro sport più interessante e con un maggior valore globale”.

Carera crede inoltre che l’introduzione del budget cap possa impedire a certe grandi squadre WorldTour di lavorare al meglio delle loro possibilità. A suo dire, in conclusione, i problemi nel mondo del ciclismo sono altri: “Le istituzioni devono migliorare la sicurezza degli atleti e migliorare la loro immagine in ogni ambito. Leo Messi non ha mai dormito in un albergo a due stelle, con bagno condiviso, prima di una partita di Champions League“.

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