CicloMercato 2025, Elia Viviani si ritira già quest’anno per diventare tecnico della pista con Villa?
Elia Viviani potrebbe appendere la bici al chiodo già questo inverno? In scadenza di contratto con una Ineos Grenadiers nella quale si respira grande aria di cambiamenti, forse non solo a livello dirigenziale, il fresco argento mondiale nell’Eliminazione sarebbe in trattativa con la federciclismo per un possibile ruolo al fianco di Marco Villa in vista dei Giochi di Los Angeles 2028. A lanciare l’indiscrezione è Beppe Conti, che nel suo tradizionale spazio durante la trasmissione RadioCorsa ha parlato di alcuni scenari che coinvolgono il veronese. Classe 1989, Viviani è reduce da una stagione complicata in strada, ma nella quale si è confermato ancora una volta ai massimi livelli su pista, riuscendo a conquistare la sua terza medaglia olimpica consecutiva, questa volta d’argento nella madison assieme a Simone Consonni, oltre al recente secondo posto ai mondiali di Ballerup nella corsa a eliminazione, specialità in cui è salito così sul podio per la quarta volta consecutiva dopo due ori e un bronzo.
L’impressione che si era avuta sinora è che il 35enne di Isola della Scala avrebbe volentieri fatto almeno un altro anno su strada, magari concentrandosi in gran parte su di essa per provare ancora a ritagliarsi le sue soddisfazioni e aumentare il già splendido bottino di 89 vittorie in carriera, partendo magari da un nuovo sigillo al Giro d’Italia, dove manca ormai dal 2021 e non vince dal 2018, anno del poker in maglia Quick-Step Floors. Tuttavia, questa nuova offerta potrebbe cambiare le carte in tavola, secondo quanto riporta il noto giornalista piemontese.
Si tratta tuttavia di una ipotesi che sarebbe legata alla riconferma ai vertici della FCI di Cordiano Dagnoni, che cerca il secondo mandato al termine del suo primo quadriennio in scadenza ormai questo inverno. Le elezioni sono tuttavia previste per la seconda metà di gennaio e appare difficile che un corridore come lui possa restare in bilico sino a quel momento, rischiando magari di restare a piedi controvoglia nel caso in cui l’attuale numero uno del massimo organismo ciclistico nostrano non dovesse essere riconfermato. Quel che è certo comunque è che Viviani è un patrimonio del nostro ciclismo, in particolare nei velodromi, e sicuramente potrebbe essere un valido elemento per supportare la nuova generazione, che ha potuto svilupparsi anche grazie a lui
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