Spagna, rinviata la riforma del professionismo per le squadre femminili: troppo grandi le spese da sostenere

Una fermata, almeno a livello locale, nel processo di miglioramento delle condizioni delle atlete nel mondo del ciclismo. In Spagna era infatti prevista, con l’inizio del 2023, una riforma che avrebbe reso professionistiche tutte le squadre di livello Continental impegnate nel panorama delle gare su strada (una, la Movistar, già lo è, vista la sua presenza nell’elenco delle formazioni World Tour). Non si tratta di un numero di poco conto, visto che nel 2022 le squadre in questione erano 8: Bizkaia-Durango, Eneicat, Farto-BTC, Laboral Kutxa-Fundación Euskadi, Massi-Tactic, Río Miera-Cantabria Deporte, Soltec e Sopela Women’s Team.

I requisiti posti dalla Federazione spagnola hanno allarmato le squadre, che si sono trovate di fronte a previsioni di spesa superiori, rispetto alle quantità attuali, anche di 200mila euro. Stando a quanto riporta Relevo, le squadre interessate hanno quindi trasmesso le loro preoccupazioni alla Federazione, che ne ha incontrato i rappresentanti settimana scorsa a Burgos: “Abbiamo ascoltato i loro punti di vista – le parole di José Luis López Cerrón, presidente della RFEC – Le squadre ci hanno detto che accettano tutte le condizioni richieste dalla riforma 2023 meno quelle contrattuali e ci hanno chiesto almeno di rimandarne l’entrata in vigore di un anno”.

In particolare, il posticipo riguarda l’iscrizione delle cicliste a quella che in italiano è la “previdenza sociale”, necessaria per quella che dovrebbe diventare la professione a tempo pieno per le atlete. “A questo punto però – ancora Cerrón – viene rimandato anche l’obbligo di invitare tutte le squadre spagnole per gli organizzatori di corse sul nostro territorio (altro punto previsto dalla riforma studiata nello stato iberico – ndr)”.

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