Giro di Romandia Donne 2025, le squadre escluse dalla corsa rispondono all’UCI: “Avevamo sollevato alcune preoccupazioni, ma hanno scelto di imporre questa misura senza un chiaro consenso”

Le squadre escluse dal Giro di Romandia Donne 2025 chiariscono la loro posizione. Squalificate dalla corsa elvetica per essersi rifiutate di nominare una loro ciclista che avrebbe dovuto indossare e testare il sistema di localizzazione GPS dell’UCI, le cinque formazioni (Canyon//SRAM zondacrypto, EF Education – Oatly, Lidl –Trek, Team Picnic PostNL e Team Visma | Lease a Bike) coinvolte in questa diatriba con il massimo organismo mondiale del ciclismo hanno emesso un comunicato congiunto per spiegare i motivi dietro questo scontro, generatosi soprattutto per aver sollevato “una serie di preoccupazioni riguardo all’imposizione unilaterale di un dispositivo di tracciamento GPS a un solo corridore per squadra”.

Siamo scioccati e delusi dalla decisione dell’UCI di squalificare diverse squadre dal Giro di Romandia Donne.

All’inizio di questa settimana, tutte le squadre interessate hanno inviato lettere formali all’UCI esprimendo il loro sostegno alla sicurezza dei corridori, ma sollevando serie preoccupazioni riguardo all’imposizione unilaterale di un dispositivo di tracciamento GPS a un solo corridore per squadra.

Abbiamo chiarito che:

•Non avremmo selezionato noi stessi una ciclista, né installato, rimosso o mantenuto il dispositivo.

•L’UCI o il suo partner erano liberi di selezionare una ciclista e installare il dispositivo sotto la loro responsabilità, se ritenevano di avere il diritto di farlo.

Nonostante la nostra collaborazione e l’esistenza di un sistema di tracciamento di sicurezza collaudato e collaborativo già testato con successo in altre gare importanti (pienamente operativo per l’intero gruppo e offerto all’UCI), l’UCI ha scelto di imporre questa misura senza un chiaro consenso, minacciando la squalifica e ora escludendoci dalla gara per non aver selezionato noi stessi un’atleta. Il motivo per cui non vogliono nominare essi stessi una ciclista è ancora sconosciuto e senza risposta.

Nonostante le numerose richieste avanzate dalle squadre negli ultimi due giorni, i commissari dell’UCI non sono stati in grado di dimostrare sulla base di quale precisa regola UCI le squadre siano obbligate a discriminare una ciclista rispetto alle altre in termini di obblighi (ad eccezione di un riferimento ufficiale a un’e-mail dell’unione delle squadre), ma hanno comunque deciso di procedere e squalificare le squadre con le loro atlete.

Questa azione viola i diritti delle squadre e dei corridori, applica la misura in modo discriminatorio e contraddice l’impegno dichiarato dall’UCI di dialogare con le parti interessate.

Siamo sempre in prima linea per rendere il ciclismo uno sport più sicuro, ma questo obiettivo dovrebbe essere raggiunto attraverso la collaborazione, non la coercizione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio