Discesa, una ricerca olandese definisce la posizione più vantaggiosa
Il segreto per andare forte in discesa? Non assumere la posizione prediletta di Chris Froome. Un’equipe di ricercatori dell’Università di Eindhoven guidata dal professore Bert Blocken ha studiato i vantaggi in termini cronometrici che le posizioni assunte dagli atleti sulla bicicletta offrono ai fini della prestazione. Lo studio è stato condotto e pubblicato in un primo momento grazie ad una simulazione computerizzata sulla dinamica dei fluidi e poi perfezionato attraverso la realizzazione di modelli tridimensionali testati in galleria del vento.
I modelli realizzati per questo studio simulano le posizioni più simboliche e caratteristiche adottate dai professionisti in gara, fra le quali quella adottata dal Keniano Bianco nella tappa con arrivo a Bagneres de Luchon dello scorso Tour de France, la seduta sulla parte posteriore del tubo orizzontale apprezzata da Peter Sagan, quella che prevede la parte posteriore del busto dietro la sella, come visto fare da Marco Pantani, ma anche stili più tradizionali che prevedono la seduta sul sellino, che variano per la differente inclinazione delle spalle rispetto il manubrio.
Ciò che emerge da questo studio è che la posizione più vantaggiosa da assumere quando la strada scende è quella privilegiata da Peter Sagan. Quella che assume lo slovacco è una postura che garantisce una prestazione del 17% più redditizia e più sicura rispetto alla tradizionale posizione, perché la distribuzione del peso dell’atleta è più uniforme tra le ruote. Lo stile adottato da Chris Froome, risulta invece del 9% più veloce, meglio dello stile “schiena-dritta” adottato da molti, che migliora le prestazioni del 7%, ma risulta meno vantaggioso anche della “posizione-Pantani” (14% più efficace) e dell’ubicazione sul mezzo che preferisce Vincenzo Nibali (12% più produttivo), seduto sulla sella e con le spalle più prossime possibili all’altezza del manubrio.
A mero titolo di confronto aerodinamico, gli studiosi prendono in esame la discesa di Peyresourde di Froome durante il Tour de France 2016. Il capitano del Team Sky percorse i 15,5 km ad una media di 62,5 km/h, per un tempo totale di 14’24”. Secondo i dati precedenti, la maggiore aerodinamicità della posizione gli avrebbe permesso potenzialmente di guadagnare 1’17” sulla posizione a schiena alta, ma anche di perdere 1’07” da Peter Sagan. Meglio di lui avrebbero fatto anche Nibali (46″) e Pantani (23″), anche se chiaramente si tratta di proiezioni, che tengono in conto solo la media e la posizione, senza interventi di pedalata e relativa potenza impressa per rilanciare, quindi puramente dal punto di vista aerodinamico.
Si tratta chiaramente di dati relativi all’aerodinamicità della posizione, visto che è impossibile valutare come il singolo atleta possa trovarsi meglio, ovvero sviluppare maggiore potenza in base anche alla propria conformazione fisica e relativo comfort. Sicuramente, resta di valido supporto per poter cominciare, da parte dei singoli, uno studio su quella che è al propria posizione migliore, valutando poi in termini di efficacia globale quella che risulta essere per se stessi la migliore soluzione. A livello di prestazione, ma anche a livello di sicurezza e di assunzione dei rischi, soprattutto rispetto al risultato potenziale.
In ogni caso, questo studio effettuato dall’équipe neerlandese potrebbe fare scuola sia fra i professionisti sia fra gli amatori, nel nome, in primis, della maggior sicurezza possibile. Perché non è mai superfluo ricordare che una guida responsabile del mezzo viene prima di ogni accorgimento tecnico.
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