XDS Astana, Alberto Bettiol “ultimo dei romantici”: “Dico no all’ossessione per watt e numeri, la bici è sentimento”

Alberto Bettiol critico contro l’approccio troppo scientifico del ciclismo attuale. Nonostante nelle ultime stagioni si sia assistito a corse spettacolari e grandi imprese da lontano grazie a fenomeni come Tadej Pogacar, Mathieu Van Der Poel e Remco Evenepoel, una gran parte della preparazione e della prestazione in gara passa ormai da anni attraverso l’analisi dei dati e dei numeri rilevati dai computerini di cui sono dotati i corridori. Una metodologia che tuttavia non piace al campione italiano della XDS Astana, che si è autodefinito l'”ultimo dei romantici” in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.

Parlando di questa sua visione del ciclismo, che va un po’ controcorrente con i tempi, il 31enne è sembrato rivolgersi ai suoi colleghi: “Smettetela di guardare solo il computerino coi dati. La bici è sentimento“, ha affermato Bettiol, che ha lamentato come “oggi tra compagni non si parla più” in quanto si è troppo concentrati sui dati del computerino, ribadendo poi con forza il suo “no all’ossessione per watt e numeri“.

Un ciclismo fatto quindi più di sensazioni quello che vorrebbe il corridore toscano, che nel 2025 affronterà la sua dodicesima stagione tra i professionisti partendo dall’Australia con il Tour Down Under e passando poi dalle classiche, prevedendo anche il Giro d’Italia e “la Tirreno-Adriatico prima della Sanremo“.

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