Vincenzo Nibali inizia i corsi da tecnico: “Non voglio fare il diesse” Il CT? “Mai dire mai”

Vincenzo Nibali ha iniziato i corsi di tecnico di primo livello, precisamente il “Corso maestro istruttore delle categorie promozionali e giovanissimi”. Il siciliano si è incontrato con il presidente FCI Cordiano Dagnoni nelle scorse settimane e sarebbe emersa una volontà da parte del siciliano di entrare in qualche modo, con tempi e modi ancora tutti da definire, nella sfera della Federciclismo. Faro del nostro movimento nell’ultimo decennio, lo Squalo dello Stretto è ora, dal momento del suo ritiro, un grande catalizzatore e uomo immagine del ciclismo, nonché consulente della Q36.5 Pro Cycling, marchio per il quale è anche ambasciatore, oltre ad aver iniziato una interessante collaborazione con RCS Sport, come dimostra la presentazione del percorso del Giro d’Italia 2024 che lo ha visto sul palco in qualità di commentatore tecnico.

“Vincenzo è un ragazzo d’oro – commenta il presidente Dagnoni alla Gazzetta dello Sport – Con lui ho un ottimo rapporto ed è venuto a parlare a casa mia di questa sua volontà. Adesso l’ex professionista deve ripartire dal corso di primo livello, mentre in precedenza doveva fare solo il terzo, e lui che ha vinto due Giri, il Tour e la Vuelta segue le lezioni con tanti genitori di ragazzini, che vogliono fare il d.s.. L’importante è che prenda i titoli. Nibali è una grande risorsa dell’Italia, e se ci fosse la sua disponibilità con la Federazione non lo vorrei perdere. Da imprenditore mi hanno insegnato che queste figure le devi portare con te, perché se le lasci sul mercato le prende un altro. Non c’è premura, ma sarebbe bello inserirlo con noi“.

Il classe 1984, che attualmente ha un contratto con la formazione elvetica per altre due stagioni, al momento non si sbilancia: “L’abilitazione dell’UCI sarebbe un passo successivo, però una volta terminati i corsi FCI si potrebbe già stare in ammiraglia. Ma il direttore sportivo… non voglio farlo. Mi interessa come formazione personale. Per crescere, sapere delle cose in più su come funziona la struttura della Federazione e non solo, e avere una tessera che tra un po’ di tempo potrebbe essermi utile, perché non si sa mai“.

Persona riservata e che indubbiamente non parla senza avere reali intenzioni, a prescindere se queste possano poi confermarsi o meno, il messinese non nasconde che un possibile ruolo in federazione è qualcosa che lo stuzzica: “Se un domani ci fosse un discorso federale, la possibilità di fare il commissario tecnico… Ora come ora, direi di no. Stiamo parlando di una carica molto difficile e criticata. Una responsabilità grande e complicata da prendersi. Se posso fare una battuta… sono contento che ci sia Bennati! Tra l’altro, Daniele sta facendo un ottimo lavoro”.

Il futuro prossimo è dunque da escludere, ma in un orizzonte più ampio il discorso giustamente cambia: “Chissà. Mai dire mai. Perché escluderlo?” Non sembra tuttavia invece d’accordo Giuseppe Saronni, che vedrebbe il siciliano in un altro ruolo. “Il CT della Nazionale è una figura importante, ma se non ha i corridori che cosa facciamo? – si interroga l’ex iridato in un editoriale affidato alla Gazzetta dello Sport – Tocca alla Federciclismo studiare progetti e investimenti ad hoc con una figura competente e credibile come lui. Altrimenti buttiamo via il personaggio, lo bruciamo”.

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