UCI WorldTour, David Lappartient apre a modifiche nel sistema dei punteggi: “Se ne parlerà, ma non sarà una rivoluzione”
Continua a tener banco la questione delle retrocessioni e delle licenze WorldTour per il 2023. Ormai da mesi, squadre e corridori stanno criticando il sistema approvato nel 2018 e che al termine di questa stagione porterà alla retrocessione di due formazioni WorldTour e alla promozione di due team Professional nella massima divisione. Una delle principali contestazioni mosse conto l’Unione Ciclistica Internazionale in questo periodo riguarda lo squilibrio nella distribuzione dei punti, per il quale corse di categoria Pro o .1 finiscono per assegnare più punti rispetto alle tappe dei Grandi Giri. Riguardo a questo punto, si è detto disposto a discutere per cambiare le cose il presidente dell’UCI David Lappartient, che nei giorni scorsi aveva invece ribadito che non ci sarà alcuna modifica nel sistema delle retrocessioni.
“Forse possiamo dare un’occhiata per apportare alcune modifiche [al sistema dei punti], se necessario – le parole di Lappartient, riportate da Cyclingnews – Penso che se ne parlerà, ma non sarà una rivoluzione completa del sistema perché bisogna mantenere un certo equilibrio. Ma è vero che a volte si può discutere se il divario è sufficiente o no tra gare WorldTour, di livello .1 e ProSeries”.
“Tutti chiedono di cambiare il sistema, ma nessuno invia una proposta all’UCI“, si è lamentato il francese, che comunque promette cambiamenti in tempi brevi, prima dell’inizio del nuovo ciclo triennale delle licenze: “Lavoreremo su questo e vogliamo pubblicare qualcosa prima della fine dell’anno o all’inizio del prossimo anno, perché il sistema deve essere approvato prima dell’inizio del [prossimo] ciclo triennale”.
Riguardo alla retrocessioni, il presidente dell’UCI ha spiegato come si è arrivati al sistema attuale: “Alcuni volevano avere una sorta di sistema chiuso come nell’NBA, ma questo non è il DNA del nostro sport. Era chiaramente anche la linea rossa per evitare una guerra con gli organizzatori, quindi il compromesso tra le parti interessate era avere questo sistema con una classifica triennale e mantenere solo le prime 18 squadre. Nel calcio, se sei l’ultimo in Premier League sarai retrocesso. Quindi sì, ci sono potenzialmente delle conseguenze, ma questo fa parte dello sport, dobbiamo accettare il risultato”, ha concluso Lappartient.
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