UAE Team Emirates, Tadej Pogačar: “Ai Mondiali la vittoria più bella, forse sarà il titolo più difficile da difendere”
Tadej Pogačar comincia a proiettarsi al 2025. Dopo un 2024 che è stato definito l’anno migliore di sempre nella storia del ciclismo, il fenomeno sloveno è atteso all’ancor più difficile impresa di confermarsi a questi livelli altissimi. Per il momento il suo calendario non è ancora del tutto definito, anche se sostanzialmente resta solo il nodo Giro/Vuelta da sciogliere per poi sistemare i dettagli di un programma che indubbiamente vedrà Tour de France e Mondiali in Rwanda come punti cardine, senza dimenticare la partecipazione alla Milano – Sanremo e la partenza che sembra ormai sempre più plausibile possa essere all’UAE Tour, a fine febbraio.
Premiato recentemente come miglior ciclista sloveno (in attesa di un Vélo d’Or che nessuno può contestargli), per il momento si gode queste settimane di pausa, alternando alcuni impegni istituzionali a momenti di relax con amici, compagna e famiglia. Non manca comunque qualche primo allenamento, anche se resta ancora abbastanza blando, in attesa di volare per la Spagna dove svolgerà il primo ritiro con la UAE Team Emirates, in provincia di Alicante.
“La settimana scorsa faceva molto freddo e non avevo molta voglia di tornare ad allenarmi – spiega scherzando al riguardo a margine della premiazione per il suo quinto titolo di ciclista sloveno dell’anno ai microfoni di Siol – Ora mi attendono alcuni eventi ufficiali, ma intanto un po’ alla volta cominciano i primi preparativi e poi a dicembre andremo con la squadra in luoghi più caldi, dove inizieremo ad allenarci seriamente”.
Lo sguardo intanto comincia comunque ad arrivare alla prossima stagione, che avrà l’inevitabile paragone con questo straordinario anno appena vissuto: “Ho avuto tante belle vittorie e in corse così importanti che non è facile sceglierne una, ma penso che ai mondiali, con la maglia della nazionale, sia un po’ più importante delle precedenti […] Ho preso l’abitudine di difendere il titolo in alcune corse. A volte ha funzionato, a volte no, e non sarà diverso l’anno prossimo. Forse i Mondiali in Rwanda saranno un po’ più particolari, perché è una corsa speciale ed è molto difficile vincere due volte di fila. Solo corridori davvero speciali ci sono riusciti”.
Un’impresa che in tempi recenti comunque è stata ripetuta più volte visti i trionfi di Peter Sagan (2015-2016-2017), unico della storia a riuscirci tre volte, e Julian Alaphilippe (2020-2021), ma prima di loro bisognava risalire al 2006-2007 di Paolo Bettini, al 1991-1992 di Gianni Bugno, con le uniche altre due doppiette consecutive riuscite in precedenza a Rik Van Looy (1960-1961), Rik Van Steenbergen (1956-1957) e Georges Ronsse (1928-1929). Ma entrare nella storia del ciclismo è ormai una abitudine per lui e non gli fa di certo paura, anzi…
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