UAE Team Emirates, Kristoff commenta l’arrivo di Gaviria: “Non sono proprio sicuro di essere pronto per questo”
Alexander Kristoff sorpreso dall’arrivo di Fernando Gaviria alla UAE Team Emirates. Lui che sostanzialmente aveva lasciato lo scorso anno la Katusha – Alpecin per non diventare il numero due dietro Marcel Kittel, si trova ora in una situazione simile nella sua nuova squadra. Velocista atipico, il norvegese vanta comunque successi importanti allo sprint, avendo conquistato anche quest’anno la tappa di Parigi al Tour de France, corsa nella quale si era già imposto a due riprese nel 2014. Numeri ben lontani tuttavia da quelli del colombiano, che in sole due partecipazioni ai grandi giri ha già conquistato sei successi (quattro al Giro d’Italia 2017 e due alla Grande Boucle di quest’anno, che ha tuttavia dovuto lasciare nella 12ª frazione, con l’arrivo delle montagne). Tra i due chiaramente la gerarchia in volata è chiara, ma questa volta il corridore scandinavo sembra accogliere il trasferimento con meno malumore.
“Non so se ci siano altri corridori in squadra che possano aiutare Gaviria più di quanto non possa io – spiega a Procyling.no – Anche se ovviamente preferirei correre per me stesso”. In particolare il riferimento è al Tour, al quale rischierebbe altrimenti di non partecipare anche considerando le ambizioni di alta classifica di una squadra che con Fabio Aru e Daniel Martin ha due pedine importanti. Consapevole tuttavia che con il passare degli anni possano cambiare anche le gerarchie, si mostra dunque pronto a lavorare per il sudamericano.
“Ho vinto la volata più famosa dell’anno, quindi non sono completamente andato – aggiunge – Ma ci sono sempre nuovi corridori più forti, quindi a volte devi fare un passo indietro e lavorare per loro“. Un ruolo che potenzialmente potrebbe ricoprire, pur non essendo ancora certo delle sue capacità in questa nuova veste, si a livello tecnico che mentale probabilmente, visto che significherebbe anche rinunciare ad alcune possibilità in prima persona.
“Non sono proprio sicuro di essere pronto per questo – ammette – Ma se la squadra mi porta al Tour vorrei poter fare al meglio possibile. Fare un brutto lavoro non migliora certo il tuo valore di ciclomercato”. Se dunque nel 2017 era assolutamente
convinto di non voler essere la seconda scelta dietro Kittel, la situazione appare diversa un anno dopo, per la stagione che viene. Dopo il primo ritiro prestagionale del team ad Abu Dhabi, in cui si è presentato anche l’ormai ex corridore della Quick-Step Floors, l’atmosfera sembra dunque abbastanza serena in squadra.
Con il calendario da definire, probabile che i due possano sostanzialmente dividersi i grandi obiettivi, con l’ex campione europeo maggiormente concentrato sulle classiche, pur con la possibilità di giocarsi la vittoria nelle frazioni più mosse nei GT, mentre il nuovo arrivato avrà chiaramente più possibilità negli sprint puri, con eventualmente l’esperto compagno al suo fianco. In alcune classiche, a partire dalla Milano – Sanremo, gli interessi potrebbero anche coincidere (e per questo cozzare), ma dalla collaborazione potrebbero anche nascere vantaggi per entrambi. A loro, con l’importante ruolo dello staff e dei compagni, trovare il modo di coesistere nel reciproco rispetto.
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