Trek-Segafredo, Luca Guercilena contento dei risultati ottenuti: “Mi piace quando ci definiscono la squadra-star pur non avendo grandi stelle”

Luca Guercilena può guardare con il sorriso alla stagione di ciclismo appena conclusa. Mentre i suoi ragazzi e ragazze sono ancora in vacanza (il primo raduno è fissato in Spagna per il 12 dicembre),  l’esperto team manager della Trek – Segafredo è già a lavoro per il 2023, ma in questi giorni a concesso a La Gazzetta dello Sport un’intervista in cui ha tracciato il bilancio del 2022. Se gli uomini si sono messi in mostra soprattutto nei GT, il fiore all’occhiello della squadra è stato rappresentato dalle donne, che, trascinate dalle due azzurre Elisa Balsamo ed Elisa Longo Borghini, hanno conquistato la bellezza di 34 corse.

La formazione statunitense è stata la prima squadra maschile ad investire anche nel ciclismo femminile e i risultati sono davanti agli occhi di tutti: “[Uomini e donne] si sostengono e si incitano reciprocamente, e si prendono in giro anche. Lo staff di meccanici e massaggiatori è intercambiabile, il concetto di parità è sostenuto da tutti gli sponsor, a iniziare da Segafredo e Pirelli. Abbiamo alzato molto l’asticella, dal minimo di stipendio uguale per uomini e donne, ai ritiri unificati”.

Questo progetto è stato reso possibile anche dalla grande crescita del ciclismo femminile in generale: “Dal 2019 sono stati fatti passi da gigante, il movimento femminile è cresciuto in modo esponenziale, e gli indici ci dicono che ha decuplicato il ritorno di immagine. Certo, ha aiutato anche una generazione di ragazze di qualità altissima”.

Il bilancio, quindi, è tutto sommato positivo: “Abbiamo vinto dieci maglie nei campionati nazionali, a testimonianza che siamo una squadra globale. Sono contento che ragazzi passati neopro’ con noi come Pedersen, Lopez e Skjelmose siamo cresciuti molto. E mi piace quando ci definiscono la squadra-star pur non avendo grandi stelle: perché da me conta il gruppo“.

Se il ciclismo femminile italiano è più vivo che mai, come dimostrano anche alcune delle sue ragazze, quello maschile fa, invece, un po’ più di fatica ad emergere: “Sono molto preoccupato, perché non si valutano i trend in calo: non c’è più una squadra WorldTour dal 2017, abbiamo due sole Professional e le vittore diminuiscono. Se un corridore come Ganna garantisce da solo l’80% delle vittorie di livello, vuol dire che c’è un problema”.

Da noi manca proprio il sostegno del sistema-Paese – ha concluso il manager milanese – Gli investimenti nel ciclismo, anche a livello giovanile, devo essere condivisi con i governi, e noi non abbiamo il sostegno adeguato, anche questa è cultura ciclistica che manca: siamo slegati dal Paese. Il ciclismo è diventato sempre più globale, e ci serve il supporto politico statale”.

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