TeamBikeExchange, Simon Yates attende il percorso del Giro “per decidere dove puntare alla classifica”
Simon Yates attende il percorso del Giro d’Italia 2021 per decidere come impostare il suo anno. Il capitano del Team BikeExchange ha infatti già deciso le grandi linee del suo programma, ma un aspetto fondamentale è ancora da definire: in quale GT punterà alla classifica generale? Se è stato annunciato che il britannico sarà al via di Corsa Rosa e Tour de France, con anche i Giochi Olimpici di Tokyo tra i grandi obiettivi dell’anno, resta da prendere la decisione riguardo in quale corsa fare classifica e quale eventualmente approcciarsi con uno spirito più libero, pensando alle tappe. Come fatto da Vincenzo Nibali, appare più logico ragionare al #Giro104 come la corsa in cui lottare ogni giorno fino in fondo, mentre alla Grande Boucle si può crescere di condizione con il passare dei giorni, lavorando anche in funzione delle Olimpiadi. Il britannico attende tuttavia il percorso per fare la sua scelta.
“Aspetto il percorso del Giro per decidere in quale delle due puntare alla classifica – risponde ai microfoni di RadioCorsa, raccontando anche quanto successo con il coronavirus che lo ha colpito proprio durante il Giro – Dopo tutto quello che è successo spero che questa sia una stagione normale. Peri sento bene, non ho postumi. A fine dicembre ho fatto una serie di test a Torino, anche se mi sentivo a posto e infatti è risultato tutto ok. Non vedo l’ora di tornare in gara”.
Il suo sarà inevitabilmente un “programma molto intenso”, che tuttavia andrà ricostruito visto che prevedeva l’inizio alla Volta a la Comunitat Valenciana che proprio ieri ha dovuto dare forfait. In attesa di conoscere la nuova ripartenza, restano comunque i punti fissi già citati, con la partecipazione alla Tirreno – Adriatico che appare confermata come momento chiave del suo inverno. Anche per valutare la condizione fisica e poi costruire il percorso di avvicinamento ai grandi obiettivi, ai quali vuole arrivare dimostrando di aver saputo fare tesoro delle sue esperienze passate: “Con il Giro c’è un rapporto di amore-odio. Nel 2018 ho vinto tappe e indossato la maglia rosa, mentre nel 2019 è stata una delusione. Una top 10 non si butta via, ma puntavo a tutt’altro. Sto imparando a gestire le corse. Il Giro si decide sempre nell’ultima settimana, invece quando ho vinto la Vuelta avevo la maglia già nella seconda settimana. Nel 2018 ho attaccato sempre nella prima metà di corsa e poi sappiamo com’è andata”.
Tra i giovani emergenti appena pochi anni fa, a 28 anni ha già accumulato una buona esperienza con la quale si appresta ad affrontare i giovani emergenti che negli ultimi due anni stanno rivoluzionando le gerarchie e le tradizioni. Crescite che comunque non lo sorprendono più di tanto: “Hindley e Geoghegnart Hart ce li si aspettava al top. Pogacar e Bernal hanno vinto il Tour de l’Avenir, si chiama Tour del futuro per un motivo…”
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