Tadej Pogačar rinuncia alla tripla corona, ma quali altri record avrebbe potuto raggiungere?

Sono solo in sette i corridori che sono riusciti a scrivere il proprio nome nell’albo d’oro di tutte e tre i Grandi Giri, ma nessuno è riuscito a vincerli nello stesso anno. Si tratta di Jacques Anquetil, Felice Gimondi, Eddy Merckx, Bernard Hinault, Alberto Contador, Vincenzo Nibali e Chris Froome. Fra questi Merckx, Hinault e Froome sono gli unici ad averli vinti consecutivamente nell’arco di due stagioni, con l’ex capitano del Team Sky che è riuscito a completare l’impresa in appena 11 mesi, tra il 2017 e il 2018.

Finora tuttavia mai nessuno è riuscito a conquistare i tre Grandi Giri nello stesso anno e solo pochissimi sono riusciti a fare classifica lottando per le prime posizioni in tutti e tre gli appuntamenti nella stessa stagione. Solo in due, infatti, sono riusciti ad entrare in top10 in tutte e tre le corse: Raphaël Geminiani nel 1955 (4°, 6°, 3°, secondo l’ordine attuale, ma all’epoca la Vuelta si correva per prima) e Gastone Nencini nel 1957 (1°, 6°, 9°, sempre seguendo l’ordine attuale).

In tempi recenti hanno affrontato i tre GT con risultati interessanti in classifica sia Carlos Sastre nel 2006 che Alejandro Valverde nel 2016. Il primo corse il Giro da gregario (fu 43°), per poi partecipare capitano al Tour de France segnato dalla squalifica di Floyd Landis, in cui risultò poi terzo, e alla Vuelta, conclusa in quarta posizione. Mentre il secondo fu invece protagonista con un bel terzo posto al Giro d’Italia, sesto al Tour da gregario di Nairo Quintana per poi chiudere, ormai stremato, dodicesimo alla Vuelta, dopo essere rimasto a lungo nelle posizioni di vertice.

Ma c’è anche chi è riuscito a vincere l’ultima corsa, dopo aver fatto un gran lavoro nelle precedenti, pur senza fare strettamente classifica. Un esempio recentissimo visto che si tratta del campione uscente Sepp Kuss che nella scorsa stagione corse sia il Giro d’Italia, al servizio di Primož Roglič, concludendolo in 14esima posizione, che il Tour de France, dove fu fondamentale per il successo di Jonas Vingegaard, piazzandosi 12°, prima di conquistare il successo alla Vuelta.

Lo sloveno, qualora avesse deciso di presentarsi al via da Lisbona, avrebbe potuto provare ad entrare anche in un’altra speciale graduatoria, quella dei corridori che sono riusciti a vincere almeno una tappa in tutti e tre i Grandi Giri nello stesso anno. Finora ci sono riusciti solamente in tre: Miguel Poblet nel 1956 (4 tappe al Giro, 1 al Tour, 3 alla Vuelta), Pierino Baffi nel 1958 (1 tappa al Giro, 3 al Tour, 2 alla Vuelta) e Alessandro Petacchi nel 2003 (6 tappe al Giro, 4 al Tour, 5 alla Vuelta). Da notare che Pogacar avrebbe dunque potuto anche pensare di superare il primato di successi dell’azzurro, essendo arrivato già a quota 12 (anche se il record di tappe in una sola stagione, contando prologhi e semitappe, è di 20, ad opera di Freddy Maertens, tra Tour e Vuelta 1973).

Scenari che tuttavia non vedremo visto che la UAE Team Emirates ha sostanzialmente ufficializzato oggi che il proprio leader non correrà la Vuelta. I tanti giorni di corsa potrebbero portare un sovraccarico di fatica e tensione che avrebbero, non solo conseguenze immediate, ma anche possibili ripercussioni sulle annate successive. Insomma, sarebbe concreto il rischio di sovraccaricare un motore che fin qui ha funzionato perfettamente. L’esempio di Sepp Kuss, ancora una volta, potrebbe essere calzante, dal momento che, dopo l’impegnativo 2023, lo statunitense ha fatto molta fatica in questa stagione dove finora non è riuscito ad ottenere risultati degni di nota. Quello che appare chiaro è che dietro ad una scelta di questo tipo il parere dello staff medico e dei preparatori ha contato molto di più della voglia di entrare di diritto nella storia di questo sport a 26 anni ancora da compiere.

Da sottolineare anche un altro aspetto, ovvero quello relativo ai giorni di corsa accumulati in una stagione. Il classe 1998 non è mai stato un ciclista che ha corso tantissimo all’interno della stessa annata, col suo massimo che risale alla sua prima stagione da professionista, il 2019, quando gareggiò per 62 giorni. Le ultime due stagioni le ha invece concluse rispettivamente con 54 e 49 giorni di gare. Se dovesse effettivamente partecipare al GT spagnolo, unito alle partecipazioni praticamente certe ai Giochi Olimpici, ai Mondiali di Zurigo e a Il Lombardia, lo sloveno chiuderebbe quest’annata con 76 giorni di corse all’attivo. Non certo una cosa impossibile, considerando che lo stesso Sepp Kuss lo scorso anno ne mise insieme 77 e che il suo compagno di squadra João Almeida è da tre stagioni consecutive che supera quota 70, ma sicuramente molto al di sopra delle sue abitudini (che peraltro ha già ampiamente stravolto quest’anno partecipando per la prima volta a due GT nello stesso anno).

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