Soudal-QuickStep, Patrick Lefevere ammette: “Remco è stato eccezionale, c’è stato un momento in cui ho dubitato”

Patrick Lefevere ammette di essere stato sorpreso dal 2023 di Remco Evenepoel. Da sempre convinto sostenitore del suo pupillo, il team manger della Soudal – QuickStep (che non nasconde anche di aver dubitato di lui in alcuni frangenti) cerca sempre anche di difenderlo dalle pressioni eccessive che possono esserci intorno a lui. Se ormai il classe 2000 è abituato a vincere anche ad alti livelli, per il dirigente fiammingo è comunque importante che si continui a procedere per gradi, in modo da continuare il suo percorso graduale verso i massimi livelli. Ed è anche per questo che è stata decisa la sua partecipazione al Giro d’Italia per il prossimo anno, naturale seguito al successo alla Vuelta a España prima di tentare poi l’assalto al Tour de France.

Non vogliamo bruciare le tappe con Remco e nemmeno lui lo vuole – spiega a La Dernière Heure – L’obiettivo è che un giorno possa essere protagonista al Tour, ma abbiamo sempre detto che avrebbe partecipato prima a Giro e Vuelta. Si attiene a questo piano e va benissimo così. Sono convinto che non abbia ancora raggiunto il suo massimo. Dalla Volta ao Algarve in poi è sempre stato all’altezza delle ambizioni per tutto l’anno, vincendo grandissime corse di alto livello su ogni terreno. Anche se sono sempre stato convinto che sia un ciclista eccezionale, è stato davvero impressionante”.

Lefevere non nasconde comunque di aver avuto qualche dubbio sulle capacità di Evenepoel di poter brillare nei GT: “Mi sono preoccupato alla Volta a la Comunitat Valenciana, la sua prima corsa dell’anno, il giorno in cui Aleksandr Vlasov lo ha fatto saltare. Devo ammettere che in quel momento mi sono chiesto se Remco avesse davvero le carte in regola per diventare un giorno un uomo da grandi giri“.

Due settimane dopo poi Evenepoel trionfava in Portogallo, riscattando poi la sofferenza della Tirreno – Adriatico con un buon Giro dei Paesi Baschi, chiuso in quarta posizione (pur perdendo la leadership l’ultimo giorno) prima di tornare in patria per le classiche, concluse con il trionfo alla Liegi – Bastogne – Liegi. Se poi anche il Giro di Svizzera non è stato eccezionale, malgrado la vittoria della crono finale, la lunga pausa seguita ai campionati nazionali lo ha visto tornare alle corse ad altissimo livello, trionfando alla Clasica San Sebastian, antipasto del trionfo alla Vuelta a España (condito da due vittorie di tappa) e del successo ai Mondiali di Wollongong.

Non un caso secondo Lefevere che il meglio sia arrivato proprio dopo un lungo periodo di allenamento solitario: “Si trova molto bene in ritiro. Non gli dispiace allenarsi da solo per settimane intere. Non gli pesano questi sacrifici. Appartiene a una generazione che preferisce non prendere il via se non può pesare sulla corsa. Preferirà sempre un ritiro a una corsa nell’anonimato. D’altro canto, non ha neanche bisogno di correre ogni tre giorni”.

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