Osymetric, le corone ovali amate da Chris Froome “sull’orlo del fallimento”

Osymetric non è mai riuscito a conquistare il pubblico. Malgrado numerosi studi proposti che hanno dimostrato l’effettivo risparmio di energia, conquistando un big come Chris Froome, la catena ovale non è mai diventato un must in gruppo, né tantomeno tra gli appassionati. Nonostante da oltre venti anni il produttore francese si sia speso, economicamente ma non solo, per sviluppare il suo prodotto considerato rivoluzionario, l’azienda sembra ormai vicina alla chiusura, sostanzialmente per mancanza di clienti, tanto tra i professionisti che gli amatori. In un periodo in cui tutti sono alla ricerca dei marginal gains, l’azienda transalpina non è dunque riuscita a convertire le masse ad un prodotto che probabilmente ha pagato le difficoltà di adattamento necessarie.

“Sto cercando di tenere in piedi l’azienda per un po’, dicendomi che potrebbe esserci la possibilità che un’azienda si svegli e acquisti i brevetti, non si sa mai – spiega Jean-Louis Talo a L’Equipe -. Sto resistendo il più possibile, fino alla ripresa delle competizioni in marzo-aprile. Ho rinunciato al mio stipendio, lavora solo mia moglie”. Se alcuni fedelissimi continuano ad ordinare prodotti, manca tuttavia un commercio a larga scala, nonché ormai anche la visibilità che inizialmente gli arrivava dai successi del campione britannico, che generava un forte interesse. Se il classe 1985 continua ad usare il prodotto, diventando di fatto un ambasciatore di questa ormai non più novità, mancano nuovi ciclisti e squadre professionistiche che credono nel prodotto, fornendo così il loro supporto, diretto e indiretto.

Eppure, Talo continua a ribadire con fermezza la superiorità della sua corona ovoidale, che permette di assorbire i punti morti durante il ciclo di pedalata, consento ai corridori uno sviluppo migliore, arrivando ad ottenere “una potenza superiore dell’11-12%” e “riducendo  l’affaticamento del 10%”. Cifre che l’imprenditore transalpino ha ottenuto tramite alcuni studi, tra i quali l’ultimo molto recente, svolto nel maggio dello scorso anno dall’Università di Montpellier.

Malgrado un forte impatto iniziale nel 2012 grazie anche a Bradley Wiggins, portando a quadruplicare le vendite che sono rimaste alte in seguito grazie alle imprese di Chris Froome, negli anni successivi tuttavia il fatturato è calato. Secondo Talo sarebbe colpa di una concorrenza spietata, economicamente più forte, che ha saputo sfruttare meglio il mercato e il proprio potere in un gruppo che definisce “più sensibile al marketing che alla scienza”. In particolare Talo punta il dito contro Shimano, che avrebbe spinto Wiggins a lasciarlo dopo la vittoria al Tour 2012. Alcune squadre sarebbero anche state interessante, effettuando dei test “in segreto”, ma alcuni sponsor si sarebbero poi opposti all’introduzione.

Il fatturato dell’azienda è così ormai in picchiata e servirebbe un mezzo miracolo per poter invertire la rotta. Una parte importante potrebbe averla nuovamente Chris Froome, che anche quest’anno alla Israel – Premier Tech continuerà ad usare la sua ormai tradizionale corona ovale. La rinascita del Keniano Bianco potrebbe essere anche quella di Osymetric… “Sulle salite può erogare il 10% di watt in più rispetto agli altri e avere meno acido lattico. Lo so, e lo sa anche lui”, conclude Talo, che non vuole smettere di sperare…

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