Lidl-Trek, Thibau Nys: “Non so ancora che tipo di corridore sono, ma non sarò mai un velocista: nelle volate, a volte, capitano cose da criminali”

Thibau Nys ha solo 21 anni, ma può essere già definito un corridore affermato. Nel ciclocross è uno dei migliori interpreti, soprattutto in chiave futura, e su strada ha già raccolto 6 vittorie da professionista. La Lidl-Trek ha puntato molto sul belga, figlio d’arte, e lui sta ripagando la squadra statunitense con prestazioni sicuramente convincenti. Le ultime, in ordine di tempo, sono state quelle sfoderate al Giro di Ungheria 2024, dove Nys ha vinto due tappe e la classifica generale, completando nel migliore dei modi una settimana di gara abbastanza esigente, al cospetto di corridori di primo piano.

Il talentuoso belga è stato spesso accostato a corridori di altissimo profilo, come Wout van Aert e Mathieu van der Poel, anche per via della comune attività sui tracciati di ciclocrosso, ma il belga cerca di stare lontano da quelle pietre di paragone. “Non sono il nuovo Wout o il nuovo Mathieu – le parole di Nys in un’intervista concessa a Het Nieuwsblad – Non ci ho neppure pensato. Loro sono due corridori eccezionali. Io trovo difficile paragonarmi a qualche altro atleta. Al momento, non so neanche che tipo di corridore sono. Simile a Michael Matthews? Credo di andare più in forte in salita. Forse un po’ più vicino al primo Philippe Gilbert, magari. Credo, comunque, di avere caratteristiche simili a quelle di Julian Alaphilippe, anche se non so andare forte in salita come fa lui e tanto a lungo come fa lui”.

Dopo le buone prove al Giro di Romandia e i successi in Ungheria, Nys ha deciso di inserire anche il Giro di Svizzera 2024 nel suo programma: “Però li ci saranno salite vere e per me sarà troppo dura pensare di fare classifica. Un giorno, però, potrei provarci alla Tirreno-Adriatico. Ma per competere in quel tipo di gare dovrò lavorare sulle mie capacità a cronometro. Non sarò mai uno specialista, ma ad ora non so che livello potrò raggiungere”.

Il 21enne di Bonheiden si sofferma su un altro fondamentale del ciclista, la volata: “Secondo il mio allenatore ho le gambe da velocista, ma non la testa. Ha assolutamente ragione. I velocisti sono pazzi. Non voglio essere associato a quel mondo. Quello che capita nelle volate a volte è da criminali. Letteralmente da criminali. E non sto parlando di quel che è successo al Romandia, quando mi sono trovato chiuso, perché quello non è stato neanche così male”.

Nys aggiunge: “Ho provato cose peggiori durante il Giro di Ungheria. Se andate a guardare le riprese dall’alto degli ultimi 1500 metri della prima tappa, potreste pensare di mettere 5-6 uomini in carcere – le parole del giovane belga – A 65/70 chilometri all’ora, si vedono corridori che si spingono con le mani. Poi, ogni volta che partecipo a una volata, la trovo un’esperienza interessante da cui imparare, ma davvero sono felice di non dovermi guadagnare lo stipendio facendo quelle cose”.

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