Jumbo-Visma, la crescita di Christophe Laporte era attesa: “Con noi ha potuto migliorare allenamento, alimentazione e materiali”

Christophe Laporte è stato uno dei corridori più sorprendenti della stagione 2022. Che il francese fosse un buon corridore si sapeva, ma la sua annata è stata a dir poco eccellente: vittoria di tappa alla Parigi-Nizza 2022 e al Tour de France 2022, una frazione e la generale al Giro di Danimarca 2022 e, per finire, anche il successo alla Binche-Chimay-Binche 2022. Impossibile, poi, non considerare il secondo posto al Mondiale in linea di Wollongong 2022, oltre al posto d’onore occupato anche alla Gand-Wevelgem 2022 e alla E3 Harelbeke 2022. In casa Jumbo-Visma, la squadra cui Laporte, 30 anni il prossimo dicembre, si è unito dopo una lunga permanenza alla Cofidis, tutto questo è stato tutto fuorché sorprendente.

“Avevamo fatto molte ricerche su Laporte – le parole del direttore sportivo neerlandese Merijn Zeeman raccolte da Wieler Revue – E sapevamo che c’erano tanti progressi che potevano essere fatti. Con Christophe i margini di miglioramento erano amplissimi in termini di allenamento, alimentazione e materiali. Inoltre, lui non aveva mai fatto prima un periodo di allenamento in altura. Non era scontato che crescesse tanto, ma noi stavamo cercando proprio quel tipo di miglioramento”.

Zeeman rivela che per il futuro in casa Jumbo-Visma c’è un altro corridore atteso a una simile esplosione: “Pensiamo che possa essere lo stesso per Attila Valter (che si unirà alla squadra neerlandese all’inizio del 2023 dopo aver lasciato la Groupama-FDJndr). Chiaro che se un corridore arriva dalla Ineos Grenadiers ci può essere un progresso minore, ma quando gli atleti arrivano da squadre più piccole, è una cosa che può succedere”.

L’esplosione di Laporte ha attirato anche qualche commento negativo in direzione Jumbo-Visma: “Sì, è vero, in particolare dopo la vittoria di Laporte al Tour de France si sentiva qualche voce invidiosa. Forse quell’occasione è stata dura da mandar giù per le altre squadre, perché siamo riusciti a essere dominanti. Ma nello stesso tempo, ce lo saremmo dovuti immaginare, perché noi rimaniamo umili. Non ci capita mai di usare il megafono per dire quanto siamo bravi e forti”.

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