Jayco AlUla, Michael Matthews racconta dell’embolia polmonare avuta in ritiro: “Se avessi continuato ad allenarmi per un altro giorno o due, probabilmente non sarei sopravvissuto”

Michael Matthews rivela di aver rischiato la vita negli scorsi mesi. Assente dalle corse da inizio maggio a fine agosto, l’australiano aveva dovuto saltare il Tour de France dopo che, nel corso del ritiro in quota in preparazione alla Grande Boucle, aveva mostrato segni di un’embolia polmonare che lo avevano costretto a fermarsi per evitare rischi per la sua salute e permettergli di curarsi. Tornato di recente alle gare, solo ora il 34enne del Team Jayco AlUla ha però svelato, in un’intervista rilasciata a Rouleur, quanto grave era stato il suo problema, che avrebbe anche potuto avere conseguenze fatali.

I medici mi hanno detto che se avessi continuato ad allenarmi per un altro giorno o due, probabilmente non sarei sopravvissuto – ha raccontato Matthews – Un giorno mi sono allenato in altura come al solito, il giorno dopo ero in ospedale. Ero a circa una settimana e mezzo dal mio ritiro di tre settimane quando non riuscivo più a respirare. Ho sentito un dolore acuto e lancinante al petto. Ho continuato ad allenarmi, pensando che fosse un’allergia. Stavano falciando l’erba e io ne soffro particolarmente”.

“La fine del ritiro si avvicinava – ha proseguito l’australiano – Dovevo fare alcuni esercizi, ma non riuscivo a farne nemmeno uno. Avevo mal di testa e quando pedalavo in salita cadevo dalla bicicletta. Allora ho deciso di andare in ospedale. Dopo esami e analisi, hanno scoperto dei coaguli di sangue nei miei polmoni. Sono rimasto in ospedale per giorni e ho assunto anticoagulanti per tre mesi“.

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