Giro delle Fiandre 2022, le dichiarazioni di Bettiol, Gilbert, Sagan alla vigilia

Bettiol, Gilbert, Sagan, parole mai banali quelle dei recenti vincitori del Giro delle Fiandre. Manca poco, pochissimo al via della 106 esima edizione della Ronde, e la tensione, con o senza Wout van Aert, è già alle stelle. L’assenza di una squadra in grado di tenere la corsa, la rende ancora più imprevedibile e, ad eccezione di Mathieu Van der Poel, attualmente il favorito numero uno, la chance di arrivare vittoriosi ad Oudenaarde è presente per molti. Tutti e tre i recenti vincitori della classica hanno evidenziato una cosa che la rende unica: l’imprevedibilità. L’assenza dei vari Tom Boonen o Fabian Cancellara, l’ha resa ancora più sfacciata negli ultimi anni, ed è impossibile sapere quale e quando ci sarà la mossa giusta.

ALBERTO BETTIOL, vincitore del Giro delle Fiandre nel 2019 – Il Fiandre è una corsa molto intensa che “ti passa veloce”, anche se è così lunga, nel senso che non hai mai fasi di riposo e devi essere sempre concentrato. Quando tre anni fa ho attaccato, m’aspettavo d’essere ripreso: intanto perché non avevo mai vinto una corsa e di certo non m’aspettavo di farlo per la prima volta al Fiandre! Volevo solo anticipare l’ultima salita e portare con me qualcuno, perché non arrivare coi velocisti al traguardo, ma nemmeno restare solo in fuga! Per fortuna, il gruppo non ha trovato un buon accordo e ho vinto. Pur mettendoci molto tempo per capirlo, ho realizzato che quel giorno ero il più forte e oggi, essendo questa corsa unica e speciale, i belgi mi trattano come un belga “solo” perché l’ho vinta.

PHILIPPE GILBERT, vincitore del Giro delle Fiandre nel 2017 – Al Fiandre, come in tutte le Classiche del Nord, devi semplicemente attaccare. Perché se aspetti, perdi. Quando ho vinto la corsa nel 2017, con il gruppo in rimonta a due chilometri dall’arrivo, mi son detto: «Hai 30 secondi di vantaggio per vincere la classica più bella del mondo». E ho dato tutto perché s’avverasse. Perché ho alzato la bici sul traguardo? Perché vincere è bellissimo, ma farlo con stile è unico. E poi volevo rendere il momento indimenticabile, forse non solo per me.

PETER SAGAN, vincitore del Giro delle Fiandre nel 2016 – È una corsa imprevedibile, ogni anno diversa, e fin dalla partenza devi studiare ogni movimento in gruppo e non mollare mai perché tutto sia possibile fino all’ultimo attacco. Fino a pochi anni fa, ai tempi dei “veri leader”, il momento chiave era quasi sempre lo stesso e tutti già sapevano. Oggi invece è molto difficile capire quale sarà il luogo giusto al giusto istante. Devi seguire il flusso, tutti contro tutti: il Fiandre è senz’altro una delle gare più difficili da interpretare prima e vincere poi.

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