Giro dei Paesi Baschi 2021, Tadej Pogacar: “Una delle tappe più dure mentalmente e fisicamente”
L’ultima tappa del Giro dei Paesi Baschi 2021 non ha decisamente sorriso a Tadej Pogacar. Il gioiellino della UAE Team Emirates ha subito oggi probabilmente la prima grande sconfitta della sua carriera in una corsa a tappe, con la formazione emiratina che deve chiaramente riflettere su come sono andate le cose e sugli errori commessi. Quella che alla partenza era infatti una arma in più, ovvero avere la maglia con Brandon McNulty e la possibilità di colpire con lo sloveno, si è rivelato invece il punto debole che ha portato alla netta sconfitta per mano di Primoz Roglic e della sua Jumbo – Visma.
“Ci aspettavamo le cose sarebbero andate in maniera diversa – ammette ai nostri microfoni – Quando la Astana si è messa davanti abbiamo perso posizioni e si è creato un buco a causa di un corridore della Ineos-Grenadiers. A quel punto era troppo tardi per chiudere. Con Marc abbiamo provato a tornare sotto, ma era il momento più complicato, con quella salita così ripida, che non era la più adatta a Brandon. Poi è diventata una corsa per il terzo posto. È stata una giornata dura e ho provato a lottare fino alla fine”.
La presenza dello statunitense lo ha evidentemente limitato in alcuni momenti, costringendolo ad alcuni tentennamenti che altrimenti non avrebbe avuto. Così come una posizione in gruppo diversa, con riferimenti diversi nei momenti chiave. “Sapevamo che questa tappa non sarebbe stata adatta a Brandon, quindi quando ha iniziato a fare fatica gli ho chiesto se voleva che restassi con lui o potevo andare – aggiunge – Sarebbe stato diverso se tutti fossimo stati assieme, ma con Roglic e altri corridori davanti bisognava prendere quella decisione. Perdere in discesa in quel modo è un po’ frustrante, ma fa parte del ciclismo. Non potevamo farci niente, eravamo in posizione perfetta in cima alla salita. Forse potevamo rischiare qualcosa in più, ma perché rischiare troppo in discesa? Abbiamo provato a chiudere, ma poi c’era la salita poco adatta a Brandon. Ci abbiamo provato, ma è andata così”.
Tra i momenti più difficili della sua giornata, anche il dover gestire la mancata collaborazione, che ha reso complicata anche la gestione nervosa dell’inseguimento. “Questa è stata sicuramente una delle tappe più dure che ho mai fatto, mentalmente e fisicamente – spiega – Quando non vieni aiutato in un gruppetto di 5-10 corridori, né in salita, né in discesa, né in pianura, è un momento difficile, perché ti rendi conto che perdi tempo e non puoi fare niente. Ma in salita sono andato bene e sono abbastanza felice della mia prestazione“.
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