Dsm-Firmenich PostNL, la nuova vita di Fabio Jakobsen: “Doloroso lasciare la Soudal-QuickStep, ma qui c’è spazio per un velocista che vuole vincere nei Grandi Giri”

Fabio Jakobsen è stato uno dei nomi caldi dell’ultima sessione di CicloMercato. Il velocista neerlandese, campione europeo a Monaco 2022, ha lasciato la Soudal-QuickStep e si è accasato nella Dsm-Firmenich PostNL, formazione che cercava un finalizzatore per poter riprendere a macinare quelle vittorie che sono mancate negli ultimi anni. Jakobsen è reduce comunque da una stagione non al livello delle precedenti: per lui il 2023 si è chiuso con 7 vittorie, di cui una sola in corse di livello WorldTour, nel corso della Tirreno-Adriatico. L’auspicio del corridore, e della squadra, è di tornare dunque uno dei nomi più caldi del panorama delle volate.

“La differenza nella mia scelta l’ha fatta il pieno sostegno alle mie volate da parte della squadra – le parole di Jakobsen raccolte da GCN – Come velocista, non hai sempre il lusso di poter ambire a una grande squadra, perché hanno tutte uomini di classifica con ambizioni. Se sei un velocista forte, vuoi vincere volate nei Grandi Giri, ma se la squadra ha un uomo di classifica, non porta corridori buoni per impostare le volate. Alla QuickStep, negli anni, questo non avveniva, ma poi è cambiato tutto con l’arrivo di Remco Evenepoel“.

Jakobsen, comunque, non porta rancore: “Remco è uno su cui è giusto investire e se io fossi stato a capo della squadra farei la stessa cosa. Per me, sul personale, è stato doloroso, ma ho compreso la situazione. Il modo in cui Patrick Lefevere lavora è semplice: se non può offrirti il meglio, non ti offre nulla. Quindi, nel mio caso, la Soudal-QuickStep non mi ha presentato alcuna offerta di rinnovo e non ho neanche dovuto scegliere se rimanere o meno”.

Lo stesso Jakobsen svela di aver parlato, oltre che con la Dsm-Firmenich Post NL, con “Bora-hansgrohe, Lidl-Trek, Arkéa-B&B e Israel-Premier Tech, oltre alla Groupama-FDJ. Io però ho scelto abbastanza in fretta, per via delle radici storiche di questa squadra, per quello che hanno in mente di fare e per il programma che mi è stato prospettato. Ci siamo trovati bene, mentre le altre squadre stavano temporeggiando un po’ per capire cosa fare”.

Sulle ambizioni del velocista neerlandese pende una sorta di maledizione: “Sì, lo so che si dice che tanti corridori, una volta che lasciano la QuickStep non vanno più come prima – le parole di Jakobsen – Direi che Wout Poels ce l’ha fatta, e anche Matteo Trentin e Michał Kwiatkowski. In effetti, poi, non ce ne sono molti altri. Ma il modo in cui quella squadra era strutturata per i velocisti era fenomenale, con campioni che vincevano le Classiche che ti tiravano le volate… Per dieci anni, una cosa del genere era impensabile da vedere in altre squadre. Quella struttura, però, adesso non c’è più”.

Jakobsen trova ora un treno di cui faranno presumibilmente parte l’australiano Alex Edmondson e i neerlandesi Timo Roosen (arrivato dalla Jumbo-Visma) e Bram Welten, che ha invece lasciato la Groupama-FDJ: “Devo ancora parlare con Roy Curvers, il mio allenatore – il commento del corridore – Di certo, sono contento dei ragazzi che ci sono qui. Chiaro, non c’è uno come Michael Mørkøv, ma c’è un grande potenziale e magari un nuovo Mørkøv potrà svilupparsi proprio qui. Bisogna credere nel progetto e io sono molto fiducioso sulla composizione della squadra. Penso che potremo vincere insieme più di qualche corsa: nell’ambiente c’è una grande energia, ma dovremo essere in grado di canalizzarla nella giusta direzione”.

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