Cofidis, si chiude una stagione in calando: “Ci siamo rilassati dopo le vittorie del 2023 – Zingle? Forse rimpiangerà di essere andato a fare il portaborracce”

Tanto entusiasmo nel 2023 quanta delusione nel 2024. La Cofidis è passata da una stagione quasi memorabile, con due vittorie di tappa al Tour de France 2023, a un’annata, quella appena conclusa, trascorsa su tonalità molto basse. La squadra WorldTour francese ha raccolto solo cinque successi in tutta la stagione, concludendo il periodo con la ventesima posizione nella classifica mondiale, alle spalle di diverse formazioni Professional. La dirigenza ha già scelto di intraprendere la via della ristrutturazione dell’organico, dato che saranno 10 i nuovi corridori all’inizio della prossima stagione.

Prima di guardare al futuro, però, il direttore generale Cédric Vasseur prova ad analizzare quel che non ha funzionato: “Nel ciclismo le cose vanno raramente in maniera lineare, secondo le aspettative – le parole del francese raccolte da CyclismActu – Abbiamo rallentato rispetto alle annate 2022 e 2023. Ci sono parecchie spiegazioni, ma la principale è che, semplicemente, non siamo stati all’altezza. Abbiamo sprecato delle occasioni e, in generale, c’è stata anche una specie di rilassamento dopo i successi al Tour 2023. Le cose sono iniziate male già in Australia, con intoppi e cadute, e da lì siamo entrati in una spirale negativa da cui non siamo più usciti”.

Qualcosa di buono però c’è stato: “La vittoria di Benjamin Thomas al Giro d’Italia – il pensiero di Vasseur – Quel momento ha dato nuova energia al gruppo e da lì siamo riusciti a mettere insieme qualche successo. Ma il finale di stagione è stato come l’inizio: siamo stati un po’ più presenti, ma solo questo non basta a dimostrare lo status di squadra di livello WorldTour”.

Della prossima Cofidis non farà parte Axel Zingle, che, sulla carta, avrebbe dovuto essere uno dei corridori di riferimento per il 2024 e che andrà alla Visma|Lease a Bike dopo una stagione controversa: “Già lo scorso gennaio volevamo discutere con lui del rinnovo del contratto – rivela Vasseur – È stato lui a ritardare le trattative e forse possiamo dire che aveva già firmato per la nuova squadra. In ogni caso, noi abbiamo avuto la sensazione che Zingle stesse perdendo slancio già all’inizio della stagione e abbiamo dovuto persino toglierlo dal nostro gruppo per le Classiche del Nord. Al Tour de France, poi, lui ha voluto provare a uscire dalle strategie della squadra, ma la cosa non ha funzionato, per nessuno”.

Vasseur aggiunge: “Alla Cofidis lui era sicuro di essere un capitano e non sono sicuro che sarà così anche alla Visma. È una scelta di carriera, l’ho fatto anche io ai miei tempi. Forse tra un anno o due, Zingle potrà dire di aver fatto la scelta giusta o, al contrario, penserà che avrebbe dovuto rimanere alla Cofidis da leader e non andare a fare il portaborracce, correndo in supporto di Wout van Aert“.

Il dirigente francese si sposta anche su temi di attualità, a livello generale: “Non abbiamo una squadra Under 23 e non credo la avremo a breve termine – le considerazioni di Vasseur – Servirebbero almeno 1,5 milioni di Euro per allestire la struttura, cosa che indebolirebbe i fondi a nostra disposizione, che sono già fra i più bassi del WorldTour. Vogliamo vedere come evolveranno le cose dal punto di vista delle regole UCI: io sono molto favorevole alla tutela della squadra che fa crescere un giovane corridore. Al momento, però, tu puoi perdere un atleta promettente senza che ti arrivi nemmeno un ‘grazie’… Quando ci sarà la garanzia che questo non succederà più, allora vedremo come muoverci”.

Nei giorni scorsi si era levata qualche voce preoccupata intorno allo stato di salute del ciclismo francese: “Io non sono così pessimista – argomenta Vasseur – Oggi la Francia ha quattro squadre nel WorldTour, pensate all’Italia che non ne ha neanche una da anni. Però, sono d’accordo sul fatto che il sistema in cui operiamo non sia né giusto né leale. Dobbiamo gareggiare contro squadre che non hanno i nostri stessi vincoli finanziari e questo danneggia il ciclismo francese. Se guardi la classifica a squadre UCI, stai guardando anche quella dei fondi a disposizione della singola squadra. Non so se il tetto agli stipendi possa essere una soluzione: quelli che possono permettersi di spendere di più, troverebbero comunque il modo di aumentare artificialmente il budget a disposizione. Serve un sistema equo, in cui tutte le squadre abbiano gli stessi vincoli e le stesse regole”.

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