Cofidis, il non confermato Harrison Wood: “Dicono che non ho raccolto abbastanza punti UCI, ma se devo fare il gregario come faccio a raccoglierli?”

La prossima stagione, quella 2025, sarà chiave per molte squadre professionistiche. Si concluderà infatti il triennio valido per l’assegnazione delle prossime licenze WorldTour (2026-28) e la classifica UCI sancirà quali formazioni potranno tenersi la preziosa “certificazione”, quali dovranno rinunciarvi e quali invece potranno essere promosse dal rango Professional. Con due stagioni su tre negli archivi, la graduatoria è già abbastanza indicativa, tanto che si può parlare, a scanso di sorprese clamorose, di una lotta fra cinque squadre per gli ultimi due posti disponibili. Di queste, quattro sono attualmente WorldTour e proprio in questi ambiti le scelte di CicloMercato non possono che andare nella direzione della “raccolta punti”.

Questo però causa movimenti a cascata, che finiscono per svantaggiare alcuni corridori, rispetto ad altri. È il caso di Harrison Wood, che è passato professionista nel 2023, quindi a inizio triennio, con la Cofidis e che da allora ha raccolto 120 punti UCI in due stagioni. Per dare un parametro di confronto, uno dei corridori più prolifici della squadra francese, Guillaume Martin, nello stesso periodo ne ha raccolti poco più di 1500. La Cofidis è una delle tre WorldTour che nella prossima stagione dovrà lottare per “non retrocedere” ed ecco che il panorama di carriera di Wood cambia radicalmente.

“All’inizio del 2024, stavamo già discutendo del rinnovo del mio contratto – le parole del 24enne britannico raccolte da Rouleur –  Poi, più o meno a marzo, mi hanno detto di aspettare un po’. E da allora è stato tutto un prendere tempo. È frustrante, ora mi ritrovo nei guai perché la situazione della classifica a squadre è diventata più importante e la squadra è entrata in una finestra di mercato in cui ha bisogno di prendere corridori che fanno punti. Dal loro punto di vista posso capirli, perché se non ci sono fanno punti perdono la licenza WorldTour, ma non può diventare un mio problema se mi dici che non devo fare io i punti e poi non lo faccio. Arriviamo ad agosto e mi dici ‘non hai raccolto punti’… È strano”.

Wood ha affrontato diverse corse importanti, fra cui il Giro d’Italia 2024: “È dura vincere o fare punti quando ti trovi davanti gente come Tadej Pogačar – le parole del britannico – In quelle gare credo di aver fatto buone cose ed essere migliorato tanto, ma a quanto pare non sono migliorato abbastanza per stare alla Cofidis. Se avessi avuto la possibilità di cercare risultati per me in corse meno importanti, sono sicuro che avrei avuto le qualità per ottenerli”. 

Il futuro di Wood alla Cofidis pare compromesso: “Il direttore (Cédric Vasseur – ndr) dice che ci sono ancora due posti liberi, ma pare che non ce ne sarà uno per me. Se l’avessi saputo ad aprile, avrei corso in modo diverso, cercando di fare risultati. È frustrante sapere che ho fatto bene il lavoro che mi hanno chiesto, ma che probabilmente mi diranno che non posso rimanere. Se fai il gregario alla Visma o alla UAE, e poi i tuoi capitani vincono, le persone vedono il lavoro che fai, perché sei in testa al gruppo. Nelle squadre più piccole, meno persone si rendono conto di quel che fai”.

Il problema starebbe quindi nel sistema delle licenze WorldTour, con promozioni e retrocessioni: “Se non ci fosse, ci sarebbero molti corridori della mia età che avrebbero ancora davanti uno o due anni per crescere e migliorare – il pensiero di Wood, che ha comunque contatti aperti con un’altra squadra WorldTour e con una Professional – Dato però che le squadre sono preoccupate dalla faccenda dei punti, queste non sostengono un giovane corridore e vanno a prendere i 35enni che possono garantirgli ancora qualche punto in più“.

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