Bahrain-Merida, Nibali riparte dall’Argentina: “Quasi una tradizione” Poi ribadisce i suoi grandi obiettivi e omaggia Contador

Poche settimane ormai in vista del debutto stagionale di Vincenzo Nibali. Per quella che “ormai è diventata una tradizione”, il capitano della Bahrain – Merida partirà dunque dalla Vuelta a San Juan, corsa che considera “una sorta di portafortuna per il resto dell’anno”, potendo approfittare del buon clima, “lontani dal freddo europeo”, anche per allenarsi nei giorni precedenti la corsa. Vincitore del Tour de San Luis 2010, la corsa che sino a due anni fa era collocata in calendario rispetto a quella attuale, di cui ha sostanzialmente ripreso organizzazione e management, lo Squalo dello Stretto non si pone dunque grandi obiettivi in questa prima uscita annuale.

L’obiettivo è infatti soprattutto iniziare ad accumulare chilometri, cercando magari di onorare la sua partecipazione con un successo parziale. “Sarà difficile puntare alla vittoria finale – precisa – Sarà la prima gara dell’anno e la forma fisica non sarà ottimale, ma mi piacerebbe comunque puntare ad una tappa. Lo scorso anno stavo per conquistarne una con una lunga fuga, ci riproverò”.

Ormai il 2017 è dunque alle spalle, così come lontane cerca di tenere da sé le polemiche intorno al Caso Froome. Ma d’altro canto la stagione appena conclusa ha confermato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che il siciliano è in grado di giocarsi i successi nei Grandi Giri, così come nelle Classiche. Rincuorato da questi risultati, Nibali punterà quest’anno al Tour de France, ma anche alle corse di un giorno, con Liegi – Bastogne – Liegi e soprattutto il Mondiale di Innsbruck 2018 nel mirino. Per farlo, sono arrivati rinforzi importanti, che lo aiuteranno nella rincorsa dei suoi obiettivi maggiori.

Saremo una squadra più competitiva – aggiunge – Sono arrivati corridori esperti come Gorka Izagirre e Domenico Pozzovivo, e giovani di talento come Matej Mohoric. Formiamo un grande gruppo”. Per lui, ma anche con la possibilità di essere indipendenti nelle corse in cui l’uomo faro non ci sarà, a partire dal Giro d’Italia in cui sarà lo scalatore lucano ad ereditarne in gradi di capitano. L’anno scorso la squadra conquistò in tutto 13 successi, il primo proprio in Argentina con Ramunas Navardauskas, vincitore della crono. Quest’anno l’obiettivo dell’intera squadra è fare ancora meglio.

In attesa di conoscere cosa sarà di Froome, il messinese è l’ultimo corridore in attività ad aver conquistato la Tripla Corona. Come lui sino a pochi mesi fa c’era anche Alberto Contador, che quest’anno ha appeso la bici al chiodo. Un suo grande rivale, che indubbiamente mancherà al ciclismo, ma anche allo Squalo stesso. “Senza Alberto il ciclismo sarà probabilmente meno divertente – ammette Vincenzo – Corridori come lui piacciono molto alla gente perché non si arrendono mai e sono sempre pronti a stupire. Credo che mancherà a tutti, anche a noi corridori. È stato sempre un esempio per molti”.

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