Adriano Malori dopo le critiche di Lefevere: “Alaphilippe come Sagan, è troppo vecchio per il ciclismo moderno”
Adriano Malori dice la sua su Julian Alaphilippe dopo le recenti critiche di Patrick Lefevere. Senza entrare nel merito di una diatriba che comprensibilmente definisce di “pessimo gusto”, l’ex corridore e ora esperto coach sottolinea invece un aspetto interessante che si collega al nuovo trend del ciclismo, sempre più spesso fatto di giovani fenomeni che esplodono molto presto. Il due volte iridato è stato uno dei precursori di questa tendenza, visto che dopo il suo passaggio nei professionisti nel 2014, ad ancora 21 anni, gli bastò un anno per issarsi nelle gerarchie mondiali visto che la primavera successiva salì sul podio di Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi, battuto solamente da un Alejandro Valverde in stato di grazia.
“Al talento francese è successo esattamente ciò che è successo a Sagan, a 32 anni è troppo ‘vecchio’ per il ciclismo moderno”, commenta dunque il vicecampione del mondo a cronometro proprio del 2015, pochi mesi prima del terribile incidente che lo portò poi, due anni dopo, al definitivo ritiro.
“Alaphilippe ha ottenuto risultati strabilianti fin da subito e, così come Sagan, dopo i 30 anni si è spento – prosegue nella sua analisi – Facciamo un esempio…Oggi al Laigueglia nei primi 5 c’erano ben 4 ciclisti sotto i 21 anni e in generale l’età dei big delle due ruote si è abbassata vertiginosamente, basti pensare ad Evenpoel e Pogacar. Provate a pensare quanti top rider ci sono nel ciclismo sopra ai 30 anni? Solo uno, Roglic perché fino a 20 anni saltava con gli sci e usava la bicicletta solo per allenamento”.
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