Israel Start-Up Nation, Chris Froome: “Felice di essere stato di nuovo davanti in strada verso risultati migliori in futuro”

È con spirito ottimistico che Chris Froome ha chiuso un Tour of the Alps 2021 che lo ha visto per la prima volta nella fuga del mattino dopo oltre dieci anni e per la prima volta all’attacco, in testa alla corsa, da quella cavalcata solitaria con cui si impose al Giro d’Italia 2018. Quello splendido trionfo avvenuto ormai quasi tre anni fa resta, ad oggi, l’ultimo successo da professionista di un corridore che dall’incidente avvenuto nel giugno del 2019 appare ancora l’ombra di sé stesso. Una caduta violenta che ha fatto pensare anche che potesse essere costretto a dare l’addio al ciclismo. Non è successo, ma sinora il Keniano Bianco capace di conquistare quattro Tour de France, due Vuelta a España e un Giro d’Italia (per un totale di sette GT conquistati in 14 edizioni, di cui 11 concluse quantomeno sul podio) non è ancora tornato.

Un lungo processo che lo scorso anno lo ha portato all’addio alla sua Sky, ormai diventata Ineos Grenadiers, con l’approdo alla Israel Start-Up Nation che attorno a lui si è ulteriormente rafforzata. Se nel finale della passata stagione si erano nuovamente visti segnali incoraggianti (anche se il miglior piazzamento dell’anno resta un 30° posto), ci si aspettava qualcosa in più da questa prima parte del 2021 e le cose non stanno certo andando come sperato. Al momento il miglior piazzamento in una tappa è il 22° posto nella quarta dell’UAE Tour (che in realtà era una giornata per velocisti), ma è soprattutto averlo visto faticare così tanto nella corsa euroregionale appena conclusa che ha fatto suonare l’ennesimo campanello di allarme.

L’impegno, la dedizione e la voglia di soffrire di Froome non si discutono, ma continua ad esserci qualcosa che non va. Sin dal primo giorno il corridore britannico è apparso in difficoltà, accumulando un grande distacco in una classifica generale che ha poi chiuso in 93ª posizione, a 51’19” dal vincitore Simon Yates (quello che tre anni fa spodestò con quel colpo di mano sul Colle delle Finestre). La fuga di cui si è reso protagonista è un buon segnale, soprattutto della fame e della convinzione che mette in un percorso di recupero che non ha intenzione di cambiare.

In questi giorni ci ha infatti confermato i suoi prossimi passi verso quel Tour de France 2021 in cui non nasconde di voler puntare allo storico quinto successo, per eguagliare quel record di vittorie che appartiene ancora (nuovamente?) ai vari Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault e Miguel Indurain. Per farlo dunque sarà la prossima settimana al via del Giro di Romandia (corsa che in passato ha vinto due volte), per poi effettuare un nuovo ritiro in altura dal quale andrà direttamente al Giro del Delfinato (altra corsa in cui è stato regolarmente protagonista), ultimo appuntamento prima della Grande Boucle.

Un programma rodato dunque, al quale si affiderà nuovamente per cercare di migliorare quei numeri che ormai lui stesso ammette alla Gazzetta dello Sport essere ancora lontani da quelli dei tempi d’oro. “Sono ovviamente ancora nel processo di recupero, cercando di ritrovare il mio livello precedente – ha commentato invece ai nostri microfoni a margine della frazione conclusiva del #TotA – Quindi penso che andare in fuga mi permette di dare ancora di più, cercando di spingere più forte per migliorare la condizione e testare la gamba. Sono felice di essere stato davanti in strada e in un percorso che mi porterà a risultati migliori in futuro”.

Insomma, quella giornata in fuga in occasione della quarta tappa della corsa potrebbe non essere stato soltanto un episodio, ma una necessità per il 35enne di Nairobi di andare ad aumentare la fatica e lo sforzo per cercare di tornare al più presto al meglio. Per quanto uno continui a dare tutto sé stesso, farsi staccare dai primi rende probabilmente difficile realmente dare il massimo sino al traguardo, tipo di esercizio che invece è necessario ora a Froome per continuare a progredire e sperare di ritrovare quel livello che tutti gli conosciamo.

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