Deceuninck-QuickStep, addio Giro d’Italia 2020 per Remco Evenepoel: “Stagione finita, ma la buona notizia è che è vivo”, spiega Patrick Lefevere

Remco Evenepoel non correrà più in questa stagione. Il che significa che la caduta a Il Lombardia 2020, nella quale ha riportato una frattura all’altezza del bacino e una contusione polmonare, lo costringerà anche a rinunciare al Giro d’Italia 2020 in programma ad ottobre. Ad annunciarlo è Patrick Lefevere, team manager della Deceuninck – QuickStep, che commenta lo stato di salute del suo corridore, ricoverato in ospedale a Como per almeno 24 ore prima di poter essere trasportato in Belgio con un volo privato.

La buona notizia è che è vivo – commenta ai microfoni di RTBF – Si è rotto un osso al livello del bacino, dove il femore entra nel bacino, e ha riportato una contusione polmonare. Ha rassicurato i suoi parenti, ma resterà qui almeno una notte. Abbiamo un jet privato pronto in Belgio, ma in queste condizioni, con il colpo al polmone, è più saggio lasciarlo qui 24 ore. Aspettiamo inoltre la visita di un ortopedico che verrà per dare un’occhiata più approfondita alle radiografie”.

In questo momento, l’aspetto più importante è dunque il grande sospiro di sollievo rispetto alla terribile dinamica dell’incidente, che ha preoccupato chiunque abbia visto le immagini. E questo prende ovviamente il sopravvento sulla delusione che non potrà più correre per qualche mese, che visto il periodo in cui siamo significa che per quest’anno è finita: “Me ne frego del resto della stagione… Sono contento che sia vivo perché con quella caduta poteva andare molto peggio… La sua stagione è finita, con delle fratture come quella che ha riportato, ha finito con il ciclismo per quest’anno“.

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Un commento

  1. Gli ispettori di percorso,ancora una volta, non hanno funzionato!
    Non so’ se il restringimento della strada era segnalato ai corridori,di certo non era stata collocata la classica balla o materiale per ammortizzare l’impatto.Personalmente avrei previsto la rete.
    Ancora piu’ vergognoso e’ stato l’inserimento di una macchina privata negli ultimissimi chilometri del percorso.
    Corse monumento o giovanissimi,i ciclisti meritano l’attenzione ASSOLUTA,bisogna essere pignoli sul fronte della sicurezza,visto che si corre “senza rete”,altrimenti,meglio non organizzare.

    Gianfranco Di Pretoro

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