UAE Emirates XRG, il bilancio-Tour di Joxean Matxin: “Pogačar arrivato al limite? Correre in difesa non fa per lui – Almeida era da podio”

La UAE Emirates XRG ha festeggiato il secondo Tour de France consecutivo, il quarto degli ultimi sei anni, con Tadej Pogačar. Lo sloveno ha di fatto dominato il Grande Giro francese, vincendo quattro tappe e gestendo senza particolari momenti di difficoltà la situazione. Il duello con Jonas Vingegaard è finito a evidente favore di Pogačar, che però negli ultimi giorni di gara è sembrato affaticato, quantomeno dal punto di vista mentale, anche se poi si è nuovamente scatenato nell’ultima tappa, lungo lo strappo di Montmartre. Sul tema si è espresso Joxean Fernández Matxin, direttore tecnico della UAE Emirates XRG.

“Era arrivato al limite? A lui piace essere competitivo e dal momento in cui abbiamo dovuto aspettare gli attacchi degli altri, correndo in ‘difesa’, non si divertiva più. Non era divertente, né per lui né per il pubblico – le parole di Matxin in un’intervista concessa ad AS Andare all’attacco è nella nostra natura, ma quando hai un vantaggio di 4 minuti sul secondo, devi anche pensare alla solidità. Così le gare sono noiose? È lo stesso corridore che ha attaccato a 50 o a 80 chilometri dall’arrivo e adesso, ogni volta che una corsa finisce con azioni vicino all’arrivo, è noiosa? Ormai correre senza attendere è diventata un’etichetta che ci hanno appiccicato addosso”.

Come si motiva uno che ha già vinto “quasi” tutto? “In parte, facendo modifiche al calendario stagionale – il pensiero del tecnico spagnolo – In più, ci sono corse, come le Classiche del Nord, che richiedono un lungo e praticamente invisibile periodo di preparazione, trascorrendo tanto tempo lontano da casa. Anche questa può essere vista come una sfida. Gli piacciono di più le Classiche rispetto ai Grandi Giri? Di sicuro, le corse di un giorno sono più eccitanti, perché devi fare le cose giuste nel momento giusto, e non aspettare che qualcun altro faccia la prima mossa, come è successo a La Plagne. Lì, in quella situazione, non deve essere la Maglia Gialla ad attaccare. Ma questa non vuole essere una critica. Ma il fatto che lui avesse già vinto quattro tappe e avesse già in mano la generale, probabilmente ha messo un po’ di noia in circolazione”.

Immaginabile una stagione senza Tour per Pogačar? “Tutto è possibile e ogni cosa ha i suoi tempi. L’anno scorso tutti dicevano che, dopo aver vinto il Tour, sarebbe andato alla Vuelta per fare la storia. Invece, non l’ha fatto ed è andato al Mondiale a vincerlo, cosa di cui sembra si sia già persa memoria… Dopo aver visionato il percorso, ha voluto fare la Roubaix (l’ha corsa per la prima volta proprio in questa stagione – ndr) Tutti parlano di storia, ma allo stesso tempo è tutto molto effimero e a volte anche contradditorio. È per questo che cerchiamo di pianificare le cose con grande attenzione”. 

C’è qualcosa che non è andato secondo i piani al Tour? “Il bilancio è positivo sotto tutti gli aspetti, ma non posso dare il voto massimo alla corsa per via della caduta di João Almeida – il pensiero di Matxin – Io sono ambizioso, la squadra lo è e abbiamo molti motivi per ritenere che João avrebbe potuto salire sul podio di Parigi e che con lui avremmo vinto anche la classifica a squadre (che invece è andata alla Visma|Lease a Bike – ndr)”.

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