Tour de France 2024, l’allenatore di Jonas Vingegaard: “Siamo tutti sorpresi dal suo livello e i segnali in vista delle montagne sono buoni”

Jonas Vingegaard ha vinto gli ultimi due Tour de France e in questi giorni è in corsa per la “tripletta” sulle strade francesi. Il danese sta duellando con Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) e, alla vigilia delle tappe pirenaiche, si trova a 1’14” di ritardo dallo sloveno in classifica generale. Nell’ultima sfida diretta, però, il capitano della Visma|Lease a Bike ha fatto meglio del rivale, riuscendo ad assorbirne l’attacco e poi andando anche a imporsi, sul traguardo di Le Lioran, nell’arrivo “mano a mano” con Pogačar. La bilancia della corsa ha iniziato quindi a pendere dalla parte di Vingegaard, a poco più di tre mesi dalla tremenda caduta avvenuta al Giro dei Paesi Baschi 2024, che lo ha costretto a passare un paio di settimane in ospedale e, per forza di cose, a rivoluzionare il percorso di avvicinamento al Tour.

“Sembra stia andando tutto bene – le parole dell’allenatore di Vingegaard, Tim Heemskerk, raccolte da WielerFlits – E credo che gli sforzi che sta facendo in questa prima parte di Tour lo abbiano fatto crescere dal punto di vista della condizione. Ma nessuno, nemmeno io, può predire che impatto potrà avere su Jonas l’ultima settimana che ci aspetta. Crediamo comunque di aver fatto un buon lavoro con il programma di allenamento integrato e intelligente che abbiamo messo in atto dopo l’incidente”.

Heemskerk, che segue il corridore danese da ormai sei stagioni sottolinea: “Siamo tutti sorpresi dal livello che Vingegaard ha saputo raggiungere in questo Tour. Io sono davvero felice del modo in cui sta correndo. Quando ho visto come ha fatto l’ultima salita della tappa del Massiccio Centrale e la potenza che ha sviluppato… Sì, quello sembrava proprio il Vingegaard che conoscevamo“.

Così, dopo tante incertezze, ora a non mancare è l’ottimismo: “I segnali in vista delle grandi montagne sono buoni – ancora Heemskerk – Penso che domenica (14 luglio, 15esima tappa – ndr) sarà tutto più chiaro. Guardando i numeri e le sue capacità di lavoro, possiamo ancora pensare che Vingegaard possa crescere ulteriormente nei prossimi giorni”.

Il tecnico neerlandese si sofferma su quello che è stato il miracoloso processo di recupero post-incidente: “Non potevamo sapere quel che Jonas avrebbe perso in quella caduta, sia come condizione che come massa muscolare. Non avevamo precedenti cui guardare rispetto al suo recupero dopo una grave caduta. Rispetto ai problemi che aveva avuto negli ultimi anni, questa era una cosa di un diverso ordine di grandezza. Abbiamo ripreso ad allenarci cinque giorni dopo la sua uscita dall’ospedale, facendo solo esercizi di mobilità e di rafforzamento muscolare”.

Poi, i rulli: “È stato in grado di salirci abbastanza in fretta, prima facendo solo un’ora e poi facendo sempre sessioni da un’ora, ma due volte al giorno. Il 7 maggio c’è stata la prima uscita su strada, ma vedevamo che si stancava rapidamente e questo era sintomo del fatto che stava ancora recuperando dall’infortunio, c’era qualcosa che doveva ancora guarire e che gli faceva consumare energia. Sapevo comunque che a Jonas sarebbero servite otto settimane per tornare a un buon livello: ho iniziato a contarle da quel momento. L’importante era che non avesse alcun problema di salute in questo periodo, nemmeno un giorno di febbre o un raffreddore: sarebbe stato disastroso, in termini di allenamento“.

E adesso? “Adesso penso che possa ancora migliorare – le parole di Heemskerk – Negli anni precedenti Vingegaard usava il Giro del Delfinato per ottenere quel qualcosa in più in termini di condizione. Ora, questo potrà arrivargli da ogni tappa del Tour che sta correndo. Sì, penso che potrà ancora salire di qualche gradino”.

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