Tour de France 2019, Vincenzo Nibali risponde alle critiche: “Facile salire sul carro dei vincitori quando va tutto bene, ma anche noi siamo umani”
Vincenzo Nibali fa il punto della situazione al Tour de France 2019. Arrivato con l’intenzione di valutare il suo livello nelle prime fasi di corsa, per poi decidere su quali obiettivi indirizzarsi, il capitano della Bahrain – Merida aveva tutto sommato superato La Planche des Belles Filles, ma non ha potuto reggere il ritmo nell’arrivo di Saint-Etienne, perdendo oltre quattro minuti e rinunciando così alle sue ipotetiche ambizioni di classifica. Lasciatosi defilare anche ieri verso Brioude, il siciliano è ora 30° in classifica, con un ritardo di 8’56” dalla Maglia Gialla Julian Alaphilippe (Deceuninck-QuickStep) e 8’03” da Thibaut Pinot (Groupama-FDJ), primo dei big.
Una condizione che ovviamente lo porta a quello che sin dall’inizio aveva onestamente dichiarato come suo obiettivo, ovvero puntare al successo di tappa e, potenzialmente, alla maglia a pois. “Già una sarebbe una buona cosa – spiega alla Gazzetta dello Sport – C’è gente che sta davvero bene e si è preparata solo per il Tour. Io non mi sento malissimo, ma mi manca quel pizzico di esplosività che mi faccia passare strappi secchi e duri, che ti consenta di primeggiare”.
Molto criticato in questi giorni, lo Squalo dello Stretto risponde piccato alle critiche ricevute: “Quelle dei social spesso vengono da chi non ha idea di cosa sia fare il professionista. Stare davanti a una tv, bere una coca-cola e mangiare i popcorn è facile. Il ciclismo vero è un’altra cosa”. Sa e comprende che i tifosi “si aspettino qualcosa di bello”, consapevole che certe volte “è facile salire sul carro dei vincitori quando va tutto bene“, ma per certi versi anche in momenti così riesce ad essere “contento perché fanno capire che noi abbiamo le nostre difficoltà, siamo umani”.
Nello specifico, sottolinea anche la differenza e le peculiarità che ogni atleta ha e che, nel suo caso, rendono difficile la possibilità di ben figurare anche alla Grande Boucle dopo essere stato protagonista al Giro d’Italia. “Per me sì, è molto difficile – ammette, senza nascondersi – Certo, ci sono atleti che riescono a recuperare velocemente in un mese, hanno altri tipi di fibre muscolari che gli consentono questo. Io lo so, l’avevo detto che non volevo fare classifica al Tour dopo un Giro così dispendioso. Mi sono trovato comunque qui, ho cercato di provare, è andata male. Non ci sono le energie giuste per tentare la doppia classifica, e va bene così”.
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Nibali, poverino, è una vittima. Si parla invece troppo poco della assoluta incapacità dello staff tecnico-medico. SE nibali fosse stato alla INEOS, sarebbe ancora tra i primi.
Caro Nibali, non si può partecipare al Tour de France con la svogliatezza che ti ritrovi addosso; se sei stanco di correre, ritirati che fai più bella figura.-