Top/Flop della Settimana: Tadej Pogacar, Lenny Martinez, Laurenz Rex, Lotto Dstny, Attila Valter, Richard Carapaz, Marc Hirschi, Visma|Lease a Bike
- Tadej Pogacar (UAE Team Emirates): L’impresa dello sloveno è destinata a restare nella storia del nostro sport e ovviamente non può non essere l’evento marcante di questa settimana. Il trionfo alla Strade Bianche è un gioiello che va ad aggiungersi al suo già ricco palmarès, confermando tutta l’eccezionalità di un corridore che alla prima corsa dell’anno è già un livello sopra a tutti gli avversari. Anche se la corsa a quel punto è chiaramente meno appassionante, sono imprese come queste che segnano l’immaginario collettivo e ti permettono di entrare in un’altra dimensione, che va oltre il risultato sportivo.
- Lenny Martinez (Groupama-FDJ): ll talentino transalpino dimostra di poter essere più di uno scalatore. Malgrado il fisico lo porti inevitabilmente in quella direzione, il classe 2003 trova in questa settimana due prestazioni di altissimo livello che gli consentono di mostrare anche altre qualità, ampliando anche il ventaglio di possibilità a sua disposizione. Splendido il successo al Trofeo Laigueglia, dove stacca tutti in salita ma poi resiste in pianura e discesa per trionfare in solitaria, ma di alto profilo anche il piazzamento alla Strade Bianche, corsa dove con il suo fisico poter fare bene era tutt’altro che scontato.
- Laurenz Rex (Intermarché-Wanty): Il trionfo, con brivido, a Le Samyn apre il contatore fra i professionisti di questo 24enne belga in forte crescita. Corridore potente e veloce, aveva mostrato lo scorso anno dei notevoli passi avanti con alcuni piazzamenti di prestigio e in questo inizio di stagione sembra riuscire a poter fare ancora di più, lanciandosi verso un 2024 di grandi ambizioni.
Due vittorie e un secondo posto consentono alla Lotto Dstny di conquistare un bel numero di punti UCI con l’obiettivo ritorno del WorldTour che è presto per definire una formalità, ma verso il quale sono lanciatissimi e difficilmente contrastabile. Di particolare importanza il fatto che tutti questi risultati sono arrivati grazie a corridori prodotti dal proprio vivaio, che si dimostra indubbiamente uno dei migliori a livello internazionale, fornendo un variegato mix di talenti capace di brillare quasi su ogni terreno.
- Attila Valter (Visma | Lease a Bike): Dopo il quinto e quarto posto delle passate stagioni, arriva alla Strade Bianche con grandi motivazioni e da capitano della sua squadra. Piazzato, ma senza brillare all’UAE Tour che rappresentava una delle poche corse a tappe dell’anno in cui avrebbe potuto fare da leader, nella corsa senese le cose vanno anche peggio, con il campione ungherese che finisce per naufragare al momento dell’attacco del fenomeno sloveno. Lotta per non crollare del tutto, ma i primi sono lontanissimi.
- Richard Carapaz (EF Education – EasyPost): Dopo le ottime prestazioni alla Vuelta a Colombia arriva in Europa con grandi ambizioni, ma in queste prime corse appare lontano dalla forma migliore. Alla O Gran Camiño era già finito ben distante dalle posizioni che contano e alla Strade Bianche, corsa in cui un corridore con le sue caratteristiche poteva quantomeno difendersi nel contesto complessivo, finisce travolto dalla corsa senza praticamente che lo si veda mai
- Marc Hirschi (UAE Team Emirates): Lo svizzero era approdato alla formazione emiratina come uno dei grandissimi talenti emergenti per le corse di un giorno, ma sinora non è più riuscito a ritrovare davvero quel livello di costanza necessaria. Spesso utilizzato come gregario, alterna periodi in cui sembra di rivedere quel ragazzo grintoso e spigliato ad altri, come la settimana precedente, ad altri in cui anche il suo supporto ai capitani è decisamente più limitato, come successo in questi giorni, con prestazioni al di sotto delle aspettative in questo esordio di calendario italiano.
La Visma | Lease a Bike è stata la grande sconfitta della Strade Bianche, partendo allo sbando proprio nel momento in cui invece Tadej Pogacar suonava le prime note del suo splendido assolo. L’immagine di Sepp Kuss che deve lasciar andare lo sloveno è l’emblema della superiorità del rivale, ma anche l’atteggiamento successivo del team, remissivo quando con quattro uomini erano i più presenti nel gruppetto degli inseguitori, è stato inevitabilmente un segno di debolezza, anche negli intenti, che si è poi palesata con il passare dei chilometri.
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