Pagellone 2024, A: Affini, Alaphilippe, Almeida, Aranburu, Arensman, Ayuso
Siamo ormai vicini all’inizio della stagione 2025, ma prima di proiettarci verso la nuova annata ci soffermiamo ancora un po’ su quello che è stato il 2024 del ciclismo. Come nostra tradizione, vi proponiamo quindi il Pagellone della stagione conclusasi giusto poche settimane fa: è l’opportunità per ricordare quello che è successo nell’arco dei mesi di gara, con i loro protagonisti più brillanti e con gli atleti che sono invece rimasti sotto le attese. I nomi dei corridori saranno presentanti in ordine alfabetico dalla A alla Z. Inoltre, questo articolo ci permetterà anche di iniziare a pensare a cosa aspettarci dal prossimo anno, tra corridori che saranno chiamati quantomeno a mantenere il livello raggiunto e altri che invece andranno a caccia di prestazioni che possano permettere loro di lasciarsi alle spalle le eventuali amarezze del 2024.
LETTERA A
Pascal Ackermann (Israel-Premier Tech), 5: Per il velocista tedesco questa è stata un’altra annata alla ricerca di se stesso. Se lo scorso anno aveva trovato una vittoria di tappa al Giro d’Italia, in questa stagione gli è mancata del tutto l’ebrezza del successo, pur trovando un pochino più di continuità. I piazzamenti in Top-5 nelle volate di Tour de France e Parigi-Nizza sono tuttavia poca cosa per uno sprinter che nell’epoca pre-Covid di aveva abituato a dominare in lungo e in largo sugli arrivi per le ruote veloci.
Roger Adrià (Red Bull-Bora-hansgrohe), 6,5: Nella sua prima stagione nel WorldTour il corridore catalano è stato in grado di confermare i progressi fatti nelle stagioni precedenti e a togliersi qualche soddisfazione personale. Alla Vuelta a España ha lavorato duramente e con successo per capitan Roglic, ma nell’ultima parte di stagione è riuscito anche a mettersi in luce con grande personalità. Il successo al GP di Vallonia e gli ottimi piazzamenti a Giro dell’Emilia, Coppa Bernocchi, Super 8 Classic fanno ben sperare per il futuro, così come le ottimi prestazioni al Mondiale di Zurigo e a Il Lombardia.
Edoardo Affini (Visma | Lease a Bike), 7,5: Per il cronoman mantovano il 2024 è stato un anno da incorniciare, indubbiamente la sua miglior stagione da quando è diventato professionista nel 2019. Il capolavoro assoluto del 28enne è stato il doppio titolo europeo a cronometro (individuale e staffetta mista) di inizio settembre, bissato poi dalla sensazionale medaglia di bronzo Mondiale sulle strade di Zurigo. Il possente passista della Visma | Lease a Bike, oltre a confermarsi come uno dei migliori cronoman al mondo, ha poi mostrato tutte le sue qualità di gregario di lusso sia nelle corse a tappe che nelle grandi classiche.
Julian Alaphilippe (Soudal Quick-Step), 7: In questa stagione siamo finalmente riusciti a vedere lampi del corridore esplosivo capace di vincere due campionati mondiali consecutivi nel 2020 e 2021. Le vittorie in stagione sono state solo tre, ma tra queste figura l’emozionante attacco in solitaria nella tappa di Fano al Giro d’Italia, che lo ha ampiamente ripagato dopo la beffa sull’arrivo della frazione di Rapolano Terme. Il nono posto alla Milano-Sanremo, il secondo alla Clasica San Sebastian e il podio al GP Montreal sono un’ottima rampa di lancio per un 2025 che avrà per lui il sapore di rinascita con la maglia della Tudor Pro Cycling.
Vincenzo Albanese (Arkéa-B&B Hotels), 7: I piazzamenti di prestigio per lui sono stati veramente parecchi, sia in brevi corse a tappe, vedi Tour des Alpes-Maritimes e Boucles de la Mayenne, che in classiche di un giorno più o meno ondulate, come ad esempio E3 Saxo Classic, GP Morbihan, Memorial Marco Pantani, Coppa Sabatini e Circuit Franco-Belge. Ciò che gli è mancata è stata solo la vittoria, sfiorata da lui in diverse occasioni in una stagione che lo ha messo in luce per dedizione, costanza e regolarità. Il prossimo anno proverà a fare ancora meglio con la maglia della EF Education-EasyPost.
Giovanni Aleotti (Red Bull-Bora-hansgrohe), 6,5: Il giovane scalatore italiano è forse finalmente riuscito a mettersi in luce sia come gregario di lusso che come uomo-squadra. Per il 25enne modenese questa stagione è stata quella del consolidamento nelle corse a tappe, dove è stato fondamentale per il podio di Martinez al Giro d’Italia e per il successo di Roglič alla Vuelta a España. Il talentuoso scalatore classe 1999 ha preso le redini del team al Giro di Slovenia, dove ha dimostrato di saper capitalizzare conquistando una tappa e la classifica generale finale. Forse da lui ci si poteva aspettare qualche risultato in più, ma i presupposti sono quelli buoni.
João Almeida (UAE Team Emirates), 8: Se a livello di successi personali non ha raccolto moltissimo, conquistando due tappe (e il secondo posto finale) nel Giro di Svizzera dominato dalla UAE, il portoghese può comunque essere soddisfatto della sua annata, soprattutto per il risultato ottenuto al Tour de France. Nonostante un ruolo al servizio del leader Pogačar, infatti, il 26enne riesce comunque a restare in alta classifica fino a concludere al quarto posto (seppur lontano 10 minuti dal podio), confermando la sua gran regolarità nelle corse di tre settimane. Costanza che stava mostrando anche alla Vuelta a España, dove però il Covid lo ha costretto al ritiro già nel corso della prima settimana.
Andrey Amador (EF Education-EasyPost), sv: Il costaricense sperava in un’ultima stagione sicuramente migliore e invece dovrà chiudere la carriera dopo una annata condizionata, in male, da un incidente occorsogli in allenamento, quando è stato colpito da un veicolo a motore. Finisce così un percorso agonistico iniziato nel 2009, con due successi e con tantissimi chilometri percorsi al servizio dei vari capitani avuti.
Alex Aranburu (Movistar), 6,5: Altra stagione piuttosto solida, ma poco vincente, per il veloce e resistente corridore spagnolo, che riesce a raccogliere ben 20 top-10 e otto podi, ma solo due vittorie. Entrambe arrivano a giugno, una tappa del Giro del Belgio e il prestigioso titolo nazionale in linea, con il quale si presenta al via del Tour de France, che lo vede ottenere diversi piazzamenti nei dieci e giocarsi la vittoria nella tappa degli sterrati di Troyes (dove probabilmente sbaglia più di qualcosa nel finale dato che, nonostante fosse il più veloce del gruppetto di attaccanti, finisce per chiudere al 4° posto). Piazzamenti arrivano anche in altre corse WorldTour come Giro dei Paesi Baschi, Giro di Romandia e GP di Francoforte, oltre a un buon 14° posto alla Liegi, ma l’impressione è che gli manchi sempre qualcosa per trasformarsi in un vincente.
Thymen Arensman (Ineos Grenadiers), 5,5: Alti e bassi nella stagione del 24enne neerlandese, che possiede grandi qualità, ma non sempre riesce a metterle in mostra. La prima parte dell’annata è abbastanza buona grazie al quinto posto finale alla Volta ao Algarve, il sesto alla Tirreno-Adriatico e, soprattutto, il sesto al Giro d’Italia, dove partiva appena dietro a Geraint Thomas nelle gerarchie della squadra. Nella seconda metà dell’anno, invece, quasi non si vede, con la Vuelta a España che lo vede partire subito male e poi vittima di un colpo di calore e del Covid, mentre è sufficiente la conclusione, con un 15° posto a Il Lombardia dopo essere andato all’attacco da lontano. Il 2025 dovrà essere per lui l’anno del salto di qualità se non vorrà accontentarsi di una carriera da piazzato di lusso.
Bruno Armirail (Decathlon Ag2r La Mondiale), 6: Non è uno stoccatore, ma porta a casa comunque un successo, il titolo nazionale a cronometro, abbastanza ambito in Francia. Per il resto non si risparmia mai, attaccando spesso e facendo il massimo possibile per seguire le strategie di squadra; alla fine, però, considerati anche i tantissimi chilometri di fuga inanellati al Tour de France, gli manca il risultato importante.
Igor Arrieta (UAE Team Emirates), 6,5: Non fa parte dei venti che hanno vinto, ma il suo supporto nei successi dei compagni non è mancato. Alla prima stagione nel WorldTour il giovane spagnolo si è ben comportato, non esitando a spendere tutte le sue energie per la squadra. Classe 2002, non sarà semplice per lui trovare spazio in questa corazzata, tuttavia sembra avere ancora ampi margini di crescita e la strada è iniziata bene…
Kasper Asgreen (Soudal Quick-Step), 5: Stagione piuttosto deludente quella del vincitore del Giro delle Fiandre 2021, che anche quest’anno non riesce a mettersi in evidenza nelle “sue” classiche del Nord a eccezione di due fughe da lontano a Omloop Het Nieuwsblad e Parigi-Roubaix. Se nel 2023 era almeno riuscito a trovare un bel successo di tappa al Tour de France, quest’anno la Grande Boucle ha potuto vederla solo dal divano di casa, partecipando invece alla Vuelta a España che conclude senza grossi sussulti. Nel 2025 andrà a caccia del riscatto alla EF, dove prenderà il posto lasciato libero da Bettiol.
Orluis Aular (Caja Rural-Seguros RGA), 6,5: Dopo un 2023 di buon livello, il venezuelano si è confermato anche in questo 2024, tanto da riuscire a guadagnarsi il salto nel WorldTour con la Movistar per la prossima stagione. Innumerevoli i piazzamenti ottenuti dal 28enne durante l’anno, dove è arrivato anche a sfiorare la sua prima vittoria WorldTour chiudendo secondo nella penultima tappa del Giro dei Paesi Baschi, mentre i successi totali sono stati cinque, il più prestigioso dei quali conquistato in una semi-classica movimentata come il Trofeo Matteotti.
Juan Ayuso (UAE Team Emirates), 6,5: Che possieda un enorme talento non ci sono dubbi, come dimostrano i risultati ottenuti in corse importanti come Tirreno-Adriatico (2° alle spalle del solo Vingegaard dopo aver vinto la crono inaugurale davanti a Ganna), Giro dei Paesi Baschi (vincitore finale) e Giro di Romandia (5° dopo aver anche vestito la maglia di leader). I risultati raccolti nella prima parte dell’anno gli consentono dunque di mostrare nuovamente le sue grandi qualità, per una stagione che a livello di punti è la più proficua della sua carriera, ma le polemiche e le problematiche scaturite dal suo modo di correre durante il Tour de France lasciano l’amaro in bocca… Prima di tutto ai suoi compagni, che non hanno nascosto da subito il proprio disappunto, ma anche nella dirigenza, fino ad arrivare ai tifosi, che sicuramente si aspettavano qualcosa in più…
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