Pagelle Strade Bianche 2024: Tadej Pogacar riscrive la storia, gli altri big floppano, la Visma crolla, emergono Skujins e Van Gils
Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), 10 e lode: Impresa d’altri tempi. Il fuoriclasse sloveno non smette di stupirci, spostando sempre più in là i suoi limiti che, al momento, sono ancora inesplorati. Se due anni fa vinse dopo un assolo di 50 chilometri, oggi si supera e decide di salutare la compagnia addirittura a 81 chilometri dalla conclusione, sempre nel settore del Monte Sante Marie. I distacchi che infligge al traguardo, al termine di una splendida passerella, raccontano solo in parte l’abisso che oggi ha scavato nei confronti del resto del gruppo.
Toms Skujiņš (Lidl-Trek), 8: Una giornata difficile, fra forature e cadute, dalla quale esce benissimo. Finito a terra in un momento fondamentale della corsa dopo la scivolata del compagno di squadra Quinn Simmons (6), tra i primi a provare qualcosa, riesce a riprendere le ruote di un gruppo dal quale, ormai, Pogacar era già evaso. Resiste ai vari tentativi di accelerazione e, nel finale, si porta su Maxim Van Gils, che poi regola sullo strappo di Santa Caterina, andandosi a prendere un, molto probabilmente insperato, secondo posto.
Maxim Van Gils (Lotto-Dstny), 8: L’unico che, subito dopo lo scatto di Pogacar, riesce a prendere qualche metro al gruppo e a ritrovarsi da solo all’inseguimento del fenomeno sloveno. Comprendendo che non può rientrare sullo sloveno si rialza, ma è bravo a non spendere troppo e, nel finale, ai piedi del settore de Le Tolfe, a partire per andare a conquistare un posto sul podio. Alla fine viene battuto da Skujins sullo strappo di Santa Caterina, ma ottiene un meritatissimo terzo posto che ne certifica l’ottimo momento di forma, oltre ad un promettente futuro nelle corse di un giorno.
Tim Wellens (UAE Team Emirates), 8: Prima fa da rampa di lancio assieme al promettente Isaac Del Toro (8), alzando il ritmo per favorire lo scatto di Pogacar, poi si piazza nelle prime posizioni del gruppo e scoraggia qualsiasi tentativo di inseguimento al proprio capitano. Un lavoro di squadra perfetto che conferma l’assoluta affidabilità del belga in questo tipo di corse.
Davide Formolo (Movistar), 7: Per lungo tempo nelle prime posizioni del gruppo, senza altri compagni di squadra e senza un accordo per imbastire un inseguimento, era difficile fare di più. Conferma di essere in giornata andando a cogliere un buon settimo posto sul traguardo.
Filippo Zana (Team Jayco-AlUla), 7: Anche lui spesso in evidenza in un gruppo comunque sfiduciato. Non compie grandi azioni, ma ha il merito di rimanere sempre nel vivo dell’azione e chiudere con un nono posto che fa ben sperare per il prosieguo della stagione.
Francesco Busatto (Intermarché-Wanty), 7: Alla prima apparizione sugli sterrati senesi, il classe 2002 è protagonista di un’ottima corsa su un terreno difficile e su chilometraggi per lui sostanzialmente inediti. Quasi sempre nel primo gruppo inseguitore, dove si fa vedere anche nelle prime posizioni, termina la corsa con una promettente top15, migliore della sua squadra e promessa per un futuro roseo nelle classiche.
Lenny Martinez (Groupama-FDJ), 7: Conferma le sue grandi doti. A pochi giorni dal successo a Laigueglia, disputa una buonissima corsa su un terreno per lui inedito e per molti tratti indigesto. Supportato da un generoso e grintoso Valentin Madouas (6,5), chiude comunque all’ottavo posto dimostrando qualità di primo piano.
Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), 6,5: Certamente da chi corre col numero 1 sulla schiena ci si aspettava molto di più. Per lungo tempo, anche poco supportato dalla squadra, sembra subire gli eventi della corsa senza riuscire mai a prendere un’iniziativa. Si rianima nel finale allungando sul gruppo, quando ormai, però, anche i giochi per il podio sono chiusi, Coglie così un quarto posto che, probabilmente, ne aumenta i rimpianti.
Ben Healy (EF Education-EasyPost), 6: Quando è ormai chiaro che nessuno riesce ad organizzare un inseguimento credibile a Tadej Pogacar, è l’unico a provarci di persona, cercando di evadere dal gruppo. Una serie di accelerazioni, nessuna delle quali poi davvero efficace, che contribuiscono a far saltare diversi corridori, ma non cambiano l’esito della giornata. Finisce dodicesimo, ma ha almeno il merito di provare qualcosa.
Romain Bardet (Team dsm-firmenich PostNL), 6: Non ha la gamba dei giorni migliori, che su queste strade gli era già valsa un podio in passato, conferma un buon feeling con la corsa e la sua voglia di provarci sempre, mostrandosi più volte offensivo nel gruppetto degli inseguitori. Alla fine chiude lontano, ma non senza averci provato.
Matej Mohorič (Baharain Victorious), 6: Dopo una giornata nell’ombra, trovandosi spesso ad inseguire subendo la corsa, spunta solamente nel finale per andarsi a prendere il quinto posto. Decisamente troppo poco per il campione iridato gravel che comunque porta a casa un altro piazzamento dopo il sesto posto dello scorso anno.
Magnus Sheffield (Ineos Grenadiers), 5,5: In una squadra dalla quale nel complesso ci si aspettava probabilmente di più, è comunque uno degli ultimi a cedere, provando a muoversi in alcuni momenti e tenere, per quanto possibile, una andatura sostenuta nel gruppo in cui il suo capitano poteva ancora giocarsi qualcosa.
Team Visma | Lease a Bike, 4,5: Per una volta la squadra dominatrice si sfalda. L’attacco di Pogacar pone i gialloneri nella posizione di chi è obbligato ad inseguire, ma probabilmente mancano le gambe e forse anche un po’ di lucidità considerando che erano ancora in quattro in quel momento. Un Sepp Kuss (5) dal quale non si sapeva bene cos aspettarsi è il primo a saltare subito dopo l’attacco dello sloveno, mentre il capitano designato Attila Valter (4) fa a lungo l’elastico in fondo a un gruppo dal quale perde poi definitivamente le ruote. Alla fine il migliore è Christophe Laporte (6), che chiude decimo, dopo aver a lungo navigato nelle retrovie in una corsa poco adatta alle sue caratteristiche, ma che nel finale lo ha visto in crescita.
Julian Alaphilippe (Soudal Quick-Step), sv: Dopo settimane di polemiche la sua corsa dura troppo poco, viene messo ko da una caduta e deve rinunciare ancora ben lontano dal traguardo.
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