Pagelle Parigi-Nizza 2025: Matteo Jorgenson con classe e intelligenza, Florian Lipowitz è una realtà, Mads Pedersen impressionante

Matteo Jorgenson (Visma | Lease a Bike), 10: Lo dice anche lui dopo la premiazione finale, gli è mancata solo la ciliegina della vittoria di tappa sulla torta, comunque gustosissima, del successo generale. Per lo statunitense si tratta comunque di una notevolissima prova di maturità, dopo essersi dimostrato competitivo in ogni frangente e, soprattutto, dopo aver gestito un’ultima tappa decisamente insidiosa muovendosi con grande classe e con spiccata intelligenza. Un gradino in più, quindi, sul percorso di crescita: dove questo possa portare, peraltro, non è ancora del tutto definito…
Florian Lipowitz (Red Bull-Bora-hansgrohe), 8,5: Che avesse talento lo si era capito già nella scorsa stagione, quando entro nei migliori 10 della Vuelta e salì sul podio finale del Giro di Romandia. Sulle strade della Parigi-Nizza, però, il 24enne tedesco ha aggiunto parecchio, soprattutto sul piano della personalità. In salita si è mosso spesso, con la giusta dose di faccia tosta, e alla fine la sua tattica di gara ha dato frutti, considerato il secondo posto finale. La sua è una squadra piena di uomini di classifica, ma l’impressione è che lui avrà sempre più credito nelle strategie.
Thymen Arensman (Ineos Grenadiers), 8: Con regolarità e costanza riesce a salire sul terzo gradino del podio di una corsa decisamente combattuta. Dà ancora l’impressione di non essere ancora del tutto inquadrato e di sapere quali siano i suoi effettivi punti di forza, ma stavolta rimane sempre concentrato e in corsa, sfruttando anche il grande lavoro di una Ineos che sembra aver dimenticato le difficoltà delle ultime stagioni: notevole, in questo senso, la settimana di Tobias Foss e di Joshua Tarling (voto 7 per entrambi), spesso protagonisti fra attacchi e lunghi turni di lavoro in testa al gruppo.
Tim Merlier (Soudal Quick-Step), 8: Si conferma in formissima e tra i velocisti più forti del mondo dominando le due volate nelle prime due tappe, ma non ha la possibilità di tentare il tris perché resta tagliato fuori dall’azione decisiva nella tappa dei ventagli. In ogni caso, la sua settimana resta estremamente positiva, così come il suo inizio di stagione.
Mads Pedersen (Lidl-Trek), 8: Inizia con una volata sbagliata e scuotendo i compagni di squadra a suon di parole, poi mette in strada una settimana da autentico califfo. Terzo nella volata successiva, mette marce sempre più alte di giorno in giorno, vincendo una memorabile frazione e sfoderando un altro paio di giornate da vera locomotiva, compresa l’ultima, su un percorso tutt’altro che adatto a lui. Porta a casa anche la Maglia Verde e si affaccia al periodo delle grandi Classiche di Primavera con una gamba sfavillante.
Magnus Sheffield (Ineos Grenadiers), 8: Paga, come molti altri, tempo nel giorno della grandine e delle neutralizzazioni, ma si riprende molto bene, rientrando in classifica e, soprattutto, sfoderando una splendida prestazione nell’ultima, difficilissima, tappa. Torna a vincere una corsa a distanza di quasi tre anni dall’ultima volta, chiude al quarto posto della generale e prova a guardare con un po’ più di ottimismo alle prossime gare: la stoffa c’è, se ritrova la convinzione giusta, è un corridore da tenere sicuramente in considerazione, anche per le corse più importanti.
Lenny Martinez (Bahrain Victorious), 7: Settimana decisamente ondivaga, che si chiude però con una pesante vittoria di tappa e con un altro paio di prestazioni di alto livello. In mezzo, però, ci sono giornate complicate, che lo portano a uscire di classifica e a non raccogliere probabilmente quanto avrebbe potuto.
Michael Storer (Tudor Pro Cycling Team), 7: Si conferma corridore di alta qualità, andando a prendersi un successo di tappa prezioso, al netto di un percorso ridotto, ma comunque complicato. Protagonista anche nella sarabanda finale, conclude la sua fatica con un bel quinto posto nella generale, che frutta anche punti importanti per la sua squadra.
João Almeida (UAE Team Emirates XRG), 7: Un acuto spettacolare nell’arrivo in salita a La Loge des Gardes, dove va a riprendere e a superare nientemeno che Jonas Vingegaard, prendendosi una vittoria di spessore. Gli manca però la gamba giusta per essere continuo nell’arco della settimana, tanto da ritrovarsi a inseguire i primi della generale e a non riuscire più a rientrare nella lotta, almeno per il podio finale.
Clément Champoussin (XDS Astana), 6,5: Il francese dimostra di trovarsi perfettamente a suo agio nei panni del “raccoglitore di punti UCI”. Chiude la sua Corsa del Sole (che di sole ne ha visto poco, in realtà), con quattro piazzamenti fra i primi 10 di giornata, compreso un secondo posto, e con la settima piazza finale. Tutto combustibile buono per la rincorsa alla “salvezza” della sua formazione.
Harold Tejada (XDS Astana), 6,5: Vedasi il compagno appena citato, con un pizzico di esplosività in meno. Anche il colombiano fa il suo, chiudendo ottavo nella generale nonostante una caduta negli ultimi 10 chilometri dell’ultima tappa, e facendosi vedere spesso nel vivo dell’azione nell’arco della settimana.
Luca Vergallito (Alpecin-Deceuninck), 6: È, di nuovo, il miglior italiano nella classifica conclusiva: chiude 22esimo, piazzamento su cui pesa anche una cronosquadre abbastanza deficitaria, facendosi vedere più volte nei gruppi man mano sempre più selezionati delle tappe più difficili dal punto di vista altimetrico.
Felix Gall (Decathlon AG2R La Mondiale), 6: Pregiudica le sue ambizioni di classifica nel giorno delle neutralizzazioni, ma chiude la settimana in crescendo, rimanendo nel cuore dell’azione sia nella penultima che, soprattutto, nell’ultima tappa. In salita è uno che va parecchio forte, ma deve provare a migliorare in discesa per tappare un “buco” nelle sue possibilità, quando il livello della concorrenza si alza.
Julian Alaphilippe (Tudor Pro Cycling Team), 6: Scalda il motore in vista delle gare più importanti del suo calendario, Classiche di primavera comprese. Si spende per il compagno Storer nel giorno della vittoria di quest’ultimo e si fa vedere in qualche occasione, senza però strafare. Lavori in corso.
Pablo Castrillo (Movistar), 6: Si occupa dei compiti di classifica per la squadra spagnola, chiudendo senza particolari sussulti, ma dimostrando una discreta costanza di rendimento. Probabilmente, però, è più un uomo da fuga che non un regolarista.
Arnaud Démare (Arkéa-B&B Hotels), 6: Forse non ha più lo spunto di una volta, ma il velocista francese resta più che in grado di fare buone volate e lo dimostra con il secondo e il settimo posto conquistato nelle due tappe iniziali.
Alberto Dainese (Tudor Pro Cycling Team), 6: Un piazzamento sul podio nella prima tappa è un risultato positivo per il velocista veneto, che il giorno seguente non riesce invece a partecipare alla volata perché resta un po’ imbottigliato nel finale.
Emilien Jeannière (TotalEnergies), 6: Piazzato più volte nelle prime gare dell’anno, il velocista transalpino coglie un prestigioso risultato chiudendo al secondo posto la seconda tappa alle spalle solo dell’imprendibile Merlier.
Alexander Kristoff (Uno-X Mobility), 5: Un buon piazzamento nella seconda volata e poco altro prima del ritiro, che arriva nel corso della settima tappa.
Michael Matthews (Team Jayco AlUla), 5: Non si vede praticamente mai, fatta eccezione per l’ottima cronosquadre portata a termine insieme alla squadra.
Fabio Jakobsen / Tobias Lund Andresen (Team Picnic PostNL), 5: La squadra neerlandese sta facendo parecchia fatica in questo avvio di stagione e i due velocisti ne sono quasi l’emblema. Il neerlandese non brilla e si ritira a metà gara, il danese arriva in fondo senza però mai farsi notare.
Ben O’Connor (Team Jayco AlUla), 5: L’australiano rimane sotto tono, così come avvenuto nelle primissime uscite stagionali. Non riesce a gestire la classifica generale e non trova neppure lo spunto giusto per andare a giocarsi i successi di giornata. Da vedere se è tutto “programmato”, in modo da essere poi molto brillante nel periodo estivo, o se c’è qualcosa da mettere a posto in sede di preparazione.
Neilson Powless (EF Education-EasyPost), 5: Prova a lanciarsi in qualche attacco da lontano, ma non riesce nell’intento e porta a termine una corsa abbastanza anonima, nonostante almeno la metà delle tappe fossero complessivamente adatte alle sue caratteristiche.
Aleksandr Vlasov (Red Bull-Bora-hansgrohe), 5: Altra “vittima” del freddo, deve rinunciare alle sue ambizioni di classifica. Rimane nell’ombra fino alle ultime salite dell’ultima tappa, frangente in cui va prima all’attacco e poi riesce a rendersi utile per il compagno di squadra Lipowitz.
Santiago Buitrago (Bahrain Victorious), sv: Il colombiano esce di scena a causa di una caduta nella quarta tappa, poco prima della neutralizzazione per il maltempo, non riuscendo così ad arrivare alle giornate a lui più congeniali.
Mattias Skjelmose (Lidl-Trek), sv: Positivo nell’arrivo in salita di La Loge des Gardes, poco brillante a La Côte-Saint-André, il danese si trovava comunque sul podio provvisorio dopo essere riuscito a inserirsi nell’azione decisiva nella giornata dei ventagli. Una sfortunata caduta lo mette però fuori gioco nella settima tappa.
Jonas Vingegaard (Visma | Lease a Bike), sv: Fino alla quinta tappa stava andando tutto abbastanza bene per il danese, che si trovava in Maglia Gialla davanti al compagno di squadra Jorgenson e, il giorno precedente, era stato beffato solo da Almeida per il successo di giornata. Poi, una caduta lo porta a optare per un ritiro precauzionale, privandoci del protagonista più atteso proprio quando la corsa stava per entrare nel vivo.
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