Pagelle Giro di Svizzera 2023: Skjelmose e Ayuso portano la freschezza della gioventù in un’edizione maledetta – Alle loro spalle tanti uomini di esperienza, ma anche alcune delusioni tra scalatori e cacciatori di tappe

Mattias Skjelmose (Trek-Segafredo), 10: Un Giro di Svizzera funestato dalla tragica morte di Gino Mader, ci regala la luce di questo giovane danese che riesce a portare a casa la prima corsa WorldTour della sua carriera. Il classe 2000 ha corso con grande intelligenza, amministrando bene le forze, cedendo terreno quando c’era da cederlo, controllando gli avversari diretti senza seguire tutti gli scatti e gestendo con l’autorità di un vero leader la situazione pesante per tutti venutasi a creare negli ultimi giorni; tutto questo condito anche da un bel successo di tappa. Il tempo è tutto dalla sua e questo sarà un nome da segnarsi per il prossimi anni.

Juan Ayuso (UAE Team Emirates), 9,5: Il futuro passa anche da questo spagnolo. Il classe 2002, infatti, sbaglia solo in occasione della quarta tappa, quando una leggera crisi (forse legata anche ai problemi fisici avuti ad inizio anno), lo costringe a cedere quasi un minuto a Skjelmose. Il giorno successivo, però, prima che la corsa venga sconvolta dalla scomparsa di Mader, comincia un’incredibile rimonta staccando tutti in salita e vincendo la tappa regina. Quando la lotta per la Maglia Gialla riparte nella cronometro conclusiva prova a far saltare il banco, ma deve accontentarsi della seconda vittoria di tappa.

Remco Evenepoel (Soudal-QuickStep), 8,5: Il belga non è ancora quello visto prima che contraesse il Covid al Giro d’Italia, ma oramai corre con la classe e l’esperienza del campione. In difficoltà su tutte le salite, l’iridato riesce comunque a rimanere a galla e nella cronometro conclusiva agguanta il gradino più basso del podio, senza dimenticarsi l’emozionante vittoria dedicata a Gino Mader in occasione della settima tappa, al termine di una delle sue tipiche azioni solitarie.

Biniam Girmay (Intermarché-Circus-Wanty), 8: Questo Giro di Svizzera presenta un’occasione sola per un corridore come lui e l’eritreo la sfrutta a pieno. Nella seconda giornata di corsa, infatti, il classe 2000 va a prendersi il successo di tappa, lasciandosi alle spalle tutti i velocisti puri.

Pello Bilbao (Bahrain-Victorious), 8: Prima di lasciare la corsa in seguito alla morte del suo compagno di squadra, il basco dimostra di aver fatto bene i compiti a casa. Il classe 1990, infatti, corre con la solita intelligenza che lo contraddistingue, evitando di sprecare energie inutili e piazzando pochi scatti, che, però, sono sufficienti a destreggiarsi bene sulle montagne elvetiche. Si ritira da quinto in classifica, ma destando un’ottima impressione: per la partenza da Bilbao del Tour de France 2023 lui sarà pronto.

Stefan Kung (Groupama-FDJ), 8: Finalmente una vittoria di peso a cronometro per l’elvetico. Il classe 1993, infatti, nel corso della tappa di apertura riesce a lasciarsi alle spalle due dei suoi rivali più agguerriti quando si tratta di pedalare contro il tempo: Wout van Aert e Remco Evenepoel. Sopraffatto dal dolore per la perdita del connazionale Mader decide poi di lasciare la corsa senza potersi testare nella cronometro conclusiva.

Wilco Kelderman (Jumbo-Visma), 8: Al rientro alle corse dopo la brutta caduta alla Tirreno – Adriatico il neerlandese si fa subito trovare pronto, chiudendo ai piedi del podio la breve corsa a tappe elvetica. Un’ottima notizia per Jonas Vingegaard che dovrebbe averlo al suo fianco al Tour de France.

Roman Bardet (DSM), 7,5: Il transalpino prova più volte ad andare all’attacco spremendo anche i compagni di squadra, ma difficilmente riesce a fare la differenza. Alla fine chiude con un discreto quinto posto dopo aver recuperato posizioni importanti in classifica generale nelle tappe di montagna più congeniali alle sue caratteristiche.

Felix Gall (Ag2r Citröen Team), 7,5: L’austriaco ha la condizione della vita, ma non sfrutta a pieno l’occasione. Il classe 1998, infatti, corre spesso all’attacco regalandoci spettacolo e regalandosi una vittoria di tappa e un giorno in Maglia Gialla. Purtroppo però l’austriaco fatica a cronometro e alla fine, dopo aver accarezzato il sogno di un podio in una corsa WorldTour, è costretto ad accontentarsi dell’ottavo posto.

Wout van Aert (Jumbo-Visma), 7,5: Il belga non riesce a lasciare il segno in questa settimana, anche se corre da grande protagonista. Cerca in tutti i modi, come suo solito, di portare a casa un successo di tappa, ma alla fine ottiene la Maglia Nera della classifica a punti, due terzi e un secondo posto. Risultati positivi in una corsa che presentava poche occasioni adatte a lui, ma il pubblico del ciclismo è abituato ad altre prestazioni da parte del classe 1994.

Cian Uijtdebroeks (Bora-Hansgorhe), 7: 7 come il suo piazzamento in classifica. Il giovane belga, infatti, continua a raccogliere buoni risultati nelle brevi corse a tappe WorldTour affrontate quest’anno. L’impressione, però, è che il classe 2003 abbia ancora bisogno di tempo per crescere ed esplodere definitivamente: per puntare ad un’alta classifica, infatti, deve trovare quella regolarità che per il momento è mancata. Anche in questa settimana ha alternato buone prestazioni a performance più modeste. Lo spazio per migliorare, però, c’è e la sua evoluzione è tutta da seguire.

Rigoberto Uran (EF Education-EasyPost), 7: La grande esperienza accumulata in questi anni lo aiuta a rimanere sempre a galla nei momenti difficili. Alla fine chiude con un buon sesto posto dopo un Giro d’Italia lasciato a causa del Covid e senza mai essersi messo in mostra. In terra elvetica il colombiano decide di non seguire gli scatti e di continuare del suo passo, ma è un passo che lo porta sempre a ridosso dei migliori.

Harlod Tejada (Astana Qazaqstan), 6,5: Finalmente il colombiano si fa vedere con i migliori in salita. Da anni, infatti, ci si aspetta buone prestazioni da parte del classe 1997 che a questo Giro di Svizzera è riuscito a rimanere con i più forti in salita, suo terreno d’elezione. Alla fine in classifica è decimo, ma questo è di gran lunga il risultato migliore della sua carriera.

Stefan Bisseger (EF Education-EasyPost), 6: I risultati sono ancora lontani da quelli a cui ci aveva abituati nel 2021 e nel 2022. Deludente nella prima cronometro, nella seconda si riscatta parzialmente con un quarto posto ottenuto su di un tracciato duro e impegnativo.

Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe), 6: Il due volte vincitore della Parigi – Nizza prova a testarsi nuovamente in classifica generale. Una volta capito che i risultati non sono quelli sperati, però, decide di mettersi a disposizione del compagno di squadra Uijtdebroeks.

Dylan Teuns (Israel-PremierTech), 6,5: Finalmente il classe 1992 torna a fare capolino nella top 10 di una breve corsa a tappe. Il belga, infatti, chiude la gara in nona posizione, dopo aver fatto leva tutta la settimana sulla grande esperienza accumulata in tanti anni di professionismo.

Arnaud Demare (Groupama-FDJ), Tim Merlier, (Soudal-QuickStep), Kaden Groves (Alpecin-Deceuinck), Bryan Coquard (Cofidis), 5,5: I velocisti hanno una sola occasione per giocarsi il successo di tappa, ma nessuno di loro riesce a sfruttarla. Sul traguardo della seconda tappa, infatti, vengono tutti messi a tacere da uno straordinario Biniam Girmay.

Ion Izagirre (Cofidis), 5,5: Il classe 1989 prova a rimanere a galla nella lotta per la classifica generale, ma alla fine si deve accontentare di un dodicesimo posto.

Neilson Powless (EF Educatio-EasyPost), 5,5: Uscito presto di classifica prova a riscattarsi andando in fuga nella tappa regina; nell’ultima salita di giornata inizialmente sembra il più pimpante, ma poi viene staccato da Rui Costa e Antonio Tiberi, a loro volta poi ripresi e staccati da Juan Ayuso.

Peter Sagan (TotalEnergies), 5,5: Il recordman di vittorie di tappa a questa corsa non riesce a lasciare il segno nella sua ultima recita in terra elvetica. Anche per lui, però, come per tutti gli altri velocisti, le tappa adatte non sono tante e porta a casa come miglior risultato il quinto posto ottenuto nell’unica volata di gruppo disputata.

Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), 5: Giro di Svizzera anonimo per il vincitore delle ultime Strade Bianche. Il britannico, infatti, in piena preparazione per il Tour non si vede quasi mai in corsa, né per lottare per una tappa, né per testarsi in classifica generale.

Sergio Higuita (Bora-Hansgrohe), 4: Il colombiano visto in corsa è il lontano parente del corridore che l’anno scorso chiuse in seconda posizione. Se questo Giro di Svizzera doveva servire a convincere i suoi direttori sportivi sulla sua partecipazione al Tour de France, difficilmente vedremo il classe 1997 alla Grande Boucle. Uscito presto di classifica, infatti, prova ad andare in fuga nella quarta tappa, ma sull’ultima salita perde subito contatto appena si incendia la lotta per il successo.

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