Le 10 Scommesse del 2023… un anno dopo

Come sempre accade, anche nel 2022 il CicloMercato aveva portato a vari trasferimenti, alcuni dei quali per molti versi sorprendenti. Un anno fa vi avevamo segnalato quelle che secondo il parere della nostra redazione erano state le scommesse più azzardate da parte di corridori e squadre; adesso che sono passati 12 mesi è il momento di provare a chiedersi quali sono stati i risultati di questi movimenti Nell’ordine in cui ve li avevamo proposti lo scorso anno, andiamo oggi con una rapida carrellata a verificare come i corridori in questione se la sono cavata, tra atleti in età oramai avanzata, ma in cerca di rilancio o uomini che hanno cercato di dare una svolta alla loro carriera.

1. Fernando Gaviria (Movistar): Dopo alcune stagioni difficili, il colombiano ha cercato di rilanciarsi in una squadra senza grande tradizione per quanto riguarda le volate, ma in cui sicuramente avrebbe potuto trovare maggior spazio per le proprie ambizioni. L’anno era iniziato subito bene con una vittoria di tappa alla Vuelta San Jaun e tanti piazzamenti tra UAE Tour, Tirreno – Adriatico e Milano – Torino. Arrivato al Giro d’Italia con grandi ambizioni vista anche la recente vittoria di tappa al Giro di Romandia, il classe 1994 è uscito deluso dalla Corsa Rosa, essendo riuscito ad ottenere un quinto posto di giornata come miglior risultato. Nella seconda parte di stagione si è dedicato soprattutto alla pista, con l’obiettivo di raccogliere punti importanti in vista della qualificazione a Parigi 2024.  Dopo due terzi posti al Giro di Polonia, il suo 2023 si chiude con una frattura alla clavicola arrivata al Tour of Britain: nonostante i due successi, quindi, il nativo de La Ceja non può essere del tutto soddisfatto della sua stagione.

2. Mark Cavendish (Astana Qazaqstan): La stagione del britannico è difficile da valutare, visto che un brutto infortunio lo ha costretto a fermarsi proprio sul più bello. Arrivato in squadra a stagione già iniziata con l’obiettivo dichiarato di conquistare la trentacinquesima tappa al Tour de France, il nativo dell’Isola di Man era arrivato alla sua ultima Grande Boucle forte del ritrovato successo nell’ultima frazione del Giro d’Italia. Dopo aver mancato di poco (forse solo per qualche problema al cambio) l’appuntamento con la storia sul traguardo di Bordeaux nel settimo giorno di corsa, il suo sogno di battere il record che attualmente condivide con Eddy Merckx si è infranto dopo 24 ore sull’asfalto. La scommessa, però, è rinnovata per il prossimo anno, visto che il classe 1985 ha deciso di restare in gruppo ancora per una stagione.

3. Richard Carapaz (EF Education-EasyPost): Anche nel suo caso ci pensa una caduta arrivata al momento sbagliato a complicare qualsiasi valutazione. Approdato in squadra con l’obiettivo dichiarato di puntare tutto sul Tour de France, il campione olimpico in carica è costretto al ritiro dopo solo una giornata. Prima della Grande Boucle, reduce anche da un inverno difficile, era comunque riuscito a vincere il titolo nazionale e la Mercan’ Tour Classic proprio in approccio alla corsa francese e nel finale di stagione ottiene qualche bel piazzamento nelle classiche italiane di autunno.

4. Zdeněk Štybar (Team Jayco-AlUla): Dopo anni difficili il corridore ceco aveva scelto questa squadra per avere maggiori libertà e poter rilanciarsi, cercando anche nuovi stimoli. L’obiettivo non è stato raggiunto e anzi, visti i problemi fisici (partendo da un’operazione all’arteria iliaca a maggio), il 2023 dell’ex ciclocrossista si è trasformato in un calvario. Sempre lontano dai migliori, il classe 1985 è riuscito a chiudere al terzo posto la Sun Hung Kai a stagione oramai finita, lontano dalle luci della ribalta delle grandi corse europee in cui per anni è stato protagonista e con la consapevolezza che la sua carriera da professionista sarebbe finita quel giorno.

5. Bob Jungels (Bora-Hansgrohe):  Se si eccettua un secondo posto di tappa alla Volta Valenciana di inizio stagione, il 2023 del lussemburghese è stato privo di soddisfazioni. Il classe 1992 sembra aver comunque trovato una nuova dimensione in questa squadra, mettendosi a disposizione dei capitani nelle grandi corse a tappe. Nel 2024 difficilmente cambierà il suo ruolo all’interno del team, considerato anche l’arrivo di Primoz Roglic come capitano.

6. Eddie Dunbar (Team Jayco-AlUla): Il suo trasferimento è stato uno dei più fortunati dello scorso CicloMercato. In questa nuova squadra l’ex Ineos ha, infatti, trovato lo spazio per poter esprimere tutto il suo potenziale, riuscendo a tornare a correre un Grande Giro dopo tre anni e lo ha fatto in grande stile: l’irlandese ha infatti chiuso al settimo posto il Giro d’Italia, rimanendo sempre a ridosso dei migliori in salita. Un risultato che rilancia sicuramente le ambizioni del classe 1996 in vista delle prossime stagioni. Al di fuori della Corsa Rosa, gli altri due risultati di rilievo sono stati il nono posto al Giro di Romandia e il settimo al Polonia, confermando le sue qualità nelle corse a tappe.

7. Tim Merlier (Soudal-QuickStep): L’approdo del belga in casa Soudal-QuickStep è stato tutto sommato positivo visto il bottino finale di dodici vittorie stagionali, 5 delle quali arrivate a livello WorldTour. Dati gli ottimi risultati rimane un po’ di amaro in bocca per non averlo visto mettersi alla prova in nessuno dei tre Grandi Giri: forse l’approdo nella miglior squadra al mondo per velocisti è arrivato nell’anno sbagliato, quando il team ha iniziato a cambiare la sua fisionomia e il suo modo di affrontare le corse per supportare Remco Evenepeol nei suoi obiettivi di classifica delle corse di tre settimane.

8. Valerio Conti (Team Corratec): Il laziale è uno dei tanti corridori che in carriera ha avuto il coraggio di provare a scendere di categoria per poter cercare maggior spazio personale. I risultati, però, inevitabilmente non sono stati all’altezza delle aspettative visto che il classe 1993 ha potuto correre molto poco, principalmente a causa di due frattura al bacino che lo hanno necessariamente tenuto lontano dalla bici nei mesi caldi della stagione (la prima nel corso della quinta tappa del Giro d’Italia, corsa per la quale si era preparato al meglio e dove sperava di poter lasciare il segno).

9. Jay Vine (UAE Team Emirates): Dopo un gennaio entusiasmante che lo aveva visto conquistare il titolo nazionale australiano a cronometro e il Tour Down Under, il 2023 del classe 1995 è stato particolarmente negativo. Infortunatosi all’UAE Tour, è tornato a correre al Giro d’Italia, dove si è soprattutto messo a disposizione del capitano Almeida dopo essere presto uscito di classifica. Nel finale di stagione ha poi raccolto un ottavo posto alla Vuelta Burgos a cui però è seguito un ritiro dalla Vuelta a Espana a causa di una caduta. La stagione è finita poi con una vittoria di tappa al Giro di Turchia, anche se lontano dai migliori della classifica generale.

10. Mikkel Frølich Honoré (EF Education-EasyPost): Approdato in squadra con l’obiettivo di essere uno dei capitani per le classiche della squadra, il danese in realtà raccoglie ben poco dal suo 2023 e non è mai veramente nella lotta per ottenere una vittoria. A fine anno l’unica top 10 raggiunta sarà il sesto posto alla Maryland Cycling Classic: un bottino ben diverso da quello sognato a gennaio.

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