La nostra consueta rubrica che traccia il bilancio della giornata appena conclusasi al Giro d’Italia2024.
Tim Merlier (Soudal-QuickStep): Bravo a districarsi da solo nel complicato finale e a risalire posizioni, trova poi il varco giusto e, soprattutto, il lato giusto, quello più protetto dal vento grazie alle transenne. Un dettaglio che probabilmente alla fine fa la differenza, oltre ovviamente all’esplosività che esprime, nel battere Milan e prendersi la seconda vittoria di tappa in questo Giro.
Alberto Dainese (Tudor Pro Cycling Team): Dato che arrivava sulle strade di casa, voleva a tutti i costi provare a lasciare il segno, e questa volontà si vede nel lavoro che nel corso della giornata compie la sua squadra, che lo porta anche in ottima posizione all’ultimo chilometro. Da lì, poi, lui fa da solo e segue le ruote giuste, lanciando lo sprint forse un attimo troppo presto visto il vento contrario e subendo quindi la rimonta da dietro. Il quarto posto è comunque positivo, così come lo è averlo visto finalmente davanti dopo un Giro in cui ha faticato un po’ dopo aver avuto anche una primavera complicata.
Madis Mihkels (Intermarché-Wanty): Ancora un piazzamento in top-10 in volata per il giovane estone, che chiude al settimo posto uno sprint piuttosto complicato e conferma di avere grandi qualità. Considerando che compirà 21 anni tra una settimana, che è al suo primo Grande Giro e che era qui per imparare e supportare Girmay, è di sicuro un buon risultato, che evidenzia anche una buona tenuta sulle tre settimane.
Jonathan Milan (Lidl-Trek): Nulla da dire sullo sprint in sé, ancora una volta di grande potenza, né sul piazzamento, visto che chiude secondo dietro a Merlier solo per mezza ruota. Entrambe le cose fanno però aumentare i rimpianti per aver iniziato troppo indietro lo sprint dopo aver perso le ruote dei compagni di squadra (errore che ammette con onestà nell’intervista dopo l’arrivo), che ancora una volta erano posizionati perfettamente nelle ultime centinaia di metri, in un finale più complicato di quanto poteva apparire.
Team Jayco AlUla: Quando hai due corridori che in uno sprint fanno 8° e 11° si ha un po’ la sensazione che ognuno abbia fatto la volata per se stesso o, per lo meno, che qualcosa non abbia funzionato nell’impostazione. Guardando la volata di Padova, la prima impressione sembra quella giusta, con Caleb Ewan, ancora una volta abbastanza impalpabile, che chiude davanti al compagno di squadra Max Walscheid. Forse ci si poteva organizzare meglio nel finale.
Tobias Lund Andresen (Team dsm-firmenich PostNL): Non è stato fin qui proprio il Giro dei velocisti della formazione neerlandese. Con Jakobsen ormai andato a casa, il danese aveva l’occasione di mettersi in evidenza in prima persona, ma oggi chiude solo 16°. Forse le aspettative su di lui erano troppo alte dopo le belle vittorie ottenute al Giro di Turchia nei giorni precedenti alla Corsa Rosa, però può ambire a piazzamenti migliori.