Parigi 2024, Remco Evenepoel fa la storia! Argento per Valentin Madouas e bronzo a Christophe Laporte

Doppio oro per Remco Evenepoel ai Giochi di Parigi 2024. Dopo aver vinto nettamente la cronometro sabato scorso, il belga si ripete nella prova in linea con una azione delle sue, scattando in contropiede a 38 chilometri dalla conclusione per rientrare sugli uomini di testa per poi staccarli uno alla volta nel corso delle tre scalate della Butte Montmartre. Ultimo ad arrendersi è Valentin Madouas, che riesce poi a resistere al ritorno degli inseguitori per conquistare una bella medaglia d’argento sulle strade di casa. Il bronzo se lo prende invece Christophe Laporte, che vince la volata dei battuti senza sapere di essere salito a sua volta sul podio.

Il video dell’arrivo

Il racconto della corsa

Dopo il via dato da Peter Sagan e dopo aver esaurito il tratto di trasferimento, la corsa vede tre corridori attaccare appena raggiunto il chilometro 0: si tratta di Christopher Rougier-Lagane (Mauritius), Eric Manizabayo (Rwanda) e Thanakhan Chaiyasombat (Thailandia), ai quali poco dopo si accodano anche Charles Kagimu (Uganda) e Achraf Ed Doghmy (Marocco). Il gruppo lascia subito spazio a questi attaccanti, considerati non particolarmente pericolosi, che arrivano rapidamente ad avere fino a sette minuti di vantaggio affrontando le prime asperità di giornata, la Côte des Gardes e la Côte de Saint-Germain-en-Laye, entrambe le quali vedono Ed Doghmy andare in difficoltà e staccarsi, rientrando però poco dopo sulla testa della corsa.

La situazione resta stabile per diversi chilometri, con Mikkel Bjerg (Danimarca) e Daan Hoole (Paesi Bassi) che si portano in testa al plotone per iniziare a tenere sotto controllo il gap, recuperando circa 90 secondi ai cinque battistrada nel giro di pochi chilometri. Quando ne mancano però ancora 200 al traguardo il gruppo rallenta decisamente e il gap sale velocemente a 13′: è in questo frangente che alcuni corridori, soprattutto Santiago Buitrago (Colombia), provano ad allungare, e alla fine si forma un drappello di contrattaccanti. Si tratta di Elia Viviani (Italia), Gleb Syritsa (Atleti Individuali Neutrali), Ryan Mullen (Irlanda) e Georgios Bouglas (Grecia), che iniziano a recuperare terreno sulla testa della corsa.

Il gruppo, invece, arriva ad avere un distacco di un quarto d’ora prima di svegliarsi e tornare ad aumentare il ritmo, con ancora Bjerg e Hoole a lavorare assieme, questa volta, anche a Tiesj Benoot (Belgio). Il gap torna quindi a calare e, ai -150 dalla conclusione, i primi inseguitori hanno 6′ di ritardo dai cinque battistrada, mentre il plotone si avvicina a poco meno di 9′.

Da quel momento il vantaggio dei fuggitivi del mattino scende in maniera netta, con il ricongiungimento con gli inseguitori, tra i quali non figura più Syritsa, che avviene a 125 chilometri dalla conclusione, ma a quel punto il gruppo si trova così a 2’35” dalla nuova testa della corsa, dalla quale rapidamente si staccano Manizabayo, Ed Doghmy e Chaiyasombar, dopo aver provato a resistere il più a lungo possibile. Con l’arrivo sulla Côte de Senlisse iniziano anche alcune accelerazioni in gruppo, anche se l’azione di Domen Novak (Slovenia) ha vita breve e quasi nessuna conseguenza. Entrando nei cento chilometri conclusivi davanti si staccano in rapida successione Bouglas, Kagimu e Rougier-Lagane, lasciando al comando i soli Mullen e Viviani.

A smuovere le acque in gruppo ci pensano Valentin Madouas (Francia), Ben Healy (Irlanda) e Stefan Kung (Svizzera), con il Belgio che non tarda a chiudere. L’irlandese riparte poco dopo, seguito stavolta da Magnus Sheffield (USA), Laurence Pithie (Nuova Zelanda) e Jan Tratnik (Slovenia), con Madouas a riportare sotto altri attaccanti, nonché il gruppo incollato. L’azione successiva vede Derek Gee (Canada) provare un affondo, portando via un piccolo gruppetto in cui si trovano anche Rui Costa (Portogallo), Alexey Lutsenko (Kazakistan) e nuovamente Healy. Sono gli ultimi due a riuscire ad allungare, mentre dietro di loro un tentativo di Kevin Vauquelin (Francia) e Jan Tratnik (Slovenia) non ha fortuna.

Sul punto di essere ripresi, i due riescono invece ad approfittare di un momento di calma in gruppo, guadagnando rapidamente una ventina di secondi. Il gap sale ancora leggermente, permettendo loro di raggiungere Mullen, che sulla Côte e Bièvres si rialza dopo aver staccato anche Viviani, pronto a mettersi al servizio del compagno. Il cronoman irlandese è fondamentale per la sopravvivenza dell’azione, che deve fare i conti con il primo scatto di Remco Evenepoel (Belgio), che provoca una pronta reazione degli altri big, ma il gruppo resta compatto. Partono così nuove azioni, con anche Matthias Vacek (Rep.Ceca) a muoversi, prima di una nuova accelerazione di Evenepoel, che alza il ritmo, senza scattare.

Si arriva così sulla Côte du Pavé des Gardes, ultima prima del circuito finale, dove anche gli azzurri tornano a farsi vedere e nuovi scatti sembrano porre fine all’avventura del trio di testa, al quale tuttavia bastano pochi secondi in cima per poi riuscire ad allungare nuovamente grazie a un rallentamento del gruppo, consapevole che ormai la corsa si deciderà nella capitale. Quando i primi tre tornano ad avere una ventina di secondi di vantaggio arrivano nuove accelerazioni, tra le quali nuovamente una ad opera di Evenepoel, subito seguito da Matteo Jorgenson (USA), che si porta appresso Mads Pedersen (Danimarca) e Alberto Bettiol (Italia), nonché il resto del gruppo subito dietro.

Se questa azione non ha fortuna è il sorprendente Jambaljamts Sainbayar (Mongolia) a cogliere l’attimo, guadagnando un piccolo gruzzoletto a sua volta. Dopo una serie di scatti a lui si uniscono Nils Politt (Germania) Mike Woods (Canada), Valentin Madouas (Francia), Stefan Kung (Svizzera), Fred Wright (Gran Bretagna) e Marco Haller (Austria), mentre una nuova progressione di Evenepoel viene subito rintuzzata e il belga desiste rapidamente. Gli inseguitori vengono così lasciati partire, mentre in gruppo, controllato da Tiesj Benoot (Belgio) alcuni problemi meccanici colpiscono Wout Van Aert (Belgio), Mads Pedersen (Danimarca) e Matej Mohoric (Slovenia).

La prima scalata di Montmartre vede anche l’Australia cominciare a mostrarsi grazie a Simon Clarke che alza il ritmo, mentre davanti Healy resta da solo. All’ingresso sul pavé arriva l’attesa accelerazione di Mathieu van der Poel, che piazza un colpo deciso, ma subito Wout Van Aert salta sulla sua ruota e non la molla per tutta la durata dello strappo, senza mai concedere un metro. Primi a rientrare sono Matteo Jorgenson (USA) e Julian Alaphilippe (Francia), così come Toms Skujins (Lettonia): a quel punto il ricongiungimento con i primi inseguitori, che intanto hanno ripreso Lutsenko, sembra inesorabile, ma il quintetto non trova l’intesa e finisce così per esser riassorbito rapidamente dagli altri favoriti, grazie all’azione di Mads Pedersen (Danimarca), seguito da Tom Pidcock (Gran Bretagna) e Corbin Strong (Nuova Zelanda).

Nel mezzo restano così ancora i contrattaccanti, con un vantaggio di venti secondi che fonde quando a partire, a 38 chilometri dalla conclusione, è Remco Evenepoel. Uno scatto brutale del belga, che inspiegabilmente viene lasciato andare senza reagire da parte di molti rivali, con i Paesi Bassi che tardano a far muovere Dylan van Baarle per controllare. Con un ritmo indemoniato Evenepoel manda in crisi quasi tutti coloro che provano a seguirlo e sul secondo passaggio a Montmartre con lui resta solamente Madouas, con anche Healy costretto ad arrendersi. In gruppo invece ci prova nuovamente Mathieu van der Poel, nuovamente seguito da Wout Van Aert, capace di chiudere il buco creatosi dopo che Pedersen e Alaphilippe ne perdono le ruote. I due eterni rivali si ritrovano così nuovamente da soli, ma ovviamente il belga resta passivo e il neerlandese desiste.

Su di loro rientrano alcuni uomini, con Jorgenson e Christophe Laporte (Francia) che emergono per intraprendenza, riuscendo, dopo una serie di scatti, ad avvantaggiarsi sugli altri dopo che anche Alaphilippe e Michael Matthews (Australia) provano a muoversi senza fortuna. Questa fase a corrente alternata è a tutto vantaggio della coppia di testa che improvvisamente, che ormai ha un vantaggio superiore al minuto a venti chilometri dalla conclusione, con Wout Van Aert e Jasper Stuyven capaci di fare una ottima opera in protezione del compagno. Laporte e Jorgenson rientrano invece su Haller, Healy e Kung, ultimi reduci dai tentativi precedenti, mentre Evenepoel continua a sfiancare Madouas con il suo ritmo sfrenato.

Il belga chiede anche qualche cambio, oltre a indicazioni sul distacco, ma quando la strada sale verso la Butte Chaumont per il francese non c’è più niente da fare. Il corridore fiammingo resta così definitivamente da solo a 15 chilometri dal traguardo e da quel momento la gara degli altri diventa una corsa all’argento. Evenepoel crea un fossato fra sé e i rivali, rifilando 1’11” a Madouas, capace comunque di resistere al ritorno dei primi inseguitori, che nel finale si mischiano in seguito agli inevitabili tatticismi che la lotta alle medaglie genera. Attila Valter (Ungheria) rientra così assieme a Tratnik e Alaphilippe sul gruppetto di Jorgenson e Laporte, con il francese che, inconsapevolmente, va a prendersi il bronzo in una volata senza storia che lo vede assistere, pochi secondi davanti, al bel risultato del compagno di squadra. Mathieu van der Poel chiude così 12°, regolando Pidcock e Vacek, mentre nelle ultime curve Wout van Aert finisce a terra arrivando così lontanissimo. 23° invece Alberto Bettiol, a 2’20”, in un gruppo regolato da Mads Pedersen per la ventesima posizione.

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