Giro d’Italia 2023, João Almeida conquista Monte Bondone davanti a Geraint Thomas che riprende la Maglia Rosa! 3° Roglic a 25″

João Almeida si impone nella tappa che apre la terza settimana del Giro d’Italia 2023 sul Monte Bondone. Il corridore della UAE Team Emirates ha avuto la meglio nei confronti di Geraint Thomas in uno sprint a due, col gallese della Ineos Grenadiers che si riprende, così, la Maglia Rosa. Terza posizione di giornata per Primoz Roglic (Jumbo-Visma), che tuttavia al traguardo oggi paga dazio, non essendo riuscito a seguire le accelerazioni dei rivali, contenendo il distacco soprattutto grazie allo splendido lavoro di Sepp Kuss. Giunto al traguardo assieme allo sloveno, Eddie Dunbar (Team Jayco-AlUla) è l’unico altro a contenere i danni sotto il minuto visto che il gruppetto degli altri uomini di classifica giunge, regolato da Ilan Van Wilder (Soudal-QuickStep) su Damiano Caruso (Bahrain Victorious), quindi settimo di giornata, a 1’16”.

Nella nuova classifica generale Thomas torna così al comando con un vantaggio di 18 secondi Almeida e 29 su Roglic, un podio che al momento sembra piuttosto definito visto il distacco degli altri. In quarta posizione resiste infatti Caruso, ormai a 2’50” dal gallese, seguito a 3’03” da Dunbar.

Il video dell’arrivo

Il racconto della corsa

Si parte a gran velocità, con tanti corridori che provano ad andare in fuga. Il primo episodio di cronaca è pero una caduta che si verifica a centro gruppo e che coinvolge Lorenzo Fortunato (Eolo-Kometa), Laurens De Plus (Ineos) e Sepp Kuss (Jumbo-Visma). Nessuna conseguenza per i tre, che ripartono, ma l’incidente causa un frazionamento nel gruppo, proprio mentre la velocità è molto alta a causa degli attacchi in testa. Dietro restano la Maglia Rosa Bruno Armirail (Groupama-FDJ) e, fra gli uomini di classifica, Andreas Leknessund (Team DSM) e Lennard Kamna (Bora-hansgrohe).

Il gruppo torna compatto dopo una decina di chilometri di inseguimento, proprio nel momento in cui in testa si avvantaggia un gruppetto di 17 corridori: si tratta di Cristian Scaroni (Astana Qazqstan), Jonathan Milan, Jack Haig (Bahrain Victorious), Jonathan Lastra (Cofidis), Ben Healy (EF Education-EasyPost), Martin Marcellusi, Alessandro Tonelli (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), Salvatore Puccio, Ben Swift (Ineos Grenadiers), Derek Gee (Israel-Premier Tech), Carlos Verona (Movistar), Michael Hepburn, Filippo Zana (Team Jayco AlUla), Toms Skujiņš (Trek-Segafredo), Diego Ulissi (UAE Team Emirates), (TBV), Aurélien Paret-Peintre e Valentin Paret-Peintre (Ag2r Citroen). Dietro di loro, ci sono altri 9 corridori che provano a scappar via: Patrick Konrad, Cesare Benedetti (Bora-hansgrohe), Thomas Champion (Cofidis), Mattia Bais (Eolo-Kometa), Davide Gabburo, Filippo Magli (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), Veljko Stojnić, Nicolas della Valle (Team Corratec-Selle Italia) e Vadim Pronskiy (Astana Qazaqstan). Dopo una quarantina di chilometri, percorsi a gran velocità, i due gruppetti si fondono creando così una pattuglia di attaccanti di 26 corridori.

In fuga ci sono però alcuni nomi che non stanno bene a tutti e così è la Jumbo-Visma a mettersi subito in testa al gruppo con Edoardo Affini e a mantenere il vantaggio stabile intorno ai 3’30”. Si arriva così ai piedi del Passo Santa Barbara, con Healy che rientra rapidamente sui primi dopo una foratura. La salita prosegue a ritmo regolare sia tra i battistrada, dove comunque perde contatto Stojnić, che nel plotone, dove anche la Groupama-FDJ mette un uomo a lavorare per tenere sotto controllo la fuga, mentre Mark Cavendish perde contatto e viene atteso da due compagni di squadra. Allo scollinamento, dove Healy transita per primo dopo una volata contro i corridori Green Project-Bardiani CSF-Faizanè, guadagnando così 40 punti e portandosi in testa alla classifica dei GPM, il gruppo transita dunque con un ritardo sceso a 3′.

Dopo una breve discesa, la corsa torna subito a salire per affrontare il breve Passo Bordala, dove questa volta a perdere contatto dal drappello di testa è Dalla Valle. In cima, dove Gabburo riesce a sorprende Healy per i punti al GPM, il gap tra i primi e gli inseguitori resta praticamente invariato, e così accade anche durante la successiva discesa. Al termine di questa, i battistrada transitano dal traguardo volante di Rovereto, dove a passare per primo è Milan, che guadagna così altri 12 punti per la Maglia Ciclamino e che poco dopo, all’inizio della salita di Matassone, decide di rialzarsi. Appena iniziato il GPM, davanti allunga Pronskyi, che viene rapidamente raggiunto dal compagno di squadra Scaroni.

I due riescono a guadagnare rapidamente più di mezzo minuto di margine sugli altri fuggitivi, tra i quali perde contatto Champion, aumentando tale gap nel corso dell’ascesa e arrivando a scollinare con quasi 2′ di vantaggio e più di 5′ sul gruppo Maglia Rosa. Pronskiy e Scaroni hanno così iniziato la penultima salita di giornata con un vantaggio importante, ma lungo la salita dietro scoppia la battaglia, con Jack Haig ad aprire le ostilità. Emergono così gli scalatori migliori con Healy, Gee, i fratelli Paret-Peintre, Verona, Konrad, Skujins, Swift, Ulissi, Lastra e Zana che lo seguono. A tenere alta l’andatura in questo gruppetto è soprattutto Valentin Paret-Peintre, al lavoro per suo fratello maggiore in quel momento in lizza per la Maglia Rosa. I due battistrada vengono così ripresi prima della vetta, dove è Verona a passare per primo, beffando un Healy ormai piuttosto stanco. Tirato dalla Jumbo-Visma, il gruppo si attesta intanto ad un ritardo di circa quattro minuti, con la collaborazione anche degli uomini Groupama – FDJ che continuano a difendere il primato del loro compagno.

Tuttavia, dopo essere passati in cima con un vantaggio di 4’38” e aver difeso bene il gap nella discesa, i battistrada perdono notevolmente terreno in pianura. Al TV il ritardo del gruppo, ormai condotto quasi solamente dai Jumbo – Visma è infatti di 3’25” e ai piedi della salita scende sotto i tre minuti. Davanti iniziano così gli scatti, con Lastra che parte primo, subendo poi la replica di Verona, che allunga ulteriormente seguito da Zana. I due si isolano così inizialmente al comando, mentre Healy e Gee, protagonisti della scorsa settimana, fanno ormai fatica. A rientrare sulla testa della corsa sono tuttavia Aurélien Paret-Peintre, Pronskiy, Haig e Konrad, imitati poco dopo da Swift e Ulissi.

Il ritmo tuttavia è notevolmente calato e le speranze di poter arrivare in cima sono ormai ridotte al lumicino. A 15 chilometri restano così appena 90 secondi di margine rispetto ad un gruppo che vien scosso dall’accelerazione della Jumbo-Visma, tanto che restano ormai solamente Bruno Armirail (Groupama – FDJ), Geraint Thomas (INEOS Grenadiers), Primož Roglič (Jumbo-Visma), João Almeida (UAE Team Emirates), Andreas Leknessund (Team DSM), Edward Dunbar (Team Jayco – AlUla), Thymen Arensman (INEOS Grenadiers), Laurens De Plus (INEOS Grenadiers), Thibaut Pinot (Groupama – FDJ), Hugh Carthy (EF Education-Easypost), Einer Rubio (Movistar Team), Ilan Van Wilder (Soudal – QuickStep), Sepp Kuss (Jumbo-Visma), Davide Formolo (UAE Team Emirates), Brandon McNulty (UAE Team Emirates), Jay Vine (UAE Team Emirates) e Rohan Dennis (Jumbo-Visma), con quest’ultimo a fare l’andatura.

Quando l’ex iridato a cronometro si sposta è la UAE Team Emirates a prendere il controllo della situazione, imprimendo una ulteriore accelerazione con Formolo. Dopo il lavoro dell’azzurro, che riduce a meno di un minuto il ritardo entrando nei dieci chilometri finali, è Vine a dare una trenata ancor più decisa. La prima conseguenza è il cedimento della Maglia Rosa, ormai da tempo in ultima ruota. Con il gap ormai sceso sotto i trenta secondi, davanti Ulissi e Swift decidono così di rialzarsi per dare una mano ai propri capitani. Appena ripreso, il livornese si piazza subito a fare l’andatura e spezza il gruppo in maniera definitiva, con una nuova accelerazione di Jay Vine che riduce ormai ai soli Almeida, Roglic, Thomas e Dunbar il gruppetto dei migliori. Con loro resta poi Zana, tra gli ultimi ad essere ripresi dall’ulteriore scatto di Almeida, che in prima persona prova ad attaccare a otto chilometri dal traguardo.

Esaurita la sua azione è Zana che si porta a tirare per tenere lontani i rivali del suo capitano, a quel punto già distanti 22 secondi. Quando Zana non ne ha più, è nuovamente Almeida a portarsi in testa tenendo un ritmo elevato prima di decidere per uno scatto secco a sei chilometri dal traguardo. Gli altri non reagiscono, affidandosi al ritmo di Kuss, con Roglic fisso a ruota di Thomas. Il gallese ha così l’occasione di capire che il rivale non è al meglio e decide di scattare a sua volta a 4500 metri dal traguardo, finite le pendenze più arcigne. Anche stavolta Roglic non reagisce e si comprendono le sue difficoltà visto che rimane ancora a ruota di Kuss, che prosegue a ritmo regolare, concedendo però a Dunbar di rientrare dopo che aveva appena perso contatto.

Thomas non tarda a riprendere Almeida, che il buon lavoro dello statunitense aveva tenuto a pochi secondi, rilanciando il ritmo. Il portoghese si incolla alla sua ruota e i due cominciano a guadagnare terreno in maniera importante, anche se a tirare inizialmente è il solo Thomas. Il primo cambio arriva entrando nei due chilometri conclusivi, quando le pendenze si fanno ancora più dolci, e il gap è ormai già oltre i venti secondi. Nel chilometro finale Roglic prova a sfruttare la sua sparata, limitando i danni a 25 secondi, ma ormai è davanti che si gioca la vittoria. A spuntarla in una volata senza grande storia è Almeida, che rosicchia così quattro secondi al rivale, con i due separati da appena 18 secondi in classifica generale.

Risultato Tappa 16 Giro d’Italia 2023

Classifiche Giro d’Italia 2023

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