Giro delle Fiandre 2025, ottava meraviglia di Tadej Pogačar! 2° Pedersen, 3° van der Poel, 4° van Aert, 8° Ganna, 10° Ballerini

Tadej Pogačar si prende anche il Giro delle Fiandre 2025. Ci hanno provato in tutti i modi a metterlo in difficoltà, ma lo sloveno ha mantenuto la calma e da quando ha iniziato i suoi scatti ha progressivamente frantumato i rivali, partendo da un Mathieu van der Poel (Alpecin-Deceuninck) che fino al Vecchio Quaremont gli ha sempre risposto colpo su colpo con grande facilità. Scavato un primo distacco a 18 chilometri dalla conclusione, il leader della UAE Team Emirates – XRG ha fatto progressivamente il vuoto tenendosi alle spalle un quartetto composto da Wout Van Aert (Visma | Lease a Bike), Mads Pedersen (Lidl-Trek) e Jasper Stuyven (Lidl-Trek), oltre che dal campione uscente, che non hanno potuto far altro che darsi battaglia per la seconda posizione, conquistata poi da Pedersen con uno sprint lunghissimo che lo ha visto avere la meglio su Van der Poel e Van Aert dopo il bel lavoro del compagno.

Quasi un altro minuto più avanti arrivano Tiesj Benoot (Visma|Lease a Bike) e Stefan Küng (Groupama-FDJ), ultimi dei contrattaccanti ad arrendersi dopo il ritorno dei big, mentre Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), che a sua volta aveva provato a muoversi in quel tentativo, regola il gruppo, giunto a 2’19”, cogliendo l’ottavo posto finale. Dietro di lui Ivan Garcia Cortina (Movistar) e Davide Ballerini (XDS Astana), anche lui presente nell’azione di contropiede, completano la top10 di giornata.

Il video dell’arrivo

https://www.youtube.com/watch?v=nuTNsw1JBEw

Il racconto della corsa

La partenza è subito a tutta perché sono tanti i corridori e le squadre che vogliono provare ad andare in fuga, ma l’alta velocità tenuta sin dal via non consente a nessuno di prendere il largo nonostante i numerosi tentativi. Tra i più attivi si segnalano gli uomini della Wagner Bazin WB, che tuttavia mancano l’azione giusta quando, dopo più di 40 chilometri percorsi, otto corridori riescono finalmente a sganciarsi e il plotone rallenta, dando così il via libera alla fuga.

Ad allungare sono Elmar Reinders (Team Jayco AlUla), Alessandro Romele (XDS Astana), Connor Swift (Ineos Grenadiers), Sean Flynn e Timo Roosen (Team Picninc PostNL), Rory Townsend (Q36.5 Pro Cycling Team), Marco Haller (Tudor Pro Cycling Team) e Victor Vercouillie (Team Flanders-Baloise), che al termine di una prima ora di gara percorsa ai 48,7 km/h di media vantano 1’45” di vantaggio sul gruppo, dal quale partono all’inseguimento Jens Reynders (Wagner Bazin WB) e Max Walker (EF Education-EasyPost).

I due inseguitori riescono tuttavia ad avvicinarsi al massimo a 60” dalla testa della corsa prima di rimbalzare indietro, mentre il plotone, che vede presto portarsi al comando Mikkel Bjerg (UAE Team Emirates XRG) e Silvan Dillier (Alpecin-Deceuninck) per controllare la situazione, concede un vantaggio di 4′ dopo 80 chilometri di gara. Sotto il controllo delle squadre dei due favoriti il gap si stabilizza e la situazione resta stabile fino al pavé di Doorn, dove una prima accelerazione per le posizioni vede Reynders e Walker venire ripresi. Superate le prime pietre, il gruppo decide di rifiatare e il ritardo raggiunge un nuovo picco, sfiorando i 4’30” dopo il primo passaggio sul Vecchio Quaremont, che il gruppo affronta con grande calma, mentre davanti Romele si prende il bagno di folla allunga rispetto agli altri attaccanti, prima di farsi riprendere subito dopo lo scollinamento.

A quel punto aumenta di nuovo anche la tensione in gruppo e inevitabilmente arrivano alcune cadute, di cui una più numerosa che porta al ritiro di John Degenkolb (Team Picnic-PostNL), nella quale rimane coinvolto anche Mathieu van der Poel (Alpecin-Deceuninck), assieme ad alcuni compagni, nonché alcuni gregari del suo rivale Tadej Pogacar. L’ex iridato si trova così a dover recuperare circa un minuto e ci riesce abbastanza velocemente grazie al supporto soprattutto di Edward Planckaert, che lo riporta in gruppo un gruppo allungatissimo ai piedi dell’Eikenberg. Con la strada che sale iniziano tuttavia anche alcuni scatti, che si fanno ancor più insistenti sul Wolvenberg che arriva subito dopo.

Malgrado alcune accelerazioni di seconde linee, il gruppo resta compatto sino al Molenberg, dove si riprende ad attaccare con una azione di Mike Teunissen (XDS Astana), seguito da Neilson Powless (EF Education – EasyPost), portando così alla reazione dei big. In cima è Davide Ballerini (XDS Astana) a muoversi e l’azzurro viene lasciando andare, raggiunto da Tiesj Benoot (Team Visma | Lease a Bike), Vito Braet (Intermarché-Wanty) e Stefan Küng (Groupama-FDJ). Con l’approccio alla Paddelstraat si muove anche Matteo Trentin (Tudor Pro Cycling Team), che già in precedenza ci aveva provato, seguito stavolta da Daan Hoole (Lidl-Trek). A loro si accoda Quinten Hermans (Alpecin-Deceuninck), formando un nuovo terzetto davanti al gruppo, ancora abbastanza tranquillo, tanto da concedere 45 secondi ai contrattaccanti, che entrano nei cento chilometri conclusivi con un ritardo di 1’10” dai battistrada.

Dal gruppo esce così Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), che rapidamente si riporta sul terzetto di Trentin, Hoole e Hermans, dando nuova linfa a questo tentativo. Questo quartetto appena composto non tarda così a rientrare sui quattro uomini davanti a loro, mettendo così nel mirino i fuggitivi della prima ora, nei quali non ci sono più Roosen e Vercouillie, ripresi poco più avanti anche dal gruppo. In testa il ricongiungimento avviene a 87 chilometri dal traguardo, con il gruppo segnalato a 48 secondi, con il solo Bjerg a tirare per lunghi tratti, supportato solamente da Antonio Morgado in vista del Valkenberg, dove il distacco sale sfiorando il minuto. Il vantaggio massimo dei 13 uomini di testa arriva a 1’20”, ma la UAE Team Emirates – XRG ha fatto bene i calcoli e grazie al lavoro anche di Florian Vermeersch e Tim Politt, rientrati dopo alcune cadute, riesce a riavvicinarsi in vista del ritorno sul Vecchio Quaremont.

Con l’azione anche della Visma | Lease a Bike il gap scende sotto il minuto, ma la situazione viene stravolta dall’atteso attacco di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates – XRG), anticipato da un movimento di Florian Vermeersch. Alla ruota dello sloveno si porta subito Wout Van Aert (Visma|Lease a Bike), seguito dal compagno Matteo Jorgenson, mentre Mads Pedersen (Lidl-Trek) deve faticare per chiudere il buco. Ancor più dietro parte Mathieu van der Poel, che a velocità doppia supera tutti coloro che non riescono a seguire, piazzandosi davanti al danese, nella scia della coppia Visma che non molla la ruota dello scatenato Pogacar. Questo quintetto si porta a 45 secondi dai battistrada, che nel frattempo sono rimasti solamente in sette vista l’accelerazione di Küng, seguita solamente da Benoot, Hoole, Ballerini, Ganna, Trentin e un indomito Haller, ultimo dei fuggitivi del mattino.

Ovviamente, tra i big tutto il peso dell’inseguimento è su Pogacar e van der Poel, visto che gli altri hanno compagni davanti, portando così il gruppo a rientrare su questi uomini, ma ormai è arrivato il Paterberg e ripartono gli scatti. A muoversi stavolta è Mathieu van der Poel, con Pogacar pronto a rispondere. Con loro resta anche Pedersen, mentre Jorgenson, Van Aert e un attento Jasper Stuyven (Lidl-Trek) restano qualche secondo più dietro, riuscendo tuttavia a chiudere poco dopo lo scollinamento. A 50 chilometri dalla conclusione il vantaggio degli uomini di testa è così ancora di 45 secondi, ma ormai l’inerzia è tutta a favore degli inseguitori, che devono comunque subire il rientro di Neilson Powless (EF Education – EasyPost), Arjen Livyns (Lotto Cycling Team) e Yevgeniy Fedorov (XDS Astana Team) in vista del Koppenberg.

Qui la corsa esplode nuovamente con Küng che forza al comando, seguito dai soli Benoot e Ballerini, mentre dietro Pogacar piazza una violenta accelerazione che lo vede riportarsi su tutti gli altri, seguito dal solo Van Der Poel, con il quale si riportanella discesa successiva anche sugli ultimi battistrada, assieme a Ganna e Trentin. La doppia coppia Visma/Lidl non tarda tuttavia a sua volta a riportarsi sotto, portando con sé anche Marco Haller e Hoole. Subito è Pedersen a scattare, ma arriva al risposta di Van Aert che provoca la reazione a catena di van der Poel e Pogacar. Van Aert rilancia poi sulla Mariaborrestraat, ma è nuovamente il suo eterno rivale a chiudere prontamente, mentre Pogacar reagisce al successivo scatto di Jorgenson. A quel punto ci prova Benoot, seguito da Kung e Haller, ma Pogacar non vuole più lasciare spazio ad azioni di comprimari.

Il quartetto guadagna qualcosa e Van der Poel va a chiudere prontamente, seguito da Van Aert. I tre rilanciano e staccano gli altri, ma vengono poi raggiunti da Pedersen, mentre anche Kung non molla e riporta sotto tutti gli altri. Arrivati sul Taaienberg Pogacar ci prova nuovamente, con Van Aert pronto a rispondere, prima di dover cedere all’ulteriore accelerazione, che vede solo van der Poel e Pedersen restare a ruota del fenomeno sloveno.

I tre chiudono la salita con un vantaggio di 12 secondi sui tre Visma e su Stuyven, che resta fisso a ruota del terzetto rivale. Mentre Van Aert si riavvicina da solo, tallonato da Stuyven, sul Vecchio Kruisberg Pogacar rilancia ancora e stavolta solo van der Poel riesce a seguirlo, mentre Pedersen rifiata e viene ripreso da Van Aert e Stuyven, che prontamente si mette a tirare a testa bassa per riportare il suo capitano davanti. Obiettivo che riesce a 23 chilometri dalla conclusione, portando così a un netto calo di velocità visto che nessuno vuole collaborare con i due uomini più attesi. Van Aert ne approfitta per scattare e anticipare la bagarre sul Vecchio Quaremont, che inizia con una manciata di secondi di vantaggio.

Tadej Pogacar tuttavia non tarda a passare di nuovo in azione, prima alzando il ritmo e poi piazzando una accelerazione secca che fa male anche a Mathieu van der Poel. Il neerlandese stringe i denti, ma perde qualche metro pedalata dopo pedalata, finendo così anche per andare un po’ in debito d’ossigeno, tanto che per il resto della salita è Wout Van Aert a condurre l’inseguimento. In cima il vantaggio di un Pogacar che non si guarda mai dietro è di 12 secondi, che sarebbero colmabili se dietro non si studiassero. Pogacar arriva così sul Paterberg con un margine di 18 secondi e rilancia la sua azione, ma anche dietro il ritmo è alto e Pedersen svolta all’ultima curva appena 25 secondi più tardi.

Un distacco che potrebbe sembrare ancora colmabile, ma lo sloveno ha energie che gli altri ormai hanno finito. Il finale che doveva essere favorevole agli inseguitori e non ad un uomo solitario incorona invece lo sloveno, capace di raddoppiare il suo vantaggio fino al traguardo, malgrado un ultimo chilometro di meritata passerella in cui il campione del mondo si gusta gli applausi del pubblico e la gioia di un trionfo storico. Dopo di lui la volata per la seconda posizione vede Mads Pedersen avere la meglio con un lungo sprint dei suoi, che costringe Mathieu van der Poel alla terza posizione e Wout Van Aert a restare fuori dal podio.

 

Risultato Giro delle Fiandre 2025

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